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Ricettazione assegno falso: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato una condanna per ricettazione assegno falso. La sentenza stabilisce due principi chiave: la depenalizzazione del reato di falso in scrittura privata non elimina la punibilità della ricettazione dell’assegno; inoltre, il nuovo termine di 40 giorni per la citazione in appello si applica solo ai ricorsi proposti dopo il 30 giugno 2024. Rigettata anche la richiesta di attenuanti generiche per la sua genericità.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricettazione Assegno Falso: La Cassazione Fa Chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42847/2024, è intervenuta su un caso di ricettazione assegno falso, confermando la condanna di un imputato e fornendo importanti chiarimenti su questioni procedurali e di diritto sostanziale. La decisione ribadisce che ricevere un assegno clonato costituisce reato, anche a seguito della depenalizzazione del falso in scrittura privata. Analizziamo i punti salienti della pronuncia.

Il Caso in Esame: Un Ricorso su Tre Fronti

Un soggetto, condannato in primo e secondo grado per aver acquistato o ricevuto un assegno risultato falso, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:

1. Violazione procedurale: La notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello non avrebbe rispettato il nuovo termine di 40 giorni.
2. Questione di merito: Poiché il reato di falso in scrittura privata (l’atto di clonare l’assegno) è stato depenalizzato, verrebbe a mancare il “reato presupposto” necessario per configurare la ricettazione.
3. Mancata concessione delle attenuanti generiche: La Corte d’Appello non avrebbe motivato adeguatamente il diniego.

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, esaminando e respingendo ciascuna doglianza.

La Questione Procedurale: i Termini per l’Appello

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla violazione dell’art. 601, comma 3, del codice di procedura penale, che prevede un termine di 40 giorni a comparire nel giudizio di appello. La difesa sosteneva che tale termine non fosse stato rispettato.

La Cassazione ha chiarito che questa nuova disciplina, introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), non è ancora universalmente applicabile. Citando una recente sentenza delle Sezioni Unite, ha specificato che il termine di 40 giorni si applica esclusivamente alle impugnazioni proposte a partire dal 1° luglio 2024. Per tutti i ricorsi depositati prima di tale data, come quello in esame, continua a valere il precedente termine di 20 giorni, che nel caso di specie era stato pienamente rispettato.

Ricettazione Assegno Falso e Depenalizzazione

Il punto centrale della sentenza riguarda il secondo motivo di ricorso. La difesa argomentava che la ricettazione assegno falso non potesse sussistere, essendo stato depenalizzato il reato presupposto (falso in scrittura privata). La Corte ha smontato questa tesi richiamando un suo precedente orientamento.

Si è stabilito che la ricettazione di un assegno bancario falso conserva la sua rilevanza penale. La provenienza del bene da un delitto è un elemento della fattispecie che viene valutato con riferimento al momento in cui avviene la condotta di ricezione. L’eventuale successiva abrogazione della norma che puniva il reato presupposto non ha effetto retroattivo sulla punibilità della ricettazione già commessa. In altre parole, ciò che conta è che l’assegno provenisse da un’attività delittuosa nel momento in cui è stato ricevuto dall’imputato.

La Corte ha inoltre liquidato come generica l’eccezione secondo cui l’imputato stesso avrebbe potuto essere l’autore della falsificazione, un’ipotesi che lo renderebbe non punibile per ricettazione. L’assenza di dettagli su come e quando sarebbe avvenuta la falsificazione ha esonerato la Corte d’Appello da qualsiasi obbligo di motivazione sul punto.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, la Cassazione ha confermato la correttezza della decisione di non concedere le attenuanti generiche. I giudici hanno ricordato che la concessione di tali attenuanti non è un atto dovuto né può essere presunta. È l’imputato a dover fornire elementi positivi e concreti che dimostrino la meritevolezza di una mitigazione della pena.

Nel caso specifico, il ricorrente si era limitato a menzionare la propria incensuratezza e a richiamare massime giurisprudenziali in modo generico, senza indicare alcun elemento specifico relativo al fatto o alla sua persona che potesse giustificare un trattamento sanzionatorio più favorevole.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su principi consolidati. In primo luogo, viene ribadita la stabilità della fattispecie di ricettazione, la cui configurabilità non è minata dalle vicende normative del reato presupposto. La valutazione della rilevanza penale deve essere ancorata al momento della condotta. In secondo luogo, la sentenza sottolinea l’importanza della specificità dei motivi di ricorso: affermazioni generiche e non circostanziate non sono sufficienti a innescare un obbligo di motivazione da parte del giudice. Infine, si riafferma che le attenuanti generiche rappresentano un adeguamento della pena a specifiche e peculiari connotazioni del caso concreto, che devono essere allegate e provate dalla difesa, non potendo essere date per scontate.

Le conclusioni

La sentenza n. 42847/2024 consolida l’orientamento secondo cui la ricettazione assegno falso rimane un reato pienamente punibile. Le imprese e i privati devono continuare a prestare la massima attenzione alla provenienza dei titoli di credito. Per gli operatori del diritto, la decisione è un monito sulla necessità di formulare motivi di ricorso specifici e di argomentare in modo puntuale la richiesta di attenuanti, fornendo elementi concreti a supporto. La pronuncia chiarisce inoltre il regime transitorio della Riforma Cartabia sui termini a comparire, offrendo certezza procedurale fino alla piena entrata in vigore della nuova disciplina.

Ricevere un assegno falso è ancora reato dopo la depenalizzazione del falso in scrittura privata?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la ricettazione di un assegno falso rimane un reato. La punibilità viene valutata al momento della condotta di ricezione, e la successiva depenalizzazione del reato di falso non ha effetto retroattivo sulla ricettazione già commessa.

Il nuovo termine di 40 giorni per la notifica della citazione in appello è già in vigore per tutti?
No. La sentenza chiarisce che il nuovo termine di 40 giorni, introdotto dalla Riforma Cartabia, si applica solo alle impugnazioni proposte a partire dal 1° luglio 2024. Per i ricorsi precedenti a tale data, resta valido il termine di 20 giorni.

Per ottenere le attenuanti generiche, è sufficiente non avere precedenti penali?
No. La Corte ha ribadito che le attenuanti generiche non sono un diritto automatico né possono essere presunte. La difesa deve fornire elementi positivi e concreti che giustifichino una riduzione della pena. La semplice incensuratezza, se non accompagnata da altre circostanze meritevoli, può non essere considerata sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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