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Ricettazione e ritrovamento: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per ricettazione di un telefono cellulare. L’imputato sosteneva di averlo trovato e di volerlo restituire, chiedendo la derubricazione del reato, l’applicazione della particolare tenuità del fatto e le attenuanti generiche. La Corte ha respinto tutte le richieste, confermando la condanna per ricettazione. La decisione si basa sulla manifesta infondatezza dei motivi, evidenziando come la versione dei fatti dell’imputato fosse inverosimile e come i suoi precedenti penali ostacolassero l’applicazione di benefici.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione e Ritrovamento Fortuito: La Cassazione Fa Chiarezza

Affermare di aver semplicemente “trovato” un oggetto di provenienza illecita può bastare a evitare una condanna per il grave reato di ricettazione? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione torna su questo tema delicato, tracciando una linea netta tra la sfortunata coincidenza e la responsabilità penale. Il caso analizzato riguarda il possesso di un telefono cellulare e offre spunti fondamentali per comprendere la logica dei giudici nell’accertamento di questo reato.

I Fatti del Caso: Il Possesso di un Cellulare Sospetto

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione, previsto dall’articolo 648 del codice penale. L’uomo era stato trovato in possesso di un telefono cellulare risultato provenire da un’attività delittuosa. Non accettando la sentenza di condanna della Corte d’Appello, l’imputato ha deciso di presentare ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su tre argomenti principali.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha tentato di smontare l’impianto accusatorio attraverso tre motivi di ricorso distinti:

1. Errata qualificazione del reato: Ha contestato la condanna per ricettazione, sostenendo che il fatto dovesse essere riqualificato come acquisto di cose di sospetta provenienza (art. 712 c.p.), un reato meno grave. La sua versione era di aver trovato il cellulare, credendolo smarrito, con l’intenzione di restituirlo al legittimo proprietario.
2. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Ha richiesto l’applicazione della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis c.p., sostenendo che il fatto fosse di minima entità.
3. Diniego delle attenuanti generiche: Si è lamentato della mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto comportare una riduzione della pena.

L’Analisi della Corte: Perché la Difesa non Regge e la Condanna per Ricettazione è Confermata

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, dichiarandoli tutti manifestamente infondati e, di conseguenza, inammissibili. Vediamo nel dettaglio il ragionamento seguito dai giudici supremi.

La Sottile Linea tra Ricettazione e Ritrovamento

Il primo e più importante punto riguardava la distinzione tra ricettazione e un semplice ritrovamento. La Corte ha evidenziato come la motivazione della sentenza d’appello fosse logica e lineare. I giudici di merito avevano correttamente rilevato la sussistenza non solo dell’elemento materiale (il possesso del bene rubato), ma anche di quello soggettivo (il dolo, cioè la consapevolezza della provenienza illecita e l’intento di trarne profitto). La tesi difensiva del ritrovamento casuale è stata smontata, in quanto ritenuta priva di riscontri e, anzi, contraddetta dagli atti processuali, come il verbale di interrogatorio.

Particolare Tenuità del Fatto: Non Sempre Applicabile

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. I giudici hanno sottolineato la presenza di “cause ostative” che rendevano impossibile il ricorso a tale beneficio. Nello specifico, sono state valorizzate le modalità dell’azione delittuosa, le circostanze in cui l’imputato era entrato in possesso del telefono e, fattore determinante, i suoi precedenti penali specifici. Questi elementi, nel loro insieme, delineavano una condotta non meritevole del trattamento di favore previsto dall’art. 131-bis c.p.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, la Corte ha giudicato infondata anche la doglianza relativa alle attenuanti generiche. Il diniego da parte dei giudici di merito era supportato da una motivazione congrua e priva di evidenti illogicità, e come tale non sindacabile in sede di legittimità. L’omesso riconoscimento delle attenuanti è una decisione che rientra nell’ampia discrezionalità del giudice di merito, il quale deve basare la sua scelta su una valutazione complessiva del fatto e della personalità dell’imputato.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sul principio della manifesta infondatezza e non specificità dei motivi di ricorso. I giudici supremi hanno rilevato che l’appellante si era limitato a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte in appello, senza un reale confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che la difesa basata sul “ritrovamento” di un bene deve essere credibile e circostanziata, altrimenti prevale la presunzione di consapevolezza della sua origine illecita, integrando così il dolo specifico del reato di ricettazione. La presenza di precedenti penali specifici, inoltre, è stata considerata un elemento decisivo per escludere sia la tenuità del fatto sia la concessione di attenuanti, indicando una tendenza a delinquere che non può essere sottovalutata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rafforza un importante principio in materia di reati contro il patrimonio: il possesso ingiustificato di un bene di provenienza illecita fa scattare una presunzione di colpevolezza per ricettazione che spetta all’imputato superare con prove concrete e credibili. La semplice giustificazione del “ritrovamento” non è sufficiente. Inoltre, la decisione conferma che l’accesso a benefici come la non punibilità per tenuità del fatto o le attenuanti generiche è precluso a chi ha precedenti penali specifici, in quanto la valutazione del giudice deve tener conto della personalità complessiva del reo e della sua propensione a commettere reati.

Affermare di aver trovato un oggetto rubato, come un cellulare, è sufficiente per evitare una condanna per ricettazione?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, questa affermazione deve essere credibile e supportata da elementi concreti. Nel caso di specie, la difesa è stata ritenuta inverosimile e la Corte ha confermato la sussistenza dell’intento di profitto tipico della ricettazione, respingendo la richiesta di riqualificare il reato.

Quando non si applica la causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto”?
La Corte ha stabilito che non si applica quando vi sono “cause ostative”. Nel caso analizzato, queste erano le modalità dell’azione, le circostanze dell’acquisizione del telefono e, in particolare, i precedenti penali specifici a carico dell’imputato, che impedivano il riconoscimento del beneficio.

Per quale motivo possono essere negate le circostanze attenuanti generiche?
Possono essere negate quando il giudice fornisce una motivazione adeguata e logica, come avvenuto in questo caso. La Corte di Cassazione ha ritenuto la decisione di negare le attenuanti incensurabile, poiché basata su una valutazione complessiva dei fatti e della personalità dell’imputato, inclusi i suoi precedenti penali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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