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Ricettazione attenuata: no al vizio di motivazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imputati condannati per ricettazione di beni contraffatti. La sentenza chiarisce che la concessione dell’attenuante generica per danno di lieve entità non implica automaticamente l’applicazione della fattispecie di ricettazione attenuata, potendo quest’ultima essere esclusa in base ai precedenti penali e alla personalità negativa dell’imputato. Viene inoltre confermata la validità della testimonianza di un responsabile tecnico anche se non formalmente nominato ausiliario di P.G.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione Attenuata e Precedenti Penali: L’Analisi della Cassazione

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 36164/2024 offre un’importante chiave di lettura sulla valutazione della ricettazione attenuata (art. 648, comma 2, c.p.), specialmente quando coesiste con l’attenuante del danno di particolare tenuità. Il caso riguarda la condanna per ricettazione di cellulari e profumi contraffatti, dove gli imputati, pur ottenendo il riconoscimento del danno lieve, si sono visti negare la riqualificazione del reato in forma attenuata a causa della loro personalità e dei precedenti penali. Approfondiamo la decisione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Due soggetti venivano condannati in primo grado dal Tribunale di Mantova per detenzione a fini di vendita di prodotti con marchi contraffatti e per la ricettazione degli stessi. La Corte d’Appello di Brescia, in parziale riforma, dichiarava estinto per prescrizione il reato di detenzione per la vendita, ma confermava la condanna per ricettazione, procedendo a una rideterminazione della pena.

Gli imputati, non soddisfatti della decisione, presentavano ricorso per Cassazione, lamentando principalmente due aspetti: l’inutilizzabilità della testimonianza di una teste che aveva accertato la falsità dei prodotti e, soprattutto, il mancato riconoscimento della fattispecie di ricettazione attenuata nonostante la Corte avesse concesso l’attenuante del danno di particolare tenuità (art. 62 n. 4 c.p.).

I Motivi del Ricorso e la questione sulla ricettazione attenuata

Il ricorso si fondava su due pilastri principali:

1. Vizio procedurale: Si contestava la validità della testimonianza della responsabile del centro tecnico dove erano stati analizzati i cellulari. Secondo la difesa, non essendo stata nominata ausiliaria di polizia giudiziaria e non avendo specifiche competenze tecniche, la sua dichiarazione sulla contraffazione dei beni non era utilizzabile.
2. Errata applicazione della legge penale: Il cuore del ricorso risiedeva nella presunta contraddittorietà della motivazione della Corte d’Appello. I ricorrenti sostenevano che, una volta riconosciuta la particolare tenuità del danno, fosse illogico negare la riqualificazione del fatto nell’ipotesi più lieve di ricettazione, precludendo così anche l’accesso al beneficio della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i motivi di ricorso inammissibili per genericità e manifesta infondatezza, fornendo chiarimenti cruciali.

In primo luogo, la Corte ha ribadito il principio della cosiddetta “doppia conforme”. Poiché le sentenze di primo e secondo grado erano giunte alla stessa conclusione sulla responsabilità penale, le loro motivazioni si fondono, e un ricorso in Cassazione che si limita a riproporre le stesse doglianze già respinte in appello, senza criticare specificamente la motivazione della sentenza impugnata, è da considerarsi generico e quindi inammissibile.

Sulla questione della testimonianza, la Corte ha evidenziato come la teste avesse personalmente assistito e partecipato all’attività tecnica, avendo quindi contezza diretta dei risultati. La sua testimonianza era pertanto pienamente valida.

Il punto centrale della sentenza riguarda però la distinzione tra l’attenuante comune del danno lieve e la fattispecie speciale di ricettazione attenuata. La Cassazione, allineandosi a un proprio precedente orientamento (sent. n. 2890/2019), ha spiegato che le due circostanze operano su piani diversi. L’attenuante dell’art. 62 n. 4 c.p. si basa su una valutazione prettamente oggettiva del danno patrimoniale. Al contrario, la configurabilità della ricettazione attenuata ai sensi dell’art. 648, comma 2, c.p., richiede una valutazione globale del fatto che include anche la componente soggettiva, ovvero la personalità dell’autore del reato.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto ostative alla riqualificazione del reato le plurime condanne a carico degli imputati, anche per reati contro il patrimonio. Questi precedenti, secondo i giudici, delineavano una personalità negativa che impediva di considerare il fatto di “particolare tenuità” nel suo complesso, nonostante il modesto valore economico dei beni.

Conclusioni

La decisione della Cassazione conferma un principio di diritto fondamentale: la valutazione per la concessione della ricettazione attenuata non è automatica e non dipende solo dal valore dei beni. Il giudice deve compiere un’analisi complessiva che tenga conto sia dell’elemento oggettivo (il danno) sia di quello soggettivo (la personalità e la condotta dell’imputato). Pertanto, la presenza di precedenti penali specifici può legittimamente portare all’esclusione della fattispecie attenuata, anche a fronte di un danno patrimoniale di lieve entità. Questa sentenza ribadisce la discrezionalità del giudice di merito nel bilanciare i diversi indici di gravità del reato.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché era generico e manifestamente infondato. Gli imputati si sono limitati a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza contestare specificamente le motivazioni di quest’ultima, violando così i requisiti di specificità del ricorso.

È possibile concedere l’attenuante per danno lieve ma negare la ricettazione attenuata?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è possibile. L’attenuante del danno lieve (art. 62 n. 4 c.p.) si basa su una valutazione oggettiva del pregiudizio economico. La ricettazione attenuata (art. 648, co. 2, c.p.), invece, richiede una valutazione complessiva del fatto, che include anche elementi soggettivi come la personalità dell’imputato e i suoi precedenti penali.

Quale elemento è stato decisivo per negare la ricettazione attenuata in questo caso?
L’elemento decisivo è stata la componente soggettiva. Nonostante il danno fosse lieve, le plurime condanne a carico degli imputati, anche per reati contro il patrimonio, sono state considerate indicative di una personalità negativa, elemento ritenuto ostativo all’accoglimento della richiesta di riqualificazione del reato nella sua forma più lieve.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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