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Ricettazione: sequestro nullo senza reato presupposto

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per il reato di ricettazione. Il caso riguardava una somma di denaro trovata in possesso di un individuo. I giudici hanno stabilito che, per configurare la ricettazione e giustificare un sequestro, non è sufficiente il mero possesso di denaro di cui non si sa spiegare la provenienza. È indispensabile che l’accusa fornisca elementi concreti che indichino l’esistenza di un ‘delitto presupposto’, ovvero il reato specifico da cui quel denaro proverrebbe, anche se solo a livello di tipologia. La decisione ribadisce che i precedenti penali di una persona non possono, da soli, colmare questa lacuna probatoria.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione: Quando il Possesso di Denaro non Basta per il Sequestro

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti del sequestro preventivo per il reato di ricettazione, stabilendo un principio fondamentale: il semplice possesso di una somma di denaro, anche se non giustificato, non è sufficiente a provare il reato se mancano elementi concreti sul delitto presupposto. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP di Napoli nei confronti di un uomo, trovato in possesso di una somma di denaro pari a 3.640,00 euro. Inizialmente, l’ipotesi di reato era quella di riciclaggio, ma il Tribunale del Riesame, pur confermando il sequestro, ha riqualificato il fatto come ricettazione ai sensi dell’art. 648 del codice penale.

L’indagato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando che l’ordinanza del Riesame non avesse minimamente indicato da quale reato (il cosiddetto ‘delitto presupposto’) provenisse la somma sequestrata. La difesa ha sostenuto che il provvedimento si basava unicamente su elementi deboli, come i precedenti penali del soggetto e la mancata giustificazione sulla provenienza del denaro, senza fornire alcuna prova sulla sua origine illecita.

Il Problema del Delitto Presupposto nella Ricettazione

Il punto centrale del ricorso riguarda un elemento costitutivo essenziale del reato di ricettazione: l’esistenza di un delitto presupposto. Per poter accusare qualcuno di ricettazione, non basta dimostrare che possiede un bene di provenienza sospetta; è necessario che l’accusa fornisca almeno degli indizi seri e concreti sul fatto che quel bene sia il provento di un altro, specifico reato (un furto, una truffa, una rapina, etc.).

La difesa ha evidenziato come il Tribunale del Riesame avesse omesso completamente questa valutazione, fondando il sequestro su una presunzione di colpevolezza basata più sullo ‘status’ della persona che su prove concrete. Questo approccio, secondo il ricorrente, viola i principi fondamentali del diritto penale, che escludono la possibilità di una ‘colpa d’autore’.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici supremi hanno ribadito che, per integrare il fumus commissi delicti della ricettazione, il provvedimento di sequestro deve fornire elementi sufficienti a individuare la possibile provenienza delittuosa del denaro. Questa provenienza deve essere intesa come “derivazione da una specifica ipotesi di reato” e non come una generica e non provata asserzione di possesso ingiustificato.

La Corte ha specificato che né le modalità di custodia del denaro né le altre circostanze del caso concreto erano state valutate per individuare il delitto presupposto, ma solo per attribuire una generica valenza illecita al possesso. Questo non è sufficiente. Sebbene non sia richiesta una ricostruzione completa e dettagliata del reato originario, è indispensabile che l’accusa fornisca elementi che permettano di identificarlo almeno nella sua tipologia.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un importante baluardo di garanzia nel nostro ordinamento. Per procedere con un sequestro per ricettazione, non basta un sospetto basato sulla persona o sulla mancanza di una spiegazione plausibile sulla provenienza di un bene. È onere dell’accusa allegare elementi fattuali concreti che colleghino quel bene a un reato specifico. In assenza di questo collegamento, il sequestro è illegittimo e deve essere annullato. Questa decisione impedisce che misure cautelari reali, che incidono pesantemente sul patrimonio dei cittadini, possano fondarsi su mere congetture o, peggio, su pregiudizi basati sulla storia personale dell’indagato.

È sufficiente il possesso di una somma di denaro non giustificata per configurare il reato di ricettazione?
No. Secondo la sentenza, il mero possesso di denaro di cui non si riesce a giustificare la provenienza non è, da solo, sufficiente per configurare il reato di ricettazione e disporre un sequestro.

Cosa deve dimostrare l’accusa per ottenere un sequestro preventivo per ricettazione?
L’accusa deve fornire elementi sufficienti per individuare la possibile provenienza delittuosa del bene, intesa come derivazione da una specifica ipotesi di reato (il cosiddetto delitto presupposto), anche se solo nella sua tipologia, e non come mera affermazione di possesso ingiustificato.

I precedenti penali di una persona possono essere usati come prova principale per un sequestro per ricettazione?
No. La Corte ha chiarito che il sequestro non può basarsi su una non consentita valorizzazione dello status soggettivo del ricorrente, desunto dai suoi precedenti penali, per colmare la mancanza di prove concrete sull’origine illecita del bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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