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Ricorso Cassazione: inammissibile se ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso per cassazione inammissibile poiché i motivi presentati erano una mera ripetizione di quelli già sollevati e respinti in appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. L’imputato, condannato per una violazione del Codice della Strada, è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 30 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Inammissibile: Quando l’Appello Diventa un’Eco Inutile

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede rigore e precisione. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda un principio fondamentale: il ricorso non può essere una semplice fotocopia delle doglianze già respinte in appello. Se non si confronta criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, il rischio concreto è che venga dichiarato un ricorso per cassazione inammissibile, con conseguente condanna alle spese. Analizziamo insieme questa decisione per capire come evitare questo errore procedurale.

I Fatti del Caso: dalla Condanna all’Appello in Cassazione

La vicenda processuale ha origine con la condanna in primo grado di un imputato per un reato previsto dal Codice della Strada. La Corte di Appello, in parziale riforma della prima sentenza, riduceva la pena a otto mesi di arresto e 3.000,00 euro di ammenda. Non ritenendosi soddisfatto, l’imputato, tramite il suo difensore, decideva di proporre ricorso per cassazione, affidandosi a due specifici motivi di contestazione.

I Motivi del Ricorso: Critiche alla Sentenza d’Appello

Il ricorso si basava su due argomentazioni principali:
1. Vizio di motivazione e violazione di legge: Si contestava l’erroneità della motivazione con cui i giudici avevano affermato la sua responsabilità penale, basandosi su dichiarazioni confessorie che, a detta della difesa, dovevano essere ritenute inutilizzabili.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava l’erronea applicazione degli articoli 62-bis, 132 e 133 del codice penale, criticando la decisione dei giudici di non concedere le circostanze attenuanti generiche.

Entrambi i motivi, tuttavia, non hanno superato il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

La Decisione della Corte: un Ricorso per Cassazione Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione di questa decisione non risiede nel merito delle questioni sollevate, ma in un vizio procedurale fondamentale: la mancanza di un reale confronto con la sentenza di secondo grado.

Il Principio della Critica Argomentata

I giudici di legittimità hanno osservato che i motivi del ricorso erano una mera riproposizione delle stesse considerazioni critiche già espresse nell’atto di appello. L’atto di impugnazione, per essere ammissibile, deve svolgere una funzione di critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Questo significa che deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il dissenso, confrontandosi puntualmente con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Conseguenze dell’Inammissibilità

Un ricorso che, come nel caso di specie, non si confronta con la motivazione della sentenza precedente, ma si limita a reiterare le stesse lamentele, perde la sua funzione essenziale e viene, di conseguenza, dichiarato inammissibile. Tale declaratoria ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

le motivazioni

La Corte Suprema ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: la funzione tipica dell’impugnazione è quella della critica argomentata. L’atto di ricorso deve essere un dialogo critico con la decisione precedente, non un monologo che ignora le ragioni esposte dal giudice d’appello. La Cassazione non è una terza istanza di merito dove si possono riproporre le medesime questioni di fatto, ma una sede di legittimità dove si controlla la corretta applicazione del diritto. Se il ricorrente non spiega perché la motivazione della Corte d’Appello è errata nel rispondere alle sue doglianze, il suo ricorso è privo della sua stessa ragion d’essere. La Corte cita numerosi precedenti conformi, sottolineando come questa regola sia un pilastro del processo di impugnazione, volto a garantire efficienza e a sanzionare gli appelli meramente dilatori o ripetitivi.

le conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per gli avvocati e i loro assistiti. Proporre un ricorso per cassazione richiede un’analisi meticolosa e approfondita della sentenza di appello. È indispensabile smontare, punto per punto, le argomentazioni dei giudici di secondo grado, evidenziandone le presunte illogicità o le violazioni di legge. Limitarsi a ripresentare le stesse argomentazioni già respinte, senza un confronto specifico, equivale a presentare un atto destinato all’inammissibilità, con un inevitabile aggravio di spese per il cliente. La decisione rafforza il ruolo della Cassazione come custode della legge e non come giudice del fatto, imponendo un elevato standard di specificità e criticità negli atti di impugnazione.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando si limita a riprodurre e reiterare gli stessi motivi già prospettati con l’atto di appello e motivatamente respinti in secondo grado, senza confrontarsi criticamente con gli argomenti utilizzati nel provvedimento impugnato.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione?
La funzione tipica dell’impugnazione è quella della critica argomentata avverso il provvedimento cui si riferisce. Ciò richiede un confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza che si contesta, indicando specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il dissenso.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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