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Ricettazione documento falso: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per ricettazione di una tessera sanitaria falsa. La sentenza chiarisce che per configurare il reato di ricettazione documento falso, è sufficiente la consapevolezza della provenienza illecita del documento (la contraffazione), non essendo necessario il suo effettivo utilizzo. Il reato presupposto è la falsificazione stessa, non l’uso del falso.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione Documento Falso: Basta il Possesso Consapevole

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha fornito un’importante precisazione sul delitto di ricettazione documento falso. Il caso esaminato riguardava il possesso di una tessera sanitaria contraffatta e ha stabilito un principio fondamentale: per la configurazione del reato non è necessario l’uso del documento, ma è sufficiente riceverlo con la consapevolezza della sua falsità. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa: Il Controllo in Aeroporto

La vicenda ha origine nell’ottobre del 2015, quando un uomo, giunto all’aeroporto di Bari da Londra, viene arrestato per la sospetta contraffazione di un documento d’identità. Durante la successiva perquisizione, le autorità rinvengono in suo possesso anche una tessera sanitaria, intestata alla stessa persona fittizia del primo documento, risultata poi inesistente sia nei registri comunali sia in quelli dell’Agenzia delle Entrate.

L’Iter Giudiziario: Dall’Assoluzione alla Condanna

Inizialmente, il Tribunale di primo grado aveva assolto l’imputato dal reato di ricettazione della tessera sanitaria. La motivazione si basava sull’insussistenza del reato presupposto, ovvero l’uso di atto falso (art. 489 c.p.), poiché l’uomo non aveva effettivamente utilizzato la tessera.

La Corte d’Appello, tuttavia, ha ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado hanno riconosciuto la responsabilità penale dell’imputato, sostenendo che il reato presupposto della ricettazione non fosse l’uso del documento, bensì la sua contraffazione (art. 482 c.p.). La contraffazione è un reato autonomo, e ricevere un documento sapendolo contraffatto integra pienamente il delitto di ricettazione.

I motivi del ricorso e la decisione sul reato di ricettazione documento falso

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. La violazione di legge, sostenendo che l’ipotesi corretta fosse quella della sostituzione di persona, peraltro impossibile data la natura del documento (privo di foto e microchip) e l’inesistenza dell’intestatario.
2. La prescrizione del reato, che a suo dire sarebbe maturata nell’aprile del 2023.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, confermando la condanna. I giudici hanno chiarito in modo definitivo il principio cardine in materia di ricettazione documento falso. Il punto cruciale è che il “reato presupposto” non è l’uso del documento falso, ma il delitto di falso commesso da chi lo ha materialmente creato o alterato. Di conseguenza, chi riceve o acquista un tale documento, essendo consapevole della sua origine illecita (la falsità), commette il reato di ricettazione previsto dall’art. 648 c.p. Non rileva, ai fini della configurabilità del reato, che il documento venga poi effettivamente usato.

La Corte ha inoltre respinto l’eccezione di prescrizione, ricalcolando i termini e stabilendo che la scadenza sarebbe avvenuta solo nel novembre 2025.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un importante principio giuridico: la lotta alla circolazione di documenti falsi si attua punendo non solo chi li crea e chi li usa, ma anche chi li riceve consapevolmente. La decisione della Cassazione sottolinea che la pericolosità sociale della condotta risiede già nell’acquisizione di un documento contraffatto, che costituisce un anello fondamentale nella catena dell’illegalità. Per i cittadini, questo significa che il semplice possesso di un documento che si sa essere falso è di per sé un reato grave, a prescindere da qualsiasi utilizzo successivo.

Per commettere il reato di ricettazione di un documento falso è necessario averlo utilizzato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il reato si configura con la semplice ricezione del documento, a condizione che si sia consapevoli della sua falsità. Il reato presupposto è la contraffazione stessa, non l’uso successivo del documento.

Una tessera sanitaria può essere considerata un documento la cui falsificazione costituisce reato?
Sì. Anche se non è un documento valido per l’espatrio, la tessera sanitaria è considerata un atto la cui contraffazione è punibile dalla legge. Pertanto, la sua ricezione illecita può integrare il delitto di ricettazione.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi presentati erano manifestamente infondati. La Corte ha stabilito che la qualificazione giuridica del fatto operata dalla Corte d’Appello era corretta e che i termini di prescrizione del reato non erano ancora decorsi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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