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Richiesta interrogatorio: l’obbligo di firma autentica

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 41961/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina e lesioni. Il punto centrale della decisione riguarda la validità della richiesta interrogatorio: se inviata via fax, deve avere la firma autenticata dal difensore per garantire la certezza della sua provenienza. In assenza di tale requisito, la richiesta è inefficace. La Corte ha inoltre ribadito la nozione ampia di ‘ingiusto profitto’ nel reato di rapina, che può includere anche vantaggi non patrimoniali.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Richiesta interrogatorio via fax: la firma autenticata è un requisito essenziale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale di procedura penale che ogni indagato e difensore deve conoscere: la richiesta interrogatorio, se trasmessa via fax al Pubblico Ministero, deve avere la sottoscrizione autenticata. In mancanza di questo requisito formale, l’atto è inefficace, con conseguenze potenzialmente gravi per i diritti di difesa. Analizziamo la decisione n. 41961 del 2024 per capire le ragioni della Corte e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per i reati di rapina e lesioni personali emessa dal Tribunale e successivamente confermata, nel merito, dalla Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnato alla decisione, ha proposto ricorso per cassazione affidandosi a sette distinti motivi, spaziando da presunti vizi procedurali a erronee valutazioni delle prove.

Tra i motivi principali spiccavano:
1. La nullità derivante dalla mancata ammissione a un interrogatorio richiesto durante le indagini preliminari. La richiesta era stata inviata via fax ma era priva della firma autenticata.
2. La nullità per il rigetto di un’istanza di rinvio dell’udienza per legittimo impedimento, legato alle restrizioni di movimento in una ‘zona rossa’ durante la pandemia.
3. Vizi di motivazione e travisamento delle prove, con particolare riferimento a testimonianze e a un video prodotto dalla difesa.
4. L’erronea applicazione della legge penale in merito alla qualificazione delle lesioni come ‘malattia’ e alla sussistenza del ‘profitto’ nel reato di rapina.

La Decisione della Corte di Cassazione e la richiesta interrogatorio

La Suprema Corte ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile, confermando la condanna. La parte più significativa della sentenza è quella che affronta il primo motivo, relativo alla validità della richiesta interrogatorio.

I giudici hanno stabilito un principio chiaro: la richiesta di essere sottoposto a interrogatorio, presentata dall’indagato dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, può essere trasmessa al Pubblico Ministero anche tramite fax. Tuttavia, affinché sia valida, è indispensabile che la sottoscrizione dell’indagato sia autenticata dal suo difensore o da un altro pubblico ufficiale abilitato.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che, sebbene la legge non preveda una forma specifica per questa richiesta, devono essere garantite due esigenze fondamentali: l’identificazione certa del soggetto che avanza la richiesta e la conoscenza effettiva dell’atto da parte dell’organo destinatario (il Pubblico Ministero).

L’autenticazione della firma è proprio lo strumento che assicura la provenienza e l’autenticità della volontà dell’indagato. Senza di essa, un documento inviato via fax non offre sufficienti garanzie. I giudici hanno tracciato un parallelo con altre forme di comunicazione previste dal codice, come il telegramma o la lettera raccomandata per la proposizione di un’impugnazione, dove l’autenticazione è parimenti richiesta per assicurare la paternità dell’atto.

Per quanto riguarda gli altri motivi di ricorso, la Corte li ha respinti con le seguenti argomentazioni:
* Legittimo Impedimento: L’impedimento non era stato adeguatamente documentato. Anzi, dai documenti ufficiali (come la procura al difensore) risultava una residenza diversa da quella che si trovava in ‘zona rossa’, rendendo la richiesta di rinvio infondata.
* Valutazione delle Prove: I motivi relativi alla valutazione delle testimonianze, dei certificati medici e dei video sono stati considerati un tentativo inammissibile di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione del merito della vicenda, compito che non le spetta.
* Nozione di ‘Malattia’ e ‘Profitto’: La Corte ha ribadito che il concetto di ‘malattia’ ai fini del reato di lesioni personali include qualsiasi processo patologico significativo, anche senza una limitazione funzionale. Allo stesso modo, ha confermato che l’ ‘ingiusto profitto’ nel reato di rapina può consistere in qualsiasi vantaggio, anche di natura non patrimoniale o morale, come quello di impedire alla vittima di continuare a filmare con il cellulare sottratto.

Conclusioni

La sentenza n. 41961/2024 offre due importanti lezioni. La prima è di natura procedurale: la forma negli atti processuali non è un mero formalismo. Requisiti come l’autenticazione della firma servono a garantire principi cardine come la certezza del diritto e l’identità delle parti. Una richiesta interrogatorio presentata senza rispettare questa cautela è destinata a essere respinta, con la potenziale perdita di una fondamentale occasione di difesa. La seconda lezione è di diritto sostanziale: le nozioni di ‘malattia’ e ‘ingiusto profitto’ continuano ad avere un’interpretazione ampia per tutelare in modo efficace le vittime dei reati contro la persona e il patrimonio.

È valida una richiesta di interrogatorio inviata via fax senza firma autenticata?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta, anche se trasmessa via fax, deve avere la sottoscrizione autenticata dal difensore o da altro pubblico ufficiale per garantire la certezza della sua provenienza. In assenza, la richiesta è inefficace.

Il profitto nel reato di rapina deve essere necessariamente economico?
No, la Corte ha ribadito che il concetto di ‘ingiusto profitto’ include qualsiasi vantaggio, anche di natura non patrimoniale, come quello morale o sentimentale. Nel caso specifico, il fine di impedire a qualcuno di filmare è stato considerato un profitto sufficiente a integrare il reato.

La mancata ammissione di una perizia medico-legale può essere motivo di ricorso per cassazione?
No, la perizia è considerata un mezzo di prova ‘neutro’, la cui ammissione è rimessa alla discrezionalità del giudice. Il suo mancato svolgimento non rientra nel concetto di ‘mancata assunzione di una prova decisiva’, che si riferisce esclusivamente alle prove a discarico che, se ammesse, avrebbero potuto portare a un proscioglimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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