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Ricorso cassazione personale: inammissibile senza avvocato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34664/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso presentato personalmente dall’imputato. La decisione si fonda sull’art. 613 c.p.p., che impone la sottoscrizione dell’atto da parte di un avvocato cassazionista, a pena di invalidità. Viene così ribadito che il ricorso per cassazione personale non è consentito dalla normativa vigente, anche qualora la firma sia autenticata da un legale.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Ribadisce l’Inammissibilità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema procedurale di fondamentale importanza: la validità del ricorso per cassazione personale. La decisione in esame chiarisce, ancora una volta, che l’accesso al giudizio di legittimità è subordinato a regole formali stringenti, tra cui spicca l’obbligo del patrocinio di un avvocato specializzato. Analizziamo la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Appello di Venezia, che aveva confermato la responsabilità penale di un imputato per il reato previsto dall’art. 493-ter del codice penale. L’imputato, non rassegnandosi alla condanna, decideva di impugnare tale decisione presentando personalmente ricorso presso la Corte di Cassazione.

Il Principio di Diritto e le Regole sul Ricorso per Cassazione

Il fulcro della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale. A seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), la norma prevede espressamente che gli atti di ricorso per cassazione debbano essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’apposito albo dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori.

Questa regola esclude categoricamente la possibilità per l’imputato di presentare l’atto personalmente. La Corte, nel suo provvedimento, richiama anche un precedente consolidato (Cass. n. 48096/2018), il quale specifica che il ricorso per cassazione personale è inammissibile persino nell’ipotesi in cui la firma dell’imputato sia stata autenticata da un avvocato cassazionista. La legge, infatti, non richiede un mero controllo formale sulla firma, ma esige che l’atto sia redatto e sottoscritto dal professionista qualificato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto proposto da un soggetto non legittimato. Le motivazioni sono nette e si basano su una lettura rigorosa della normativa. La ratio della norma è quella di garantire un “filtro” tecnico all’accesso del giudizio di legittimità. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione del diritto; pertanto, è necessario che le censure siano formulate con la perizia tecnica che solo un avvocato cassazionista può garantire.

L’intervento personale dell’imputato, privo delle competenze specifiche, vanificherebbe questa funzione, rischiando di intasare la Corte con ricorsi infondati o mal formulati. La sottoscrizione del legale non è, quindi, un mero adempimento burocratico, ma la sostanza stessa dell’atto, che deve provenire da un professionista che se ne assume la piena paternità e responsabilità tecnica.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Pronuncia

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto conseguenze dirette e onerose per il ricorrente. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, l’inammissibilità del ricorso comporta non solo la condanna al pagamento delle spese processuali, ma anche il versamento di una somma alla Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata determinata in tremila euro.

Questa ordinanza serve da monito: le regole procedurali, specialmente quelle che disciplinano l’accesso alla giustizia di ultima istanza, devono essere osservate con la massima scrupolosità. Affidarsi a un difensore tecnico specializzato non è una facoltà, ma un requisito imprescindibile per tutelare efficacemente i propri diritti nel processo penale.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, in base all’art. 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. La presentazione personale da parte dell’imputato rende l’atto inammissibile.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato cassazionista può sanare il vizio?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è ugualmente inammissibile. La legge richiede che l’avvocato sia l’autore e il sottoscrittore dell’atto, non un semplice autenticatore della firma di un atto redatto dall’imputato.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, secondo l’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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