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Riciclaggio e gioco d’azzardo: la Cassazione decide

La Cassazione ha parzialmente annullato una condanna per riciclaggio, stabilendo una distinzione chiave: l’investimento di denaro illecito in titoli finanziari integra il reato, mentre il suo utilizzo nel gioco d’azzardo non rientra nella fattispecie dell’art. 648-bis c.p., in assenza di prove di vincite ‘ripulite’. La Corte ha sottolineato che solo l’autoriciclaggio menziona esplicitamente le attività speculative.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riciclaggio: il gioco d’azzardo non è reato, l’investimento sì

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un caso complesso di riciclaggio, delineando un confine netto tra diverse modalità di impiego di denaro di provenienza illecita. La pronuncia chiarisce che, mentre l’investimento in prodotti finanziari integra pienamente il reato, l’utilizzo degli stessi fondi nel gioco d’azzardo non rientra nella fattispecie prevista dall’art. 648-bis del codice penale. Analizziamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo accusato di riciclaggio continuato per aver impiegato somme di denaro provenienti dal delitto di peculato commesso dalla sua compagna. Nello specifico, l’imputato aveva reinvestito una parte del denaro, circa 55.000 euro, in fondi e titoli finanziari, e un’altra parte, oltre 61.000 euro, in giochi e scommesse online. Secondo l’accusa, entrambe le condotte erano finalizzate a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro. Condannato in primo e secondo grado, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la sussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato.

La Decisione della Cassazione sul Riciclaggio

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, operando una fondamentale distinzione tra le due condotte contestate. La sentenza ha confermato la condanna per una parte dei fatti, ma ha annullato senza rinvio la condanna per l’altra parte, stabilendo che il fatto non è previsto dalla legge come reato.

Il Riciclaggio tramite Investimenti Finanziari

Per quanto riguarda la somma di 55.050 euro investita in fondi e titoli, la Corte ha ritenuto la condanna legittima. I giudici hanno sottolineato che il trasferimento di denaro su un conto titoli costituisce un’operazione idonea a rendere più difficoltosa la tracciabilità della sua origine illecita. Questa attività rientra pienamente nelle condotte di “sostituzione” o “trasferimento” previste dalla norma sul riciclaggio. Anche se l’operazione è tracciabile, essa contribuisce a confondere le acque, che è l’obiettivo del reato. La Corte ha inoltre confermato la sussistenza del dolo, quantomeno nella forma del dolo eventuale, poiché l’imputato, pur non conoscendo i dettagli del reato presupposto, era consapevole che le ingenti somme non provenivano da fonti lecite.

L’Utilizzo di Denaro Illecito nel Gioco d’Azzardo non è Riciclaggio

La vera novità della sentenza risiede nella valutazione della condotta relativa ai 61.302 euro utilizzati per il gioco d’azzardo. La Cassazione ha stabilito che tale comportamento non integra il reato di riciclaggio ai sensi dell’art. 648-bis c.p. La Corte ha annullato la condanna su questo punto “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione di questa decisione si basa su un’attenta interpretazione letterale delle norme. L’art. 648-bis c.p. sanziona chi “sostituisce o trasferisce” denaro di provenienza illecita o “compie altre operazioni” per ostacolarne l’identificazione. Il semplice impiego di denaro nel gioco, di per sé, non costituisce una “sostituzione” con un bene “pulito”, a meno che non si dimostri l’ottenimento di vincite che ne mascherino l’origine. Nel caso di specie, tale prova mancava.

La Corte ha evidenziato una differenza cruciale con il reato di autoriciclaggio (art. 648-ter.1 c.p.), che punisce chi ha commesso il reato presupposto. Solo quest’ultima norma menziona esplicitamente l'”impiego in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative”. Il gioco d’azzardo può essere considerato un’attività speculativa, ma tale concetto non è presente nel testo dell’art. 648-bis c.p. Estendere l’applicazione della norma sul riciclaggio fino a includere le attività speculative configurerebbe un’inammissibile applicazione analogica in malam partem, violando il principio di legalità in materia penale. Di conseguenza, la condotta di giocare d’azzardo con denaro sporco, in assenza di altri elementi, è stata ritenuta non penalmente rilevante ai fini del riciclaggio.

Conclusioni

Questa sentenza della Cassazione offre un importante chiarimento sui confini del reato di riciclaggio. Si afferma il principio che non ogni utilizzo di denaro illecito integra automaticamente tale fattispecie. È necessaria una condotta che effettivamente “sostituisca”, “trasferisca” o compia operazioni volte a schermare l’origine dei fondi. L’investimento finanziario rientra in questa categoria, mentre il mero impiego in attività aleatorie come il gioco d’azzardo, senza prova di un effettivo “lavaggio” tramite vincite, ne è escluso. La decisione ribadisce la necessità di un’interpretazione rigorosa della legge penale e segna un punto fermo nella distinzione tra riciclaggio e autoriciclaggio.

Investire denaro di provenienza illecita in fondi e titoli integra il reato di riciclaggio?
Sì, secondo la sentenza, il trasferimento di denaro su un conto titoli è un’operazione che, rendendo più difficoltosa la tracciabilità della sua provenienza illecita, integra il delitto di riciclaggio ai sensi dell’art. 648-bis c.p.

Utilizzare soldi provenienti da un reato per giocare d’azzardo è considerato riciclaggio?
No. La Corte ha stabilito che la condotta di impiegare denaro di provenienza illecita nel gioco d’azzardo non rientra nelle condotte previste dall’art. 648-bis c.p. (sostituzione, trasferimento o altre operazioni), a meno che non si dimostri una “sostituzione” del denaro sporco con vincite “pulite”.

Qual è la differenza tra riciclaggio e autoriciclaggio riguardo alle attività speculative come il gioco?
La sentenza chiarisce che solo la norma sull’autoriciclaggio (art. 648-ter.1 c.p.) menziona esplicitamente l'”impiego in attività speculative”. La norma sul riciclaggio (art. 648-bis c.p.) non contiene tale previsione, pertanto non può essere applicata a condotte come il gioco d’azzardo, che la Corte qualifica come mero “impiego” di denaro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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