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Ricettazione carta di credito: doppio reato con l’uso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione e indebito utilizzo di una carta di credito. La Corte ha stabilito che chi riceve una carta di provenienza illecita e successivamente la utilizza risponde di entrambi i reati, in quanto non vi è assorbimento tra le due fattispecie. La sentenza affronta il tema della ‘ricettazione carta di credito’ e conferma un orientamento giurisprudenziale rigoroso, rigettando anche il motivo relativo alla concessione delle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione carta di credito: per la Cassazione è doppio reato

L’uso di carte di credito rubate è un fenomeno criminale diffuso, che solleva complesse questioni giuridiche. Una delle più dibattute riguarda la qualificazione giuridica della condotta di chi, dopo aver ricevuto una carta di provenienza illecita, la utilizza per effettuare acquisti. Si tratta di un unico reato o di due reati distinti? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sul tema della ricettazione carta di credito, confermando che si configurano due diverse fattispecie di reato: la ricettazione e l’indebito utilizzo.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un soggetto condannato nei primi due gradi di giudizio per aver ricevuto una carta di credito di provenienza furtiva e per averla successivamente utilizzata per i propri scopi. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo principalmente che il reato di indebito utilizzo della carta avrebbe dovuto ‘assorbire’ quello di ricettazione. In altre parole, secondo la difesa, l’uso della carta era la naturale conseguenza del suo ricevimento e, pertanto, si sarebbe dovuta applicare la pena per un solo reato, quello più grave.

Inoltre, il ricorrente lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche da parte della Corte d’Appello, ritenendo la decisione immotivata.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Ricettazione Carta di Credito

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato su entrambi i punti. Gli Ermellini hanno stabilito con chiarezza che i reati di ricettazione (art. 648 c.p.) e di indebito utilizzo di carte di credito (art. 493-ter c.p.) possono concorrere.

Questo significa che chi riceve una carta rubata e poi la usa commette due distinti illeciti penali e può essere punito per entrambi. La Corte ha così confermato un orientamento giurisprudenziale rigoroso volto a colpire in modo completo l’intera catena dell’illecito, dalla circolazione del bene rubato al suo concreto sfruttamento economico.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una chiara distinzione logica e giuridica tra le due condotte.

Il reato di ricettazione si perfeziona nel momento stesso in cui il soggetto riceve la carta di credito, con la consapevolezza della sua provenienza illecita. L’azione punita è l’aver favorito la circolazione di un bene frutto di un altro delitto (in questo caso, un furto).

Il reato di indebito utilizzo, invece, si consuma in un momento successivo, quando il possessore della carta la adopera per effettuare pagamenti o prelievi. Quest’ultima condotta lede un bene giuridico diverso, ovvero la fede pubblica e la sicurezza delle transazioni commerciali.

La Corte ha richiamato un proprio precedente (sentenza n. 46652/2019) che aveva già affermato questo principio per le carte di credito contraffatte, estendendone la validità anche alle carte semplicemente rubate. Non vi è, quindi, un’unica azione criminosa, ma due comportamenti distinti e separati, ciascuno meritevole di una autonoma sanzione penale.

Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la Corte ha ribadito che la valutazione del giudice di merito è insindacabile in sede di legittimità se, come nel caso di specie, è sorretta da una motivazione non manifestamente illogica.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Chiunque si trovi a ricevere una carta di credito di cui conosce la provenienza illecita deve essere consapevole che risponderà penalmente già solo per questo fatto. Se, in aggiunta, deciderà di utilizzarla, sarà chiamato a rispondere di un secondo e autonomo reato.

Questa pronuncia rafforza la tutela contro i crimini legati ai mezzi di pagamento elettronici, inviando un chiaro messaggio: l’ordinamento giuridico punisce severamente sia chi alimenta il mercato dei beni rubati sia chi sfrutta tali beni per trarne un profitto illecito, senza che una condotta possa escludere l’altra.

Chi riceve una carta di credito rubata e poi la usa commette uno o due reati?
Secondo la Corte di Cassazione, commette due reati distinti: la ricettazione della carta di credito e il successivo indebito utilizzo della stessa. Le due condotte illecite non si assorbono l’una nell’altra.

Perché la ricettazione e l’uso indebito di una carta di credito sono considerati due reati separati?
Sono considerati separati perché la ricettazione si consuma nel momento in cui si riceve la carta di provenienza illecita, mentre l’indebito utilizzo si realizza in un momento successivo, quando la carta viene effettivamente usata. Si tratta di due azioni diverse che ledono beni giuridici differenti e possono essere punite autonomamente.

È possibile ottenere le attenuanti generiche per il reato di ricettazione di carta di credito?
In linea generale è possibile, ma la concessione è a discrezione del giudice. Nel caso specifico analizzato dalla Corte, la richiesta di attenuanti generiche è stata respinta perché la decisione del giudice d’appello era fondata su argomentazioni ritenute logiche e non contestabili in sede di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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