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Richiesta Discussione Orale: Sentenza d’Appello Annullata

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello di Firenze per non aver concesso un’udienza pubblica, nonostante una tempestiva richiesta discussione orale da parte della difesa. La decisione sottolinea come, anche durante la legislazione emergenziale, ignorare tale richiesta costituisca una nullità insanabile. Inoltre, la Corte ha annullato senza rinvio un capo d’imputazione per tentato furto, in quanto una modifica legislativa lo ha reso procedibile solo a querela di parte, mai presentata.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Richiesta Discussione Orale: Quando il Giudizio d’Appello è Nullo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 10151/2024) ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: il diritto alla difesa orale in appello. La Corte ha annullato una condanna perché il giudice di secondo grado aveva ignorato la tempestiva richiesta discussione orale dell’imputato, procedendo con rito ‘cartolare’. Questa decisione evidenzia come, anche in contesti normativi emergenziali, il contraddittorio orale resti un presidio irrinunciabile.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa in primo grado e confermata dalla Corte d’Appello di Firenze per reati di furto (consumato e tentato) e ricettazione, commessi tra il 2012 e il 2013. L’imputato, non soddisfatto della decisione di secondo grado, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza, tra cui uno di natura squisitamente procedurale che si è rivelato decisivo.

I Motivi del Ricorso e il Ruolo della Richiesta Discussione Orale

Il difensore dell’imputato ha sollevato plurime questioni, ma quella che ha assorbito tutte le altre riguardava la violazione di una norma processuale fondamentale. Nonostante la difesa avesse depositato, tramite posta elettronica certificata (PEC) e nel pieno rispetto dei termini di legge, una formale richiesta discussione orale, la Corte d’Appello aveva trattato il processo con il cosiddetto ‘rito cartolare’, ovvero basandosi esclusivamente sugli atti scritti, senza alcuna udienza pubblica. Questo rito era stato introdotto dalla legislazione emergenziale per far fronte alla pandemia da Covid-19, ma prevedeva espressamente la possibilità per le parti di chiedere un’udienza in presenza.

Altro punto di rilievo deciso dalla Cassazione riguarda un capo di imputazione per tentato furto pluriaggravato. Per questo specifico reato, una modifica legislativa successiva (la c.d. Riforma Cartabia) ha trasformato la sua procedibilità da d’ufficio a querela di parte. Poiché la persona offesa non aveva mai sporto querela e i termini per farlo erano ormai scaduti, l’azione penale non poteva più proseguire.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il motivo procedurale, dichiarandolo ‘assorbente’ rispetto a tutti gli altri. I giudici hanno verificato che la richiesta discussione orale era stata inviata il 24 febbraio 2022, ben oltre i quindici giorni liberi prima dell’udienza fissata per il 14 marzo 2022, e all’indirizzo PEC corretto indicato da un provvedimento del Ministero della Giustizia.

Il mancato accoglimento di tale istanza, secondo la Cassazione, integra una ‘nullità generale a regime intermedio’ per violazione del contraddittorio. Lo svolgimento del processo con un rito camerale non partecipato, quando una delle parti ha ritualmente e tempestivamente chiesto la trattazione orale, lede in modo insanabile il diritto di difesa. Di conseguenza, la sentenza d’appello è stata annullata, e il processo dovrà essere celebrato nuovamente davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello di Firenze.

Per quanto riguarda il reato di tentato furto, la Corte ha proceduto a un ‘annullamento senza rinvio’. La mancanza della querela, divenuta condizione di procedibilità, ha infatti estinto la possibilità di proseguire l’azione penale per quel capo d’imputazione.

Conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti lezioni. La prima è che il diritto a un’udienza pubblica e orale rappresenta un pilastro del giusto processo, che non può essere sacrificato neppure in nome di esigenze di celerità o di emergenza, se una parte ne fa legittima e tempestiva richiesta. La seconda riguarda l’impatto delle riforme legislative sui processi in corso: le modifiche sul regime di procedibilità dei reati possono avere effetti diretti e risolutivi, come la declaratoria di non procedibilità per mancanza di querela.

Cosa succede se un giudice d’appello ignora una tempestiva richiesta di discussione orale durante il periodo emergenziale Covid-19?
Lo svolgimento del processo con rito ‘cartolare’ (scritto) invece che orale determina una nullità generale a regime intermedio per violazione del contraddittorio. La sentenza emessa è quindi invalida e deve essere annullata con rinvio per un nuovo giudizio.

Perché uno dei reati contestati è stato annullato senza rinvio?
Il reato di tentato furto pluriaggravato è stato annullato senza rinvio perché una modifica legislativa (D.Lgs. 150/2022) ha cambiato la sua procedibilità da d’ufficio a querela di parte. Poiché la persona offesa non ha mai sporto querela e il termine per farlo è scaduto, l’azione penale non poteva più proseguire per mancanza di questa condizione.

Come deve essere presentata la richiesta di discussione orale per essere valida?
Secondo la normativa applicabile al caso, la richiesta deve essere formulata per iscritto dal difensore entro il termine perentorio di quindici giorni liberi prima dell’udienza e trasmessa alla cancelleria della corte d’appello attraverso i canali telematici previsti, come la posta elettronica certificata (PEC) a indirizzi specifici individuati dal Ministero della Giustizia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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