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Ricorso cassazione sequestro: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro l’annullamento di un sequestro preventivo su crediti fiscali. Il ricorso per cassazione è stato respinto perché, invece di denunciare una vera violazione di legge, criticava la valutazione delle prove documentali effettuata dal Tribunale del riesame, un’attività non consentita in sede di legittimità per questo tipo di provvedimenti.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione e sequestro: quando i motivi sono inammissibili

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione (Sentenza n. 34065/2025) offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso per cassazione in materia di misure cautelari reali, come il sequestro preventivo. La sentenza stabilisce un principio fondamentale: non è possibile utilizzare questo strumento per contestare la valutazione delle prove effettuata dal Tribunale del riesame, ma solo per denunciare una chiara “violazione di legge”. Analizziamo insieme il caso per comprendere le implicazioni pratiche di questa decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un’indagine penale per reati gravi, tra cui l’associazione per delinquere. Nell’ambito di questa indagine, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) aveva disposto un sequestro impeditivo su un ingente ammontare di crediti fiscali detenuti da una società terza, cessionaria di tali crediti. Il sequestro mirava a impedire l’utilizzo in compensazione di crediti ritenuti di provenienza illecita.

La Decisione del Tribunale del Riesame

La società interessata dal sequestro si è rivolta al Tribunale del riesame, il quale ha accolto la sua richiesta. Il Tribunale ha annullato e revocato il decreto di sequestro, basando la sua decisione sui documenti prodotti dalla difesa. Secondo i giudici del riesame, tale documentazione dimostrava l’effettiva esecuzione dei lavori che avevano dato origine ai crediti fiscali, facendo così venir meno il presupposto del reato contestato.

I limiti del ricorso per cassazione secondo la Suprema Corte

Insoddisfatto della decisione, il Procuratore della Repubblica ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che il Tribunale del riesame avesse errato nella valutazione delle prove. Secondo l’accusa, la motivazione dell’annullamento era carente e illogica, in quanto si sarebbe limitata a prendere atto dei documenti della difesa senza una disamina critica e completa delle risultanze processuali complessive. Il ricorso denunciava formalmente una violazione dell’art. 192 del codice di procedura penale, relativo alla valutazione della prova.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del Pubblico Ministero inammissibile, fornendo una motivazione chiara e didattica. I giudici supremi hanno ribadito che, ai sensi dell’art. 325 c.p.p., il ricorso contro le ordinanze emesse in sede di riesame su un sequestro preventivo è consentito solo per violazione di legge.

Cosa significa concretamente? Significa che si può ricorrere in Cassazione solo se il giudice del riesame ha applicato una norma sbagliata o ha interpretato una norma in modo palesemente errato. Rientra nella nozione di “violazione di legge” anche l’assenza totale di motivazione o una motivazione “meramente apparente”, cioè una motivazione che esiste solo formalmente ma non spiega il percorso logico-giuridico della decisione.

Al contrario, non è possibile contestare in Cassazione i cosiddetti “vizi di motivazione”, come la sua presunta illogicità, la sua incompletezza o il travisamento di una prova. Questi motivi di ricorso, previsti da un’altra norma (art. 606 lett. e) c.p.p.), non sono ammessi in questa specifica materia. Nel caso di specie, il Pubblico Ministero, pur mascherando la sua doglianza come violazione di legge, stava in realtà criticando il merito della decisione del Tribunale, ovvero come i giudici avevano valutato i documenti. Il Tribunale aveva fornito una motivazione, seppur sintetica, e questo è sufficiente per escludere la violazione di legge e, di conseguenza, per rendere inammissibile il ricorso.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cardine del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. In materia di misure cautelari reali, i suoi poteri sono ancora più circoscritti. Chi intende presentare un ricorso per cassazione contro l’annullamento di un sequestro deve concentrarsi esclusivamente su eventuali errori di diritto commessi dal Tribunale del riesame, evitando di trasformare il ricorso in un terzo grado di giudizio sui fatti. La critica alla logicità o alla completezza della valutazione delle prove, per quanto fondata possa apparire, non troverà accoglimento in sede di legittimità.

È possibile contestare la valutazione delle prove fatta dal Tribunale del riesame con un ricorso per cassazione in materia di sequestro?
No, il ricorso per cassazione avverso le ordinanze in materia di sequestro preventivo è proponibile solo per “violazione di legge”. Secondo la sentenza, non si possono contestare i vizi della motivazione, quali la mancanza, la manifesta illogicità o il travisamento delle prove.

Cosa si intende per “violazione di legge” che legittima il ricorso per cassazione in questo contesto?
La “violazione di legge” che consente il ricorso include l’omissione assoluta della motivazione o una motivazione meramente apparente, ovvero una motivazione che non permette di ricostruire l’iter logico seguito dal giudice. Non include, invece, la critica sulla razionalità o completezza della motivazione stessa.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché, pur denunciando formalmente una violazione di legge, in realtà contestava il modo in cui il Tribunale del riesame aveva valutato i documenti presentati dalla difesa. Di fatto, chiedeva alla Corte di Cassazione un nuovo giudizio sul merito della vicenda, attività che è preclusa in sede di legittimità per questo tipo di provvedimenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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