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Ricettazione: quando scatta la prescrizione del reato

Un uomo viene condannato per la ricettazione di alcune motoseghe, sostenendo di averle acquistate su un noto sito di annunci online. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7970/2024, dichiara prescritti due dei reati contestati, applicando il principio del “favor rei” per calcolare l’inizio della prescrizione dalla data del furto presupposto. La Corte ribadisce inoltre che un ricorso in cassazione non può limitarsi a ripetere i motivi d’appello, ma deve confrontarsi criticamente con la sentenza impugnata.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione e Prescrizione: La Cassazione e il Principio del Favor Rei

L’acquisto di beni usati online può nascondere insidie legali, tra cui il rischio di incorrere nel grave reato di ricettazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7970/2024) offre importanti chiarimenti su come viene calcolata la prescrizione per questo reato, specialmente quando la data esatta dell’acquisto illecito non è nota. Vediamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un imputato condannato in primo e secondo grado per la ricettazione di tre motoseghe rubate. L’uomo si era difeso sostenendo di aver acquistato gli attrezzi in buona fede su un noto sito di annunci online, senza essere a conoscenza della loro provenienza illecita. A suo dire, questa circostanza emergeva già dal verbale di perquisizione.

Nonostante le sue argomentazioni, la Corte d’Appello aveva confermato la condanna, ritenendo le sue affermazioni non credibili, anche perché non supportate da alcuna documentazione che provasse l’acquisto online, né da dettagli sul prezzo o sulle modalità di pagamento.

L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali: la presunta illogicità della motivazione della Corte d’Appello e, soprattutto, l’intervenuta prescrizione per due dei reati di ricettazione contestati.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, giungendo a una decisione divisa in due parti.

1. Annullamento con prescrizione: La Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente a due episodi di ricettazione, dichiarandoli estinti per prescrizione. Di conseguenza, ha ricalcolato la pena per l’unico reato residuo.
2. Inammissibilità: Per il resto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati dall’imputato riguardo alla sua presunta buona fede fossero una mera ripetizione di quanto già sostenuto in appello, senza un reale e specifico confronto critico con le argomentazioni della sentenza di secondo grado.

La questione della ricettazione e la prescrizione

Il punto cruciale della sentenza riguarda il calcolo del termine di prescrizione. L’avvocato dell’imputato ha sostenuto che, per i reati di ricettazione ai danni delle vittime A e B, il tempo era ormai scaduto. La Cassazione ha dato ragione alla difesa, ribadendo un principio fondamentale.

L’inammissibilità del ricorso nel merito

Per quanto riguarda la colpevolezza, la Corte ha sottolineato che un ricorso per cassazione non può essere una semplice fotocopia dei motivi d’appello. È necessario, a pena di inammissibilità, che l’imputato contesti in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto su cui si fonda la decisione impugnata, dimostrando perché essa sia errata. Nel caso di specie, l’imputato non ha confutato efficacemente la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva giustamente evidenziato la totale assenza di prove a supporto della tesi dell’acquisto online.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi distinti.

Il primo riguarda il calcolo della prescrizione. I giudici hanno riaffermato il principio del “favor rei” (il favore verso l’imputato). Secondo questo principio, quando manca una prova certa sulla data di acquisizione del bene rubato da parte dell’imputato, il momento consumativo del reato di ricettazione deve essere individuato in una data il più possibile vicina a quella del furto originario. Poiché i furti erano avvenuti rispettivamente nell’aprile e nel settembre 2012, facendo partire il calcolo da quelle date, la Corte ha potuto dichiarare estinti per prescrizione i due reati corrispondenti.

Il secondo pilastro riguarda l’inammissibilità del motivo di ricorso sulla colpevolezza. La Corte ha spiegato che la funzione dell’impugnazione è quella di una “critica argomentata”. L’imputato, invece, si era limitato a riproporre la sua versione dei fatti (l’acquisto online), senza però fornire alcun elemento nuovo o contestare puntualmente le ragioni per cui la Corte d’Appello aveva ritenuto la sua versione incredibile. La mancanza di documentazione, di dettagli sulla transazione o sul venditore hanno correttamente portato i giudici di merito a non credere alle sue affermazioni.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma un’importante garanzia per l’imputato: in assenza di prove contrarie, il tempo per la prescrizione della ricettazione inizia a decorrere da un momento prossimo a quello del furto, in applicazione del principio del favor rei. In secondo luogo, essa funge da monito sulla necessità di redigere ricorsi specifici e argomentati, che non si limitino a ripetere doglianze generiche, ma che si confrontino analiticamente con la decisione che si intende contestare. Per i cittadini, invece, resta l’avvertimento: quando si acquistano beni usati, specialmente online e senza canali tracciabili, è fondamentale conservare ogni prova della transazione per potersi difendere efficacemente in caso di contestazioni sulla provenienza lecita del bene.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di ricettazione se non si conosce la data esatta dell’acquisto?
In applicazione del principio del “favor rei”, se manca la prova certa della data di acquisizione del bene, il termine di prescrizione si calcola a partire da una data il più possibile vicina a quella in cui è stato commesso il reato presupposto (ad esempio, il furto).

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato in parte inammissibile?
Perché, per quanto riguarda la sua colpevolezza, si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate in appello, senza confrontarsi in modo specifico e critico con le motivazioni della sentenza impugnata, come richiesto dal codice di procedura penale.

Affermare di aver acquistato un bene su un sito di annunci online è sufficiente a escludere la responsabilità per ricettazione?
No. Secondo la Corte, una semplice affermazione non è sufficiente. L’imputato non ha fornito alcuna documentazione, né ha precisato le modalità e la somma pagata per l’acquisto, rendendo di fatto le sue dichiarazioni non credibili agli occhi dei giudici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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