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Revoca pena sostitutiva: serve l’udienza in camera di consiglio

Un giudice aveva revocato la pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità a un condannato senza fissare un’udienza. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento, stabilendo che la revoca pena sostitutiva deve sempre avvenire nel rispetto del contraddittorio tra le parti, secondo le regole dell’art. 666 del codice di procedura penale. L’omissione dell’udienza costituisce una nullità assoluta.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca Pena Sostitutiva: La Cassazione Sottolinea l’Importanza del Contraddittorio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la revoca pena sostitutiva, come quella dei lavori di pubblica utilità, non può avvenire d’ufficio e senza un confronto tra le parti. È sempre necessaria un’udienza in camera di consiglio per garantire il diritto di difesa del condannato. Questa decisione chiarisce che la procedura semplificata ‘de plano’ è un’eccezione, non applicabile in questo contesto.

Il Caso: Revoca dei Lavori di Pubblica Utilità Senza Udienza

Il caso ha origine da un provvedimento del Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Siena. Il giudice aveva revocato la pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità, concessa a un individuo a seguito di una condanna definitiva, poiché risultava che il condannato non avesse mai svolto tali lavori.

Il problema, tuttavia, non risiedeva nel merito della decisione, ma nel modo in cui è stata presa. Il GIP, infatti, aveva adottato il provvedimento di revoca con un procedimento ‘de plano’, ovvero sulla base dei soli documenti, senza fissare un’udienza e senza quindi ascoltare le ragioni del condannato o del suo difensore.

Il condannato, tramite il suo avvocato, ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando proprio la violazione delle norme procedurali, in particolare dell’articolo 186, comma 9-bis, del Codice della Strada e dell’articolo 666 del codice di procedura penale, che impongono il rispetto del contraddittorio.

La Procedura Corretta per la Revoca Pena Sostitutiva

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, affermando che la decisione del GIP era errata. Gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene esistano casi in cui la legge prevede procedure semplificate, la regola generale in materia di esecuzione penale è quella stabilita dall’art. 666 c.p.p.

Il Rinvio Esplicito della Legge

La norma specifica che disciplina la revoca pena sostitutiva in caso di violazione degli obblighi (art. 186, comma 9-bis, D.Lgs. 285/1992) stabilisce esplicitamente che il giudice deve procedere ‘con le formalità di cui all’art. 666 cod. proc. pen.’.

Questo significa che il giudice deve:
1. Fissare un’udienza in camera di consiglio.
2. Notificare la data dell’udienza all’interessato e al suo difensore.
3. Consentire alle parti di presentare memorie, prove e di essere ascoltate prima della decisione.

La procedura ‘de plano’ (prevista dall’art. 667 c.p.p.) rappresenta un’eccezione, applicabile solo nei casi tassativamente previsti dalla legge, tra i quali non rientra la revoca dei lavori di pubblica utilità.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’omissione dell’udienza in camera di consiglio determina una nullità di ordine generale e di carattere assoluto. Questo vizio è talmente grave da poter essere rilevato in ogni stato e grado del procedimento, poiché lede il nucleo essenziale del diritto di difesa.

La giurisprudenza di legittimità è costante su questo punto, come richiamato nella stessa sentenza. Omettere la citazione del condannato e del suo difensore, in un caso in cui la loro presenza è obbligatoria, vanifica il principio del contraddittorio, pilastro fondamentale di un giusto processo. Di conseguenza, il provvedimento emesso in violazione di tali garanzie procedurali è nullo e deve essere annullato.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza riafferma con forza che le garanzie procedurali non sono meri formalismi, ma strumenti indispensabili per la tutela dei diritti fondamentali. La revoca di una pena, anche se sostitutiva, incide sulla libertà personale e non può essere decisa senza aver prima offerto al condannato la possibilità di esporre le proprie ragioni. La Cassazione ha quindi annullato l’ordinanza del GIP e ha rinviato il caso allo stesso tribunale per un nuovo giudizio, che dovrà questa volta svolgersi nel pieno rispetto delle regole del contraddittorio.

È possibile revocare la pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità senza un’udienza?
No, la sentenza stabilisce che la revoca deve avvenire nel rispetto delle formalità previste dall’art. 666 cod. proc. pen., che impone la fissazione di un’udienza in camera di consiglio per garantire il contraddittorio tra le parti.

Quale norma regola la procedura di revoca della pena sostitutiva in questi casi?
La procedura è regolata dall’art. 186, nono comma bis, del D.Lgs. 285/1992 (Codice della Strada), il quale rinvia esplicitamente alle formalità dell’art. 666 del codice di procedura penale.

Cosa succede se un giudice revoca la pena sostitutiva con un provvedimento ‘de plano’, cioè senza udienza?
Il provvedimento è viziato da nullità di ordine generale e di carattere assoluto, poiché viola il diritto di difesa e il principio del contraddittorio. Di conseguenza, come stabilito in questo caso, l’ordinanza deve essere annullata con rinvio al giudice per un nuovo giudizio da svolgersi con la procedura corretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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