Revoca Sospensione Condizionale: Quando la Condanna Diventa Definitiva è Decisiva
L’istituto della sospensione condizionale della pena rappresenta una fondamentale misura alternativa alla detenzione, ma il suo mantenimento è subordinato a precise condizioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto cruciale riguardante la revoca sospensione condizionale, specificando quale momento temporale sia determinante quando emerge una nuova condanna per un reato commesso in precedenza. Analizziamo la decisione per comprendere la logica seguita dai giudici e le sue implicazioni pratiche.
Il Fatto: la Revoca di un Beneficio per un Reato Precedente
Il caso esaminato riguarda un individuo che aveva ottenuto la sospensione condizionale della pena. Successivamente, il giudice dell’esecuzione revocava tale beneficio. La decisione si basava su una nuova sentenza di condanna, emessa dalla Corte d’Appello e divenuta irrevocabile il 12 settembre 2023.
Il punto controverso sollevato dal ricorrente era che il reato oggetto di questa nuova condanna era stato commesso il 21 luglio 2016, quindi in un’epoca anteriore alla concessione della sospensione condizionale. Secondo la sua tesi, la revoca non sarebbe stata legittima. La questione è quindi giunta all’attenzione della Corte di Cassazione per stabilire se il criterio per la revoca debba basarsi sulla data di commissione del reato o sulla data in cui la relativa condanna diventa definitiva.
La Decisione della Cassazione sulla Revoca Sospensione Condizionale
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del giudice dell’esecuzione. I giudici supremi hanno respinto l’argomentazione del ricorrente, ribadendo un principio di diritto consolidato in materia di revoca sospensione condizionale.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha chiarito che il ricorso era infondato perché trascurava un elemento fondamentale, già consolidato nella giurisprudenza. Il principio applicabile, ai sensi dell’art. 168, comma 1, n. 2) del codice penale, è il seguente: ai fini della revoca della sospensione condizionale della pena, l’anteriorità del reato successivamente giudicato deve essere valutata con riferimento alla data in cui la sentenza che concede il beneficio diventa irrevocabile, e non rispetto alla data di commissione del reato stesso.
In altre parole, non importa se il secondo reato è stato commesso prima che il beneficio fosse concesso. Ciò che conta è che la condanna per quel secondo reato diventi definitiva dopo la concessione del beneficio. Nel caso di specie, la sentenza di condanna era diventata irrevocabile il 12 settembre 2023, data successiva alla concessione della sospensione. Di conseguenza, la fattispecie rientrava pienamente nei casi di revoca previsti dalla legge.
Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche
La decisione riafferma con forza che il momento determinante per la revoca del beneficio non è l’azione criminosa, ma la sua certificazione giudiziaria definitiva. Questa interpretazione garantisce certezza giuridica e impedisce che condotte illecite, anche se passate, possano essere ‘ignorate’ solo perché accertate giudizialmente in un secondo momento. Per chiunque abbia ottenuto una sospensione condizionale, è fondamentale comprendere che qualsiasi condanna che diventi irrevocabile durante il periodo di sospensione può comportarne la revoca, indipendentemente da quando il reato sia stato commesso. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha inoltre comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a causa della sua colpa nel promuovere un’impugnazione priva di fondamento.
Quando può essere revocata la sospensione condizionale della pena?
La sospensione condizionale della pena può essere revocata, tra le altre ipotesi, quando la persona beneficiaria subisce una nuova condanna per un reato, e tale condanna diventa irrevocabile dopo la concessione del beneficio.
Ai fini della revoca della sospensione condizionale, conta di più la data del reato o la data della condanna definitiva?
Secondo la Corte di Cassazione, il momento determinante è la data in cui la nuova sentenza di condanna diventa irrevocabile (cioè definitiva), e non la data in cui è stato commesso il reato a cui tale condanna si riferisce.
Cosa succede se un ricorso contro la revoca della sospensione condizionale viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, la decisione di revoca viene confermata. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6669 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6669 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 16/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a SABAUDIA il 07/12/1959
avverso l’ordinanza del 22/05/2024 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Visti gli atti e il provvedimento impugnato;
Letto il ricorso;
Rilevato che:
con l’ordinanza impugnata il giudice dell’esecuzione ha revocato la sospensione condizionale della pena nei confronti di NOME COGNOME relativamente alla pena inflitta con sentenza della Corte di appello di Messina del 17 ottobre. 2022, irrevocabile il 12 settembre 2023, per delitto anteriormente commesso, ai sensi dell’art. 168, comma 1, n. 2) cod. pen.;
nel caso di specie, il delitto per il quale è intervenuta la sentenza irrevocabile che determinato la revoca del beneficio è antecedente (essendo stato commesso il 21 luglio 2016) rispetto alla data di irrevocabilità della sentenza che ha concesso quello stesso beneficio (12 settembre 2023);
ritenuto che, con l’unico motivo di ricorso, il ricorrente non sollecita l’applicazione corretta principi di diritto che governano la materia (pure richiamati nell’atto introduttivo) atteso trascura di considerare quello secondo cui «in tema di revoca della sospensione condizionale della pena, l’anteriorità del reato successivamente giudicato va determinata con riferimento alla data in cui diviene irrevocabile la sentenza che concede il beneficio e non a quella di commissione del reato al quale essa si riferisce» (fra le molte, Sez. 1, n. 35563 del 10/11/2020, COGNOME, Rv. 280056);
ritenuto, pertanto, che la fattispecie rientra pienamente nell’ambito di applicabilità dell’ 168, comma primo, n. 2, cod. pen.;
considerato che deve essere dichiarata la inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 16/1/2025