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Riciclaggio sostituzione targa: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in materia di riciclaggio. Il caso riguarda l’utilizzo di ciclomotori rubati con targhe contraffatte. La Corte conferma che il riciclaggio tramite sostituzione targa, anche senza alterare altri dati del veicolo, è sufficiente a configurare il reato, in quanto ostacola l’identificazione della provenienza illecita. Negata anche l’attenuante del risarcimento per tardività e parzialità dell’offerta.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riciclaggio Sostituzione Targa: Quando Cambiare una Targa Diventa Reato?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di reati contro il patrimonio, chiarendo la configurabilità del riciclaggio con sostituzione targa. Anche la semplice alterazione della targa di un veicolo rubato, senza modificare altri dati identificativi come il numero di telaio, è sufficiente a integrare il grave delitto di riciclaggio. Analizziamo questa importante decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato nei precedenti gradi di giudizio per i reati di riciclaggio e contraffazione. All’imputato veniva contestato di aver utilizzato motocicli e ciclomotori di provenienza furtiva, sui quali aveva apposto una targa artigianale. Tale targa, peraltro, riproduceva la combinazione alfanumerica di quella regolarmente rilasciata per un ciclomotore intestato a suo figlio e da lui utilizzato. L’imputato si rivolgeva alla Suprema Corte sostenendo che la sua condotta non potesse essere qualificata come riciclaggio.

La Questione Giuridica: Semplice Sostituzione della Targa e Riciclaggio

Il punto centrale del ricorso verteva su una questione precisa: la sostituzione della targa di un veicolo rubato, in assenza di altre alterazioni ai suoi dati identificativi (come il numero di telaio), è una condotta idonea a configurare il delitto di riciclaggio previsto dall’art. 648-bis del codice penale? Secondo la difesa, tale azione non sarebbe stata sufficiente a ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza illecita del mezzo.
Inoltre, l’imputato contestava il diniego della circostanza attenuante del risarcimento del danno, avendo offerto una somma di denaro a ristoro di una delle vittime.

Le Motivazioni della Cassazione sul Riciclaggio Sostituzione Targa

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni della difesa manifestamente infondate. Gli Ermellini hanno richiamato il loro consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo cui la condotta tipica del riciclaggio consiste in qualsiasi operazione volta a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di un bene.
Nel caso specifico del riciclaggio con sostituzione targa, la Corte ha affermato che tale operazione è di per sé idonea a creare un’apparenza di liceità e a rendere più difficile per le forze dell’ordine ricondurre il veicolo al furto subito dal legittimo proprietario. La targa è, infatti, il primo e più immediato strumento di identificazione di un veicolo in circolazione. La sua sostituzione integra pienamente quella “condotta idonea a ostacolare l’individuazione della provenienza del veicolo” richiesta dalla norma.

Il Diniego della Circostanza Attenuante del Risarcimento

La Corte ha confermato anche la decisione dei giudici di merito di non concedere la circostanza attenuante del risarcimento del danno (art. 62, n. 6, c.p.). La motivazione è duplice:
1. Tardività dell’offerta: L’iniziativa risarcitoria è stata presa solo dopo l’ordinanza di ammissione al rito abbreviato, quindi in una fase avanzata del procedimento, perdendo così il suo valore di spontanea e tempestiva riparazione del danno.
2. Parzialità del risarcimento: Il risarcimento offerto riguardava solo uno dei ciclomotori di provenienza illecita e non l’intera condotta criminosa contestata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza in esame consolida un principio di estrema importanza: non sono necessarie complesse operazioni di “ripulitura” per commettere il reato di riciclaggio. Anche un’azione apparentemente semplice come la sostituzione della targa di un motorino rubato è sufficiente per essere condannati per un reato grave, che prevede pene severe. Questa decisione serve da monito, sottolineando come il sistema giudiziario consideri qualsiasi atto finalizzato a mascherare l’origine illegale di un bene come un serio attacco all’ordine economico e alla corretta amministrazione della giustizia. Infine, viene ribadito che, per beneficiare di attenuanti come il risarcimento del danno, è necessario agire in modo completo e tempestivo.

La semplice sostituzione della targa di un veicolo rubato costituisce reato di riciclaggio?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, sostituire la targa di un veicolo di provenienza illecita è una condotta idonea a ostacolare l’identificazione della sua origine e, pertanto, integra il delitto di riciclaggio ai sensi dell’art. 648-bis del codice penale.

Per ottenere l’attenuante del risarcimento del danno, è sufficiente risarcire solo una parte del danno causato?
No, la Corte ha chiarito che il risarcimento parziale non è sufficiente. Nel caso di specie, l’attenuante è stata negata anche perché il risarcimento era relativo a uno solo dei diversi ciclomotori di provenienza illecita oggetto del reato.

È possibile ottenere l’attenuante del risarcimento se l’offerta viene fatta dopo l’inizio del processo?
No, l’ordinanza evidenzia che la tardività dell’iniziativa è un motivo per negare l’attenuante. L’offerta di risarcimento, essendo avvenuta dopo l’ammissione al rito abbreviato, è stata considerata non tempestiva dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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