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Ricorso aspecifico: l’obbligo di specificità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per la mancata applicazione di un’attenuante, definendolo un ricorso aspecifico. L’appellante, pur citando correttamente il principio giuridico sulla valutazione del danno per ogni singolo reato in caso di continuazione, non ha specificato l’entità del danno per ciascuna condotta, impedendo così alla Corte di valutare la fondatezza della richiesta. La decisione sottolinea l’onere per la difesa di fornire motivi di impugnazione dettagliati e autosufficienti.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Aspecifico: La Cassazione Sottolinea l’Onere della Specificità nell’Impugnazione

L’esito di un processo può dipendere non solo dalla solidità delle argomentazioni di merito, ma anche dal rigore formale con cui vengono presentate. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: la necessità che i motivi di impugnazione siano specifici e dettagliati. Un ricorso aspecifico, infatti, è destinato a essere dichiarato inammissibile, precludendo al giudice ogni possibilità di valutazione. Analizziamo questa importante ordinanza per comprenderne le implicazioni pratiche.

Il Fatto e la Questione Giuridica

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato condannato per una serie di episodi di fraudolenta insolvenza, uniti dal vincolo della continuazione. La difesa lamentava la mancata applicazione della circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale.

Nel suo ricorso, l’imputato evidenziava correttamente un principio giurisprudenziale consolidato: ai fini della valutazione dell’entità del danno, in caso di reati continuati, non si deve considerare il danno complessivo, ma quello provocato da ogni singola condotta illecita. Sebbene il principio fosse stato enunciato in modo corretto, il ricorso presentava una lacuna fatale.

La Valutazione del ricorso aspecifico

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, qualificandolo come ricorso aspecifico. La ragione di tale decisione risiede nel fatto che la difesa, pur avendo citato il principio di diritto corretto, non lo ha poi applicato concretamente al caso di specie. In altre parole, non è stato specificato in alcun modo quale fosse l’entità del danno patrimoniale provocato da ciascuna delle singole condotte di fraudolenta insolvenza contestate.

Questa omissione ha reso impossibile per i giudici della Corte Suprema valutare la fondatezza del rilievo. Senza dati concreti su cui basare il proprio giudizio, la Corte non ha potuto verificare se il danno relativo a ogni singolo episodio fosse effettivamente di lieve entità, tale da giustificare l’applicazione dell’attenuante richiesta.

L’importanza della Specificità dei Motivi

Il principio della specificità dei motivi di impugnazione non è un mero formalismo. Esso risponde all’esigenza di delimitare l’oggetto del giudizio di appello o di cassazione, consentendo al giudice di concentrarsi sulle critiche puntuali mosse alla sentenza impugnata e alla controparte di preparare un’adeguata difesa. Un motivo generico o astratto non permette questo processo dialettico e si traduce, come in questo caso, in una declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono chiare e lineari. I giudici hanno sottolineato che non è sufficiente enunciare un principio di diritto per fondare un valido motivo di ricorso. È indispensabile che tale principio sia calato nella realtà processuale, attraverso l’indicazione precisa degli elementi di fatto che ne giustificherebbero l’applicazione. L’appellante aveva l’onere non solo di citare la giurisprudenza favorevole, ma anche di dimostrare, dati alla mano, che ogni singolo danno causato rientrava nella nozione di ‘speciale tenuità’. Non avendolo fatto, il ricorso è risultato privo della sua componente essenziale: l’argomentazione specifica.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un importante monito per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un atto di impugnazione richiede la massima cura e precisione. Ogni motivo di ricorso deve essere ‘autosufficiente’, ovvero deve contenere tutti gli elementi, sia di fatto che di diritto, necessari a sostenerlo, senza che il giudice debba ricercarli altrove negli atti processuali. La decisione riafferma che un ricorso aspecifico non è un ricorso debole, ma un ‘non ricorso’, un atto che non riesce a superare la soglia minima per essere esaminato nel merito. La conseguenza è severa: la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, senza alcuna possibilità di vedere riesaminata la propria posizione.

Quando un motivo di ricorso viene considerato aspecifico?
Un motivo di ricorso è considerato aspecifico quando non espone in modo dettagliato e concreto le ragioni di fatto e di diritto a sostegno della censura mossa alla sentenza impugnata, impedendo al giudice di valutare la fondatezza del rilievo. Nel caso specifico, l’appellante non ha quantificato il danno per ogni singolo episodio criminoso.

In caso di reati continuati, come si valuta l’entità del danno per l’attenuante di cui all’art. 62 n. 4 c.p.?
Secondo il principio ribadito dalla Corte, per l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità in caso di reati legati dalla continuazione, non si deve considerare il danno complessivo, ma quello provocato da ogni singola condotta decettiva.

Quali sono le conseguenze della presentazione di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la sua mancata disamina nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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