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Ricorso cassazione sequestro: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro un sequestro preventivo per reati fiscali. La sentenza chiarisce che il ricorso per cassazione sequestro è consentito solo per violazione di legge e non per un riesame dei fatti, a meno che la motivazione del giudice non sia totalmente assente o illogica.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Sequestro: I Limiti dell’Appello Secondo la Suprema Corte

Quando un’azienda o un privato subisce un sequestro preventivo, la strada per contestare il provvedimento può rivelarsi complessa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26425/2025) offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso per cassazione sequestro, ribadendo un principio consolidato: alla Suprema Corte non si può chiedere una nuova valutazione dei fatti, ma solo la correzione di violazioni di legge.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’indagine per reati fiscali a carico di due soci e della loro società. Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) del Tribunale di Forlì aveva disposto un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretta o per equivalente, per un presunto reato continuato legato a dichiarazioni fiscali fraudolente per gli anni d’imposta dal 2019 al 2022.

Gli indagati avevano presentato una richiesta di riesame al Tribunale, che però aveva confermato il sequestro. Non soddisfatti, hanno proposto ricorso alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

La difesa ha basato il proprio ricorso per cassazione su due argomenti principali: la violazione di legge e il vizio di motivazione. Secondo i ricorrenti, l’ordinanza del Tribunale del Riesame era viziata da una motivazione solo apparente, poiché non avrebbe tenuto adeguatamente conto delle prove documentali fornite (come i pagamenti effettuati), avrebbe ignorato la superficialità delle indagini e avrebbe disposto il sequestro su somme non pertinenti al presunto reato.

In sostanza, la difesa chiedeva alla Cassazione di riconoscere che la decisione del Tribunale fosse illogica e non sufficientemente fondata sugli elementi disponibili.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la validità del sequestro. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa dei poteri del giudice di legittimità in materia di misure cautelari reali.

Le Motivazioni

Il cuore della sentenza risiede nella distinzione tra ‘violazione di legge’ e ‘riesame del merito’. La Corte ha ricordato che il ricorso per cassazione contro le ordinanze in materia di sequestro è ammesso solo per violazione di legge. Questa nozione, sebbene ampia, non consente di rimettere in discussione l’apprezzamento dei fatti compiuto dal giudice del riesame.

Un vizio di motivazione può integrare una violazione di legge solo in casi estremi, ovvero quando la motivazione è:

1. Mancante: Totalmente assente.
2. Apparente: Esistente solo in apparenza, composta da frasi di stile o argomentazioni non pertinenti al caso.
3. Illogica o contraddittoria: Così radicalmente viziata da non rendere comprensibile il ragionamento logico seguito dal giudice.

Nel caso di specie, la Cassazione ha stabilito che la motivazione del Tribunale di Forlì non rientrava in nessuna di queste categorie. Al contrario, il Tribunale aveva condotto una ‘articolata disamina’ degli elementi presentati dall’accusa e aveva valutato anche la documentazione difensiva, ritenendola però non idonea a smontare l’ipotesi accusatoria. La motivazione, dunque, esisteva ed era coerente.

Le critiche dei ricorrenti, secondo la Corte, non denunciavano una vera violazione di legge, ma miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio, un’attività preclusa al giudice di legittimità.

Conclusioni

Questa pronuncia rafforza un principio fondamentale: il ricorso per cassazione sequestro non è una terza istanza di giudizio sui fatti. Gli imprenditori e i cittadini che affrontano una misura cautelare reale devono concentrare le loro energie difensive nella fase del riesame. È in quella sede che si può e si deve contestare nel merito la fondatezza dell’accusa e l’adeguatezza delle prove. Una volta che il Tribunale del Riesame ha fornito una motivazione completa e logica, le possibilità di ribaltare la decisione in Cassazione diventano estremamente ridotte, limitate solo a palesi errori di diritto o a vizi motivazionali di eccezionale gravità.

È possibile contestare un sequestro preventivo in Cassazione lamentando una valutazione errata delle prove da parte del giudice?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il ricorso avverso ordinanze di sequestro è ammesso solo per violazione di legge. Una diversa valutazione delle prove o degli elementi di fatto rientra nel merito e non può essere oggetto del giudizio di legittimità, a meno che la motivazione del provvedimento non sia del tutto assente, illogica o contraddittoria.

Cosa si intende per ‘violazione di legge’ quando si impugna un’ordinanza di sequestro in Cassazione?
Per ‘violazione di legge’ si intendono non solo gli errori nell’interpretazione o applicazione delle norme di diritto (errores in iudicando) o procedurali (in procedendo), ma anche i vizi della motivazione talmente gravi da renderla inesistente o priva dei requisiti minimi di coerenza e ragionevolezza.

Qual è stato l’esito del ricorso in questo caso specifico e perché?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto che la motivazione dell’ordinanza impugnata non fosse né assente né apparente, ma frutto di un’analisi articolata degli elementi a disposizione. Pertanto, le censure dei ricorrenti si traducevano in una richiesta di riesame del merito, non consentita in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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