Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza della Suprema Corte
L’ordinamento giuridico italiano prevede diversi gradi di giudizio per garantire un’attenta valutazione dei casi. Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giurisdizione, un momento cruciale in cui si valuta non il fatto in sé, ma la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti. Analizziamo un’ordinanza emessa in questo contesto per comprendere meglio il suo ruolo nel processo penale.
I Fatti Processuali
Il caso in esame origina da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa da un Tribunale in data 21 settembre 2018. L’imputato, tramite il suo difensore, ha deciso di impugnare tale decisione davanti alla Corte di Cassazione, la quale ha il compito di verificare la sussistenza di eventuali violazioni di legge o vizi di procedura nel giudizio precedente.
Il documento in analisi è un’ordinanza, un atto che segna uno snodo del procedimento presso la Suprema Corte. La causa è stata assegnata alla settima sezione penale e un Consigliere è stato nominato relatore per esporre il caso al collegio giudicante durante l’udienza del 13 giugno 2025.
La Funzione dell’Ordinanza nel ricorso in Cassazione
È fondamentale distinguere tra un’ordinanza e una sentenza. Mentre la sentenza decide nel merito la questione, ponendo fine (almeno per quel grado di giudizio) alla controversia, l’ordinanza ha una funzione prevalentemente ordinatoria e processuale. Non entra nel vivo della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma gestisce l’iter del procedimento.
Nel contesto di un ricorso in Cassazione, un’ordinanza può avere diverse finalità. Potrebbe, ad esempio, dichiarare l’inammissibilità del ricorso per motivi preliminari (come la tardività), oppure disporre adempimenti procedurali necessari prima della trattazione del merito. Il documento esaminato, nella sua essenzialità, attesta che il procedimento è in corso e che la Corte ha preso in carico il ricorso.
Le Motivazioni
Il provvedimento analizzato, essendo la copertina di un atto, non contiene le motivazioni specifiche della decisione. Tuttavia, in un’ordinanza di questo tipo, le motivazioni sarebbero generalmente concise e focalizzate su aspetti procedurali. Ad esempio, se l’ordinanza dichiarasse l’inammissibilità del ricorso, la motivazione spiegherebbe perché il ricorso non supera il vaglio preliminare, magari per carenza di uno dei motivi previsti dalla legge o per un difetto di forma. Se invece si trattasse di un’ordinanza di rinvio all’udienza, le motivazioni sarebbero di fatto assenti, in quanto l’atto si limita a calendarizzare la discussione.
Le Conclusioni
L’analisi di questa ordinanza, sebbene non risolutiva del caso di specie, offre spunti importanti. In primo luogo, evidenzia la complessità e la strutturazione del processo penale, che prevede atti e fasi distinte. In secondo luogo, sottolinea come ogni documento emesso dalla Corte abbia una funzione specifica. Per le parti coinvolte, un’ordinanza di questo tipo indica che il loro ricorso in Cassazione è stato ricevuto e sta seguendo il suo corso, in attesa della decisione finale che sarà contenuta nella sentenza. La comprensione di questi passaggi è essenziale per orientarsi nel sistema della giustizia penale.
Cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
È un provvedimento del giudice che non decide il merito della causa, ma risolve questioni relative allo svolgimento del processo, come l’ammissibilità di un ricorso o la fissazione di un’udienza.
Cosa significa presentare un ricorso avverso una sentenza?
Significa contestare la decisione di un giudice di grado inferiore davanti a un giudice superiore, chiedendo che venga riesaminata per errori di diritto o di procedura, al fine di ottenerne la riforma o l’annullamento.
Quali informazioni si possono desumere da questo documento?
Dal documento si evince che è stato presentato un ricorso in Cassazione contro una sentenza penale del 2018 emessa dal Tribunale di Nola. Il procedimento è pendente davanti alla settima sezione penale della Corte di Cassazione, con un’udienza fissata per il 13 giugno 2025.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23603 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23603 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 13/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/09/2018 del TRIBUNALE di NOLA udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Il ricorso, proposto da NOME è inammissibile siccome non proposto da difensore abilitato al patrocinio in Cassazione.
Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in
favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
Ammende.
Così deciso il 13/06/2025.