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Ricettazione: Quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per ricettazione di cellulari contraffatti. I motivi di appello, tra cui la prescrizione e la presunta illogicità della motivazione, sono stati ritenuti infondati e generici. La Corte ha confermato che la mancata giustificazione del possesso di beni illeciti è sufficiente a provare l’elemento soggettivo del reato.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione: Ricorso Inammissibile per Genericità e Prescrizione non Maturata

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità del ricorso in materia di ricettazione e sulla corretta valutazione della prescrizione. La Suprema Corte ha confermato la condanna di un imputato, dichiarando il suo ricorso inammissibile a causa della genericità delle censure e dell’infondatezza della questione relativa alla prescrizione. Questo caso sottolinea come la mancata giustificazione del possesso di beni di provenienza illecita sia un elemento chiave per dimostrare l’intento criminoso.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello per il reato di ricettazione, in relazione al possesso di telefoni cellulari risultati provenienti dal delitto di contraffazione. L’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su tre motivi principali: l’avvenuta prescrizione del reato, la contraddittorietà e la manifesta illogicità della motivazione della sentenza d’appello riguardo alla sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 16 aprile 2024, ha rigettato completamente le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

L’analisi della ricettazione e la prescrizione

Il primo motivo di ricorso, inerente alla prescrizione, è stato giudicato manifestamente infondato. I giudici hanno specificato che per il reato di ricettazione, nell’ipotesi non attenuata, il termine di prescrizione è decennale. Poiché il fatto era stato commesso nel 2015, tale termine non era ancora decorso al momento della decisione. Questo punto è cruciale per comprendere i tempi della giustizia in relazione a specifici reati.

La genericità dei motivi di ricorso

Il secondo e il terzo motivo, che contestavano la logicità della motivazione della sentenza impugnata, sono stati ritenuti inammissibili. La Corte ha osservato che le censure erano state formulate in modo generico, senza enunciare né argomentare specifici rilievi critici contro le ragioni di fatto e di diritto che avevano fondato la condanna. In pratica, il ricorrente non era riuscito a smontare efficacemente il ragionamento dei giudici di merito.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la sentenza d’appello aveva correttamente dedotto l’elemento soggettivo del reato, ovvero la consapevolezza della provenienza illecita dei beni. Tale deduzione si basava sulla mancata giustificazione da parte dell’imputato riguardo al possesso dei telefoni cellulari contraffatti. Secondo la Corte, una volta accertata la provenienza illecita dei beni e la consapevolezza di ciò da parte dell’agente, diventa irrilevante la destinazione finale che quest’ultimo intendeva dare ai beni stessi. La motivazione della Corte si fonda sul principio consolidato secondo cui il possesso ingiustificato di cose provenienti da reato costituisce una prova logica fondamentale per affermare la responsabilità per ricettazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce due principi fondamentali in materia penale. In primo luogo, il calcolo della prescrizione deve tenere conto della specifica fattispecie di reato contestata, con i relativi termini edittali. In secondo luogo, un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, non può limitarsi a critiche generiche e astratte, ma deve contenere specifiche argomentazioni in fatto e in diritto in grado di incrinare la struttura logica della decisione impugnata. La decisione evidenzia, infine, il valore probatorio del possesso ingiustificato di beni di origine delittuosa, che può essere sufficiente a dimostrare l’elemento psicologico richiesto per il reato di ricettazione.

Quando matura la prescrizione per il reato di ricettazione non attenuata?
Secondo l’ordinanza, il reato di ricettazione nella sua forma non attenuata ha un termine di prescrizione di dieci anni. Pertanto, un fatto commesso nel 2015 non era ancora prescritto al momento della decisione del 2024.

Perché i motivi di ricorso relativi alla responsabilità penale sono stati dichiarati inammissibili?
Sono stati dichiarati inammissibili perché considerati generici. Il ricorrente non ha enunciato né argomentato in modo specifico i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto e di diritto che hanno fondato la decisione della Corte d’Appello, limitandosi a censure non circostanziate.

Come è stato provato l’elemento soggettivo del reato di ricettazione nel caso di specie?
L’elemento soggettivo, ovvero la consapevolezza della provenienza illecita dei beni, è stato desunto dalla mancata giustificazione da parte del ricorrente riguardo al possesso dei cellulari di provenienza illecita (reato di contraffazione). La Corte ha ritenuto tale circostanza sufficiente a provare la sua colpevolezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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