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Ricettazione attenuata: quando i precedenti la escludono

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di oltre 490 orologi contraffatti. La Corte ha ritenuto che non sussistessero i presupposti per la concessione della ricettazione attenuata, a causa dell’ingente quantitativo di merce e dei precedenti penali specifici del soggetto, che indicavano un’abitualità nel reato, escludendo anche la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione Attenuata: Precedenti e Abitualità Escludono il Beneficio

Con la sentenza n. 11134 del 2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di ricettazione di merce contraffatta, chiarendo i criteri per l’applicazione della ricettazione attenuata e della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione sottolinea come il numero degli oggetti, il loro valore e, soprattutto, i precedenti penali specifici dell’imputato siano elementi determinanti per escludere tali benefici.

I Fatti del Caso: Ricettazione di Orologi Contraffatti

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale e, successivamente, della Corte d’Appello di Milano, per il reato di ricettazione. L’imputato era stato trovato in possesso di oltre 490 orologi che riproducevano marchi notori, tutti risultati contraffatti. La difesa aveva proposto ricorso per cassazione, lamentando una motivazione carente su tre punti cruciali: il mancato riconoscimento dell’ipotesi di ricettazione attenuata, il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (ex art. 131 bis c.p.) e la mancata riduzione della pena al minimo edittale.

L’Analisi della Corte: Perché la Ricettazione non è Attenuata

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto manifestamente infondato, confermando la decisione dei giudici di merito. L’analisi si è concentrata sui parametri che definiscono la gravità del fatto, escludendo la possibilità di considerarlo di “particolare tenuità”.

La Quantità e il Valore dei Beni

Il primo elemento valorizzato dalla Corte è stato l’ingente numero di oggetti ricettati: oltre 490 orologi. Anche ipotizzando un valore modesto per ogni singolo pezzo, l’importo complessivo risultava tutt’altro che minimale. Questo dato, unito alla qualità delle contraffazioni (riproduzione di marchi famosi) e alla loro concreta commerciabilità, è stato ritenuto sufficiente a escludere la tenuità del fatto.

Il Peso dei Precedenti Penali Specifici

Un fattore decisivo nella valutazione della Corte è stata la presenza di precedenti penali specifici a carico dell’imputato, sempre per reati di ricettazione. I giudici hanno sottolineato come tali precedenti, da soli, ostino al riconoscimento dell’ipotesi attenuata. La condotta passata dell’imputato ha dimostrato una propensione a commettere lo stesso tipo di reato, rendendo recessivi altri eventuali elementi positivi a suo favore.

La Questione dell’Abitualità e l’Esclusione dell’Art. 131 bis c.p.

Anche la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131 bis del codice penale, è stata respinta. La Corte ha evidenziato come la difesa non avesse allegato il certificato penale, impedendo una valutazione completa, ma ha comunque rilevato la correttezza dell’argomentazione della Corte d’Appello.
I giudici di merito avevano infatti desunto l’abitualità della condotta dalle due precedenti condanne per ricettazione. È interessante notare che una di queste condanne era successiva ai fatti in esame, ma la Cassazione ha ribadito che anche le condotte successive possono essere utilizzate per trarre indici di abitualità del comportamento, ostacolando così l’applicazione del beneficio.

Le motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità affermando che i giudici di merito avevano correttamente valutato tutti gli elementi a disposizione. Il diniego della ricettazione attenuata era giustificato non solo dal valore della merce, ma soprattutto dalla presenza di precedenti specifici. L’esclusione dell’art. 131 bis c.p. era fondata sull’abitualità del comportamento criminale, desumibile dalle condanne pregresse. Infine, riguardo alla pena, la Corte ha osservato che, essendo stata fissata una pena base già prossima al minimo edittale e con la concessione delle attenuanti generiche, non vi era necessità di un’ulteriore e più specifica motivazione per non ridurla ulteriormente.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza ribadisce principi consolidati ma di grande importanza pratica. In primo luogo, ai fini del riconoscimento della ricettazione attenuata, non basta un valore patrimoniale esiguo del singolo bene, ma occorre una valutazione complessiva che tenga conto della quantità, della qualità e della commerciabilità della merce. In secondo luogo, la “storia criminale” dell’imputato ha un peso determinante: precedenti specifici possono precludere sia l’attenuante sia la causa di non punibilità per tenuità del fatto, delineando un profilo di abitualità che il legislatore intende sanzionare con maggiore severità.

Quando può essere esclusa l’ipotesi di ricettazione attenuata?
Secondo la sentenza, la ricettazione attenuata può essere esclusa quando il numero degli oggetti è elevato (nel caso specifico, oltre 490), possiedono una concreta commerciabilità e un valore complessivo non minimale. Inoltre, la presenza di precedenti penali specifici per lo stesso reato è un elemento che osta al riconoscimento di tale attenuante.

Perché i precedenti penali sono importanti per escludere la non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.)?
I precedenti penali specifici, anche se relativi a condanne successive al fatto in giudizio, sono considerati dalla Corte come indici di “abitualità” del comportamento. L’abitualità è una condizione ostativa che, per legge, impedisce l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

È necessaria una motivazione specifica per non ridurre la pena al minimo previsto dalla legge?
No, secondo la Corte non è necessaria una specifica motivazione sul diniego di una riduzione della pena al minimo edittale quando la pena base inflitta è già vicina a tale minimo e, inoltre, sono già state concesse le attenuanti generiche. In tali circostanze, la pena viene ritenuta congrua.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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