LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: Cassazione dichiara inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso proposto da tre imputati contro una sentenza di condanna. La Corte ha ritenuto il ricorso generico, poiché i motivi non erano specificamente correlati ai fatti del caso, mancando di argomentazioni concrete sulla non applicabilità della particolare tenuità del fatto e sul riconoscimento delle attenuanti. Di conseguenza, gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Quando si presenta un appello, specialmente davanti alla Corte di Cassazione, la precisione è tutto. Un ricorso generico, privo di argomentazioni specifiche e collegate ai fatti del caso, è destinato a fallire. Lo ha ribadito la Suprema Corte con l’ordinanza in esame, dichiarando inammissibile l’impugnazione presentata da tre imputati e condannandoli al pagamento delle spese e di una sanzione.

Il Caso in Analisi: un Appello contro una Sentenza di Condanna

Tre persone, condannate dalla Corte d’Appello di Catanzaro, hanno deciso di portare il loro caso davanti alla Corte di Cassazione. Il loro obiettivo era ottenere una revisione della sentenza di condanna, basando il ricorso su diversi motivi. Tuttavia, come vedremo, la forma e la sostanza delle loro argomentazioni non hanno superato il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

I Motivi del Ricorso Generico e la Loro Reiezione

Gli appellanti hanno sollevato diverse questioni, ma nessuna di queste è stata ritenuta sufficientemente specifica per essere esaminata nel merito. La Corte ha analizzato e respinto i motivi uno per uno, evidenziandone la natura astratta e assertiva.

La Causa di Non Punibilità per Particolare Tenuità del Fatto

Il quarto motivo del ricorso denunciava la mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, che prevede la non punibilità per fatti di particolare tenuità. La Corte ha liquidato questa doglianza come ‘patentemente priva di specificità’ e ‘generica’. Gli imputati si sono limitati a menzionare la norma senza correlarla in alcun modo ai fatti specifici per cui erano stati condannati, un errore che, secondo la giurisprudenza costante, rende il motivo inammissibile.

Le Attenuanti, la Recidiva e la Determinazione della Pena

Anche il quinto e sesto motivo hanno subito la stessa sorte. Con essi, i ricorrenti lamentavano il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, la mancata esclusione della recidiva e una pena ritenuta eccessiva. Anche in questo caso, la Corte ha definito le argomentazioni ‘del tutto generiche’. Gli appellanti si sono limitati a citare principi giurisprudenziali in astratto e ad affermare, senza prove concrete, che la pena fosse sproporzionata, senza nemmeno distinguere le posizioni dei singoli imputati. Questo approccio è stato considerato insufficiente per contestare efficacemente la decisione dei giudici di merito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: il Principio di Specificità

La decisione della Corte si fonda su un principio cardine del processo penale: il principio di specificità dei motivi di ricorso. Un’impugnazione, per essere ammissibile, non può consistere in una mera critica generica della sentenza. È necessario che il ricorrente indichi con precisione le parti del provvedimento che contesta, le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la sua tesi.

Nel caso di specie, i ricorsi sono stati giudicati come una serie di affermazioni assertive e non correlate alla realtà processuale. La Corte ha sottolineato come i ricorrenti non abbiano neppure tentato di distinguere tra i vari fatti di furto contestati o tra le posizioni dei singoli imputati. Questa mancanza di concretezza ha reso impossibile per la Corte un esame nel merito, portando inevitabilmente alla dichiarazione di inammissibilità.

Le Conclusioni: l’Importanza di un Ricorso Ben Argomentato

L’ordinanza in commento offre una lezione fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. La genericità è un vizio fatale che conduce all’inammissibilità del ricorso. Non è sufficiente enunciare principi di diritto o lamentare un’ingiustizia percepita; è indispensabile costruire un’argomentazione solida, ancorata ai fatti specifici del caso e capace di dialogare criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. In assenza di tale specificità, il ricorso si risolve in un esercizio sterile, con l’ulteriore conseguenza della condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso presentato dagli imputati è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano ‘generici’ e ‘privi di specificità’. Le argomentazioni non erano correlate in modo concreto ai fatti del caso, ma si limitavano a enunciare principi giuridici in astratto o a fare affermazioni assertive.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che il motivo non identifica in modo preciso le critiche mosse alla sentenza impugnata né le collega specificamente agli elementi di fatto e di diritto del caso. Ad esempio, lamentare la mancata applicazione di una norma senza spiegare perché, nel caso specifico, avrebbe dovuto essere applicata, rende il motivo generico.

Quali sono state le conseguenze per i ricorrenti a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Oltre alla conferma della sentenza di condanna, i ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati