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Ricorso del PM: inammissibile se i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del PM avverso un’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva annullato una misura cautelare per partecipazione ad associazione mafiosa. La Corte ha stabilito che il ricorso del PM era generico, in quanto si limitava a riproporre gli elementi d’accusa iniziali senza confrontarsi specificamente con la motivazione del Tribunale e senza indicare in modo preciso gli atti processuali a sostegno della tesi. La decisione sottolinea l’onere del ricorrente di formulare censure specifiche e non limitarsi a un generico dissenso.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso del PM: Inammissibile se Generico e non Specifico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31701/2025, ha ribadito un principio fondamentale in materia di impugnazioni: il ricorso del PM, così come quello di qualsiasi altra parte processuale, deve essere specifico e non può limitarsi a una generica contestazione della decisione impugnata. La sentenza in esame offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, anche in procedimenti di estrema gravità come quelli relativi a reati di criminalità organizzata.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasce da un’indagine per associazione di tipo mafioso. Il Giudice per le Indagini Preliminari aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto, accusato di far parte di un ‘mandamento’ mafioso, oltre che di altri reati come lesioni e detenzione illegale di armi.

Successivamente, il Tribunale del Riesame, adito dalla difesa dell’indagato, aveva parzialmente annullato l’ordinanza, escludendo la gravità indiziaria per il reato associativo (art. 416-bis c.p.), pur confermando la misura per la detenzione di armi. Secondo il Tribunale, gli elementi raccolti non raggiungevano quel livello di ‘probatio minor’ necessario a dimostrare una compenetrazione stabile e organica del soggetto nell’organizzazione criminale.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per cassazione, chiedendo l’annullamento dell’ordinanza del Riesame nella parte in cui escludeva il reato associativo.

L’Analisi della Cassazione sul Ricorso del PM

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del PM inammissibile per genericità. I giudici di legittimità hanno osservato come il Pubblico Ministero, nel suo atto di impugnazione, si fosse limitato a rielencare una serie di elementi investigativi (incontri, gestione di denaro, partecipazione a summit, ecc.) che, a suo dire, avrebbero dovuto fondare il giudizio di gravità indiziaria.

Tuttavia, il ricorso ometteva il passaggio logico-giuridico fondamentale: non si confrontava con la specifica motivazione del Tribunale del Riesame. Il Tribunale, infatti, aveva analizzato quegli stessi elementi, concludendo che non fossero sufficienti a provare una partecipazione stabile al sodalizio. Ad esempio, aveva ritenuto che le conversazioni su somme di denaro non fossero chiaramente collegate ad attività illecite, o che la partecipazione a un ‘summit’ non fosse stata provata nel suo concreto contenuto e finalità.

Il ricorso del PM non spiegava perché la valutazione del Riesame fosse errata o illogica, limitandosi a riproporre la propria tesi accusatoria in modo assertivo.

L’Onere della Specificità nell’Impugnazione

La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato, definito ‘jus receptum’. Chi propone un ricorso per cassazione ha l’onere di:
1. Allegare gli elementi asseritamente non valutati o valutati in modo illogico.
2. Indicare le ragioni del carattere decisivo di tali elementi.
3. Individuare in modo specifico gli atti processuali su cui si fonda la censura, specificandone la collocazione nel fascicolo processuale.

Non è sufficiente un generico rinvio agli atti, né è compito della Corte di Cassazione ricercare autonomamente nel fascicolo le prove a sostegno del ricorso. Il ricorrente deve mettere il giudice di legittimità nelle condizioni di valutare la fondatezza della censura sulla base di quanto esposto nell’atto stesso.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione si fonda sull’articolo 581 del codice di procedura penale, che impone la specificità dei motivi di impugnazione. La genericità, come nel caso di specie, equivale alla mancanza di motivi e rende l’atto inidoneo a introdurre un valido giudizio di impugnazione. La Corte ha sottolineato che affermare assertivamente che certe prove, se valutate, avrebbero portato a una decisione diversa, senza spiegare il perché e senza confrontarsi con l’analisi già fatta dal giudice precedente, ‘finisce col non consentire al giudice di legittimità di valutare la portata e la decisività delle censure proposte’. Il ricorso è stato quindi considerato un mero atto di dissenso, privo della necessaria struttura argomentativa richiesta dalla legge.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per tutte le parti processuali. Un’impugnazione, per essere efficace, non può limitarsi a riproporre la propria visione dei fatti. È indispensabile un’analisi critica e puntuale della decisione che si intende contestare, evidenziandone specificamente le presunte lacune, illogicità o violazioni di legge. In assenza di tale specificità, il ricorso, anche se proposto dalla pubblica accusa in procedimenti di particolare allarme sociale, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente consolidamento della decisione impugnata.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. Il PM si è limitato a rielencare gli indizi a carico dell’indagato senza contestare specificamente le argomentazioni con cui il Tribunale del Riesame li aveva ritenuti insufficienti a configurare la gravità indiziaria per il reato di associazione mafiosa.

Qual è l’onere di chi propone un ricorso per cassazione secondo questa sentenza?
Chi ricorre in Cassazione ha l’onere di allegare gli elementi che ritiene non valutati o valutati illogicamente, indicare le ragioni del loro carattere decisivo e individuare in modo specifico gli atti processuali di riferimento. Non è sufficiente un rinvio generico agli atti, né spetta alla Corte ricercare le prove a sostegno del ricorso.

Il Pubblico Ministero può sempre fare ricorso contro un’ordinanza del riesame che annulla una misura cautelare?
Sì, la sentenza conferma che sussiste sempre l’interesse del Pubblico Ministero a ricorrere contro un’ordinanza del Tribunale del Riesame che annulla, anche solo parzialmente, un provvedimento cautelare. Tuttavia, affinché il ricorso sia ammissibile, deve rispettare i requisiti di specificità previsti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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