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Ricettazione dolo eventuale: l’acquisto che è reato

Un commerciante di auto acquista un veicolo il giorno dopo che questo è stato ottenuto tramite una truffa. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il suo ricorso contro il sequestro del mezzo, confermando che la rapidità della transazione e le modalità sospette sono indizi sufficienti per configurare il reato di ricettazione, anche sotto il profilo della ricettazione dolo eventuale, ovvero l’accettazione del rischio della provenienza illecita del bene.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione per Dolo Eventuale: L’Acquisto Veloce e Sospetto

L’acquisto di beni usati, specialmente nel settore automobilistico, può nascondere insidie legali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione illumina i confini del reato di ricettazione, in particolare quando si configura la ricettazione dolo eventuale. Questo caso dimostra come la rapidità di una transazione e altre circostanze anomale possano trasformare un apparente affare in un serio problema giudiziario.

I Fatti del Caso: Un Acquisto Troppo Rapido

La vicenda riguarda un commerciante di auto indagato per ricettazione. L’uomo aveva acquistato un’autovettura che, solo il giorno prima, era stata ottenuta da un’altra persona tramite una truffa ai danni del legittimo proprietario. Il Tribunale del riesame aveva confermato il sequestro preventivo del veicolo, evidenziando diversi elementi sospetti:

* Tempistica: L’acquisto era avvenuto a meno di 24 ore dalla truffa.
* Modalità di pagamento: L’indagato, un professionista del settore, aveva pagato una somma considerevole (circa 6.000 euro) senza richiedere una quietanza a un venditore a lui sconosciuto.
* Prezzo di rivendita: Il prezzo a cui il commerciante aveva messo in vendita l’auto era notevolmente superiore a quello di acquisto.

L’indagato si era difeso sostenendo di aver trovato l’annuncio su una nota piattaforma online e di aver concluso rapidamente la trattativa, ritenendo normali le dinamiche commerciali.

Il Ricorso in Cassazione e la Ricettazione con Dolo Eventuale

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge per assenza di motivazione da parte del Tribunale. Secondo il ricorrente, gli elementi valorizzati dai giudici non erano sufficienti a dimostrare la sua consapevolezza dell’origine illecita del veicolo. La Corte Suprema, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nel concetto di ricettazione dolo eventuale.

I giudici hanno chiarito che, per contestare un provvedimento di sequestro in Cassazione, non è possibile mettere in discussione la valutazione dei fatti compiuta dal giudice del merito, ma solo l’eventuale assenza totale o l’apparenza della motivazione. In questo caso, la motivazione del Tribunale è stata ritenuta congrua e logica.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha stabilito che la motivazione del Tribunale era solida e non meramente apparente. Gli elementi valorizzati erano tutt’altro che neutri. In particolare:

1. Dolo Eventuale: Per la ricettazione non è necessaria la certezza assoluta della provenienza illecita del bene. È sufficiente il ‘dolo eventuale’, ovvero la condizione in cui l’acquirente, pur non avendo la certezza, si rappresenta concretamente la possibilità che il bene provenga da un delitto e ne accetta il rischio, procedendo comunque all’acquisto.

2. Indici Sintomatici: Il brevissimo lasso di tempo tra la truffa e la successiva vendita (appena 24 ore) è stato considerato un indice fortissimo della malafede. La Corte ha ritenuto ‘non verosimile’ la ricostruzione della difesa secondo cui un’auto, appena ottenuta con l’inganno, fosse stata immediatamente messa in vendita su un sito pubblico e acquistata in così poco tempo dall’indagato.

3. Valutazione Complessiva: La combinazione della tempistica sospetta, delle modalità di acquisto anomale per un operatore del settore e della rapida rivendita a un prezzo maggiore giustificava ampiamente la valutazione del Tribunale sulla sussistenza del fumus commissi delicti, ovvero degli indizi sufficienti a ritenere configurabile il reato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: chi acquista un bene, specialmente se è un operatore professionale, ha il dovere di agire con una certa diligenza. Circostanze oggettivamente anomale, come un prezzo troppo vantaggioso o una fretta ingiustificata da parte del venditore, non possono essere ignorate. Accettare consapevolmente il rischio che il bene possa avere un’origine illecita è sufficiente a integrare il grave reato di ricettazione. La decisione sottolinea come il sistema giudiziario valuti non solo le prove dirette, ma anche un complesso di indizi logici per determinare la consapevolezza e la responsabilità penale dell’acquirente.

Quando l’acquisto di un bene a condizioni sospette può configurare la ricettazione?
Quando le circostanze dell’acquisto (come un prezzo troppo basso, la fretta del venditore o la mancanza di documenti) sono tali da far sorgere in una persona di media diligenza il dubbio sulla provenienza lecita del bene. Se l’acquirente ignora volontariamente questi segnali e accetta il rischio, può essere accusato di ricettazione.

Cosa si intende per dolo eventuale nel reato di ricettazione?
Significa che per essere colpevoli di ricettazione non è necessario avere la certezza assoluta che il bene sia di provenienza illecita. È sufficiente che l’acquirente si rappresenti concretamente questa possibilità e, nonostante ciò, decida ugualmente di concludere l’affare, accettandone il rischio.

È possibile contestare la logicità della motivazione di un sequestro preventivo con un ricorso in Cassazione?
No. In sede di ricorso per Cassazione contro misure cautelari reali come il sequestro preventivo, si può denunciare solo la totale mancanza di motivazione o una motivazione ‘apparente’ (cioè formalmente esistente ma priva di un reale contenuto logico-argomentativo), ma non si può contestare la valutazione nel merito o l’illogicità manifesta della motivazione presentata dal giudice precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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