LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Riciclaggio e dolo: la Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per riciclaggio. L’imputato, dopo aver ricevuto somme di provenienza illecita su una carta prepagata, le aveva prelevate in contanti e consegnate a terzi per occultarne l’origine. La Corte ha stabilito che per il riciclaggio è sufficiente il dolo eventuale, ovvero la consapevolezza del rischio che il denaro fosse di origine delittuosa. Ha inoltre chiarito che un’archiviazione non impedisce a un’altra Procura, territorialmente competente, di procedere per lo stesso fatto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riciclaggio: Anche il Dolo Eventuale Configura il Reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali in materia di riciclaggio, un reato sempre più diffuso nell’era digitale. La pronuncia chiarisce la sufficienza del dolo eventuale per la configurazione del delitto e offre importanti spunti sulla procedura penale in caso di trasferimento delle indagini tra diverse Procure. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: Operazioni Sospette su Carta Prepagata

Il caso ha origine da una condanna per riciclaggio emessa nei confronti di un individuo. Quest’ultimo aveva ricevuto una somma di denaro, proveniente da un assegno clonato, su una carta prepagata a lui intestata. Successivamente, aveva effettuato numerosi prelievi in contanti per poi consegnare il denaro a un terzo soggetto, trattenendo per sé una percentuale del 10% come compenso. Queste operazioni, secondo l’accusa, erano finalizzate a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro.

La Corte di Appello aveva confermato la condanna, pur riducendo la pena. L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali.

L’Appello in Cassazione: i Tre Motivi di Ricorso

La difesa dell’imputato ha articolato il ricorso su tre punti cruciali:

1. Mancanza dell’elemento soggettivo: Si sosteneva che l’imputato non avesse la piena consapevolezza dello scopo finale delle operazioni, ovvero quello di far perdere le tracce del denaro di origine illecita.
2. Vizio procedurale: Si contestava l’illegittimità del procedimento, poiché un’altra Procura aveva in precedenza archiviato il caso per gli stessi fatti, e le indagini erano state riprese senza una formale autorizzazione alla riapertura.
3. Errata valutazione delle circostanze: Si lamentava un bilanciamento sfavorevole tra le circostanze attenuanti generiche e la recidiva, che non aveva portato a una mitigazione della pena.

La Decisione della Corte sul riciclaggio e la Procedura

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo infondato in tutti i suoi punti. La decisione si basa su un’analisi rigorosa sia degli elementi costitutivi del reato di riciclaggio sia delle norme procedurali invocate dalla difesa.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte offrono chiarimenti importanti. In primo luogo, in merito all’elemento soggettivo del riciclaggio, i giudici hanno ribadito che non è necessaria la volontà diretta di occultare il denaro, ma è sufficiente il cosiddetto “dolo eventuale”. L’imputato, accettando di compiere operazioni anomale (ricevere una somma, prelevarla in contanti e consegnarla a un terzo in cambio di una provvigione), si è rappresentato la concreta possibilità che il denaro avesse un’origine illecita e ha accettato il rischio che la sua condotta contribuisse a nasconderla. La condotta stessa è stata ritenuta palesemente idonea a ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari.

In secondo luogo, riguardo al vizio procedurale, la Corte ha specificato che il divieto di esercitare l’azione penale dopo un’archiviazione senza una formale riapertura delle indagini vale solo per lo stesso ufficio del pubblico ministero che aveva richiesto l’archiviazione. Nel caso di specie, il fascicolo era stato trasmesso per competenza territoriale da una Procura a un’altra. Quest’ultima, quindi, era pienamente legittimata a svolgere nuove indagini e a procedere autonomamente, senza necessità di alcuna autorizzazione.

Infine, il motivo relativo al bilanciamento delle circostanze è stato giudicato generico, in quanto non si confrontava specificamente con le ragioni logiche esposte dalla Corte di Appello nella sua sentenza.

Le Conclusioni

La sentenza consolida due principi giuridici di notevole impatto pratico. Anzitutto, conferma che per essere condannati per riciclaggio non è necessario essere gli autori del reato presupposto né avere la certezza della provenienza illecita del denaro: basta accettare il rischio che lo sia. Questo amplia la portata della norma e colpisce anche chi, pur di ottenere un guadagno, si presta a fare da “prestanome” o intermediario in operazioni finanziarie opache. In secondo luogo, chiarisce un aspetto procedurale rilevante, garantendo l’efficacia dell’azione penale anche quando le indagini passano tra diversi uffici giudiziari, evitando che un’archiviazione emessa da una Procura incompetente possa bloccare le indagini di quella competente.

Quando si configura il dolo nel reato di riciclaggio?
Secondo la Corte, per il reato di riciclaggio è sufficiente il dolo eventuale. Ciò significa che non è necessaria l’intenzione diretta di occultare la provenienza illecita del denaro, ma basta che l’agente si rappresenti la concreta possibilità che il denaro provenga da un delitto e ne accetti il rischio, compiendo operazioni idonee a ostacolarne l’identificazione.

Un decreto di archiviazione impedisce sempre un nuovo procedimento per lo stesso fatto?
No. La sentenza chiarisce che il divieto di procedere dopo un’archiviazione senza una formale autorizzazione alla riapertura delle indagini vale solo per il medesimo ufficio del pubblico ministero che l’aveva richiesta. Se gli atti vengono trasmessi per competenza territoriale a un altro ufficio del PM, quest’ultimo può procedere senza bisogno di alcuna autorizzazione alla riapertura.

Basta ricevere denaro di provenienza illecita su una carta per commettere riciclaggio?
Non solo. La condotta penalmente rilevante nel caso di specie non è stata la mera ricezione del denaro, ma il compimento di operazioni successive (prelievi frazionati in contanti e consegna a terzi) finalizzate specificamente a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro, con la piena consapevolezza di tale scopo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati