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Ricettazione difetto di querela: quando è reato?

Con l’ordinanza n. 18781/2025, la Corte di Cassazione ha stabilito che la ricettazione sussiste anche in caso di difetto di querela per il reato presupposto, come il furto. Il ricorso di un’imputata, condannata per aver ricevuto un assegno rubato, è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ribadito che la ricettazione è procedibile d’ufficio e la sua punibilità è indipendente dalla procedibilità del delitto da cui provengono i beni, in base all’art. 648 del codice penale.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione e difetto di querela: il reato sussiste anche senza denuncia del furto?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di reati contro il patrimonio, chiarendo la relazione tra il delitto di ricettazione e la procedibilità del reato presupposto. La pronuncia offre lo spunto per analizzare il caso della ricettazione con difetto di querela per il furto, confermando che la mancanza della denuncia da parte della vittima del reato originario non salva il ricettatore dalla condanna. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I fatti del caso: la condanna per ricettazione di un assegno

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una donna condannata in primo e secondo grado per il reato di ricettazione. L’imputata era stata ritenuta responsabile, in concorso con un’altra persona, per aver ricevuto un assegno di provenienza furtiva. La condanna, emessa prima dal Tribunale e poi confermata dalla Corte d’Appello, si basava sull’accertamento che l’assegno era stato rubato e che l’imputata ne era entrata in possesso pur conoscendone l’origine illecita.

Il ricorso in Cassazione e la tesi difensiva

La difesa dell’imputata ha presentato ricorso in Cassazione, basando la propria argomentazione su un vizio di motivazione. Secondo la tesi difensiva, l’imputata avrebbe dovuto essere assolta perché mancava una condizione di procedibilità per il reato presupposto, ovvero il furto dell’assegno. In altre parole, non essendo stata sporta querela per il furto, questo non era punibile e, di conseguenza, non avrebbe dovuto esserlo nemmeno la ricettazione.

Ricettazione e difetto di querela: la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. I giudici hanno smontato la tesi difensiva richiamando un principio consolidato e chiaramente espresso dalla legge. Il reato di ricettazione, hanno spiegato, è procedibile d’ufficio e la sua esistenza è autonoma rispetto alla punibilità del reato presupposto.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sull’ultimo comma dell’articolo 648 del codice penale, che disciplina appunto la ricettazione. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che le disposizioni sulla ricettazione si applicano anche quando l’autore del delitto da cui provengono il denaro o le cose (il cosiddetto reato presupposto) non è imputabile o non è punibile, oppure quando manca una condizione di procedibilità riferita a tale delitto.

La mancanza della querela per il furto rientra esattamente in quest’ultima casistica. Il furto, in assenza di querela, non è perseguibile, ma questo non cancella il fatto storico né l’illiceità della provenienza del bene. La ratio della norma è quella di colpire la circolazione di beni di provenienza illecita, un comportamento considerato socialmente pericoloso a prescindere dalle vicende processuali del reato originario. La Suprema Corte ha inoltre rafforzato la propria argomentazione citando precedenti giurisprudenziali conformi, che da anni ribadiscono come ‘il delitto di ricettazione sussiste anche quando il reato presupposto sia quello di furto e lo stesso non sia punibile per difetto di querela’.

Le conclusioni

La decisione in commento conferma con fermezza l’autonomia del reato di ricettazione. Chi acquista o riceve un bene sapendo che proviene da un furto commette reato, anche se la vittima del furto decide di non sporgere denuncia. Questa ordinanza serve da monito: l’ordinamento giuridico punisce severamente la circolazione di beni illeciti per interrompere la catena criminale e disincentivare la commissione di reati contro il patrimonio. La punibilità della ricettazione non dipende dalla sorte processuale del ladro, ma dalla consapevolezza del ricettatore circa l’origine delittuosa del bene.

È punibile il reato di ricettazione se per il furto della cosa non è stata presentata querela?
Sì, il reato di ricettazione è pienamente punibile anche se per il reato presupposto, come il furto, manca la querela della persona offesa. La ricettazione è un reato procedibile d’ufficio e autonomo.

Cosa stabilisce l’articolo 648 del codice penale riguardo al reato presupposto della ricettazione?
L’ultimo comma dell’art. 648 c.p. specifica che le norme sulla ricettazione si applicano anche quando l’autore del reato presupposto non è imputabile, non è punibile o quando manca una condizione di procedibilità (come la querela) per quel reato.

Perché il ricorso dell’imputata è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato. La tesi difensiva, basata sul difetto di querela per il furto, era in diretto contrasto con quanto espressamente previsto dalla legge (art. 648 c.p.) e con l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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