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Ricorso Cassazione personale: avvocato obbligatorio

Un imputato, condannato in appello per reati legati agli stupefacenti, ha presentato un ricorso per Cassazione personale. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, applicando la modifica normativa introdotta dalla Riforma Orlando (L. 103/2017), che ha reso obbligatoria la sottoscrizione del ricorso da parte di un avvocato cassazionista. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione alla Cassa delle Ammende.

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Pubblicato il 17 agosto 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Personale: Perché Ora è Obbligatorio l’Avvocato?

Presentare un Ricorso Cassazione personale in materia penale non è più possibile. Una recente ordinanza della Suprema Corte di Cassazione ribadisce un cambiamento procedurale fondamentale introdotto dalla Riforma Orlando del 2017: per impugnare una sentenza davanti alla massima giurisdizione, è indispensabile l’assistenza di un difensore abilitato. L’inosservanza di questa regola conduce a una conseguenza drastica: l’inammissibilità del ricorso, con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che, pur riformando parzialmente la pronuncia di primo grado, aveva condannato un imputato a una pena detentiva e a una multa per un reato previsto dalla legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 4, d.P.R. 309/90). Ritenendo la sentenza viziata da carenza di motivazione, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione. Tuttavia, compiva un passo fatale: depositava l’atto personalmente, senza avvalersi del ministero di un difensore.

La Questione Giuridica: Il Divieto di Ricorso Cassazione Personale

Il cuore della questione risiede nella modifica legislativa introdotta dalla Legge n. 103 del 2017, nota come Riforma Orlando. Questa legge, all’articolo 1, comma 63, ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, sopprimendo l’inciso «Salvo che la parte non vi provveda personalmente». Tale modifica, entrata in vigore il 3 agosto 2017, ha eliminato la possibilità per l’imputato di presentare personalmente il ricorso per Cassazione.

La Corte ha applicato il principio generale tempus regit actum, secondo cui gli atti processuali sono regolati dalla legge in vigore al momento del loro compimento. Poiché il ricorso in esame era stato presentato nel novembre 2018, quindi ben dopo l’entrata in vigore della riforma, doveva inderogabilmente rispettare la nuova disciplina, che impone la sottoscrizione da parte di un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, con un rilievo definito “dirimente”, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione è netta e si fonda interamente sulla violazione della nuova norma procedurale. I giudici hanno sottolineato come la modifica all’art. 613 c.p.p. imponga, a pena di inammissibilità, che il ricorso sia sottoscritto da un avvocato cassazionista.

La declaratoria di inammissibilità, in casi come questo di palese vizio procedurale, avviene “senza formalità” (de plano), in applicazione dell’art. 605, comma 5-bis, in relazione all’art. 591, comma 1, lett. a), del codice di procedura penale. Ciò significa che la Corte non entra neppure nel merito dei motivi di ricorso (la presunta carenza di motivazione), ma si ferma a una verifica preliminare che ha esito negativo.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione si conclude con due condanne per il ricorrente. La prima, conseguenza diretta dell’inammissibilità, è quella al pagamento delle spese processuali. La seconda, ben più onerosa, è il versamento di una somma di quattromila euro alla Cassa delle Ammende. Quest’ultima sanzione, prevista dall’art. 616 c.p.p., viene applicata quando non sussistono elementi per ritenere che il ricorrente abbia proposto il ricorso senza colpa nella determinazione della causa di inammissibilità. La Corte ha ritenuto che l’errore procedurale fosse imputabile al ricorrente.

In pratica, questa ordinanza conferma in modo inequivocabile che la via del Ricorso Cassazione personale è definitivamente preclusa in ambito penale. Qualsiasi cittadino che intenda contestare una sentenza di condanna davanti alla Suprema Corte deve obbligatoriamente rivolgersi a un legale specializzato, pena il rigetto immediato del ricorso e l’addebito di significative sanzioni economiche.

È possibile presentare un ricorso per cassazione penale personalmente, senza l’assistenza di un avvocato?
No. A seguito della Legge n. 103 del 2017 (Riforma Orlando), il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione. Il ricorso presentato personalmente dalla parte è dichiarato inammissibile.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, se non dimostra di aver agito senza colpa nel causare l’inammissibilità, viene condannato al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in quattromila euro.

Quale legge si applica a un ricorso presentato dopo l’entrata in vigore di una nuova norma procedurale?
Si applica il principio “tempus regit actum”, secondo cui l’atto giuridico è regolato dalla legge in vigore al momento del suo compimento. In questo caso, poiché il ricorso è stato presentato nel 2018, si applica la nuova normativa entrata in vigore nel 2017, che ha reso obbligatoria la sottoscrizione del difensore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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