Revoca Pena Sospesa: Quando l’Impossibilità Economica Impedisce la Condanna
La sospensione condizionale della pena è un istituto cruciale del nostro ordinamento, ma cosa accade quando il suo mantenimento è legato a un obbligo di pagamento che il condannato non può onorare per difficoltà economiche? Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce che la revoca pena sospesa non è una conseguenza automatica. Al contrario, il giudice ha il dovere di valutare attentamente le giustificazioni dell’imputato, specialmente se basate su una comprovata precarietà finanziaria.
I Fatti del Caso: Una Corsa Contro il Tempo e le Difficoltà
Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale che, in qualità di giudice dell’esecuzione, aveva revocato il beneficio della pena sospesa concesso a un individuo. La sospensione era stata subordinata al pagamento di una somma a titolo di provvisionale in favore della parte civile, da effettuarsi entro 20 giorni dal momento in cui la sentenza era divenuta irrevocabile.
L’imputato non era riuscito a rispettare tale scadenza. Sebbene avesse poi saldato il suo debito in un periodo successivo e avesse raggiunto un accordo con la parte lesa, il Tribunale aveva ritenuto questi eventi tardivi e irrilevanti, procedendo con la revoca del beneficio.
Il Ricorso in Cassazione: L’Argomento della Precarietà Economica
Contro questa decisione, il condannato ha proposto ricorso per cassazione. La sua difesa si è incentrata su un punto cruciale: il Tribunale non aveva minimamente considerato le sue argomentazioni relative a un’oggettiva impossibilità di adempiere tempestivamente per ragioni di “assoluta precarietà economica”. Secondo il ricorrente, questa omissione rappresentava un vizio di motivazione e un’erronea applicazione della legge, poiché la sua inadempienza non derivava da una volontà di sottrarsi all’obbligo, ma da una concreta incapacità economica.
La Decisione della Corte sulla revoca pena sospesa
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio interpretativo consolidato: sebbene il giudice dell’esecuzione non sia tenuto a svolgere d’ufficio accertamenti sulle condizioni patrimoniali dell’imputato, ha l’obbligo di effettuare un “motivato apprezzamento” di tali condizioni quando emergono elementi che mettono in dubbio la capacità economica del soggetto. Questo dovere diventa ancora più stringente se è la stessa parte interessata a fornire documentazione e argomentazioni a sostegno della propria impossibilità ad adempiere.
Le Motivazioni
La motivazione della Cassazione è netta: nel caso di specie, il Tribunale ha completamente ignorato le circostanze addotte dalla difesa. Si è verificata una vera e propria “assenza grafica di motivazione” sulla questione della possibile giustificazione del ritardo. La revoca del beneficio non può essere un atto meccanico che scatta al semplice superamento di un termine. Il giudice deve ponderare le cause dell’inadempimento per accertare se questo sia colpevole o se, come sostenuto nel ricorso, sia frutto di una causa di forza maggiore come l’indigenza.
Per questo motivo, la Corte ha annullato l’ordinanza impugnata, disponendo un rinvio al Tribunale per un nuovo giudizio. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso, questa volta tenendo in debita considerazione le prove e le argomentazioni relative alla situazione economica del condannato.
Le Conclusioni
Le implicazioni pratiche di questa sentenza sono significative. Viene rafforzato il principio secondo cui la giustizia penale deve tenere conto della realtà sociale ed economica delle persone. La revoca pena sospesa non può trasformarsi in uno strumento che punisce due volte chi, oltre ad aver commesso un reato, si trova in una condizione di grave difficoltà economica. La decisione sottolinea che l’obbligo di motivazione del giudice è un presidio di garanzia fondamentale, che impone una valutazione completa e non superficiale di tutti gli elementi portati alla sua attenzione, assicurando che la sanzione penale persegua la sua finalità rieducativa senza calpestare i principi di equità e proporzionalità.
Può essere revocata automaticamente una pena sospesa se non si paga la provvisionale entro il termine?
No. Secondo la sentenza, la revoca non è un automatismo. Il giudice dell’esecuzione ha l’obbligo di valutare le ragioni del mancato adempimento, soprattutto se l’imputato fornisce elementi che dimostrano una sua reale impossibilità economica a rispettare la scadenza.
Il giudice è obbligato a indagare di sua iniziativa sulle condizioni economiche dell’imputato?
No, il giudice non è tenuto a svolgere un’indagine preventiva autonoma. Tuttavia, deve compiere un “motivato apprezzamento” di tali condizioni se dagli atti del processo emergono dubbi sulla capacità economica del condannato o se la difesa fornisce prove e argomentazioni in tal senso.
Cosa accade se il pagamento della provvisionale viene effettuato dopo la scadenza del termine?
Il Tribunale inizialmente aveva ritenuto il pagamento tardivo irrilevante. La Cassazione, però, ha stabilito che prima di decidere sulla revoca, il giudice deve valutare le cause del ritardo. Un pagamento effettuato dopo la scadenza potrebbe quindi non portare alla revoca se il ritardo è giustificato da una comprovata impossibilità economica.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 31749 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 1 Num. 31749 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 24/04/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ASCOLI PICENO il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 12/01/2024 del TRIBUNALE di ASCOLI PICENO
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
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IN FATTO E IN DIRITTO
Con ordinanza resa in data 12 gennaio 2024 il Tribunale di Ascoli Piceno – quale giudice della esecuzione – ha disposto, nei confronti di COGNOME NOME, la revoca della pena sospesa (sentenza n.779 del 2019, irrevocabile il 4 aprile 2023).
1.1 In motivazione si afferma che : a) vi era la subordinazione della pena sospesa al pagamento della provvisionale in favore della parte civile, nel termine di giorni 20 dalla irrevocabilità; b) il termine è inutilmente decorso ; c) non rileva l’accordo intervenuto in epoca posteriore e il pagamento ,effettuato dal condannato tra giugno e di dicembre del 2023.
Avverso detta ordinanza ha proposto ricorso per cassazione – nelle forme di legge – COGNOME NOME. Si deduce erronea applicazione di legge e vizio di motivazione.
2.1 II ricorrente evidenzia che nella decisione non vi è valutazione alcuna delle allegazioni operate in tema di impossibilità del tempestivo adempimento per ragioni di assoluta precarietà economica.
3. Il ricorso è fondato.
3.1 Per costante orientamento interpretativo dell’istituto della revoca della sospensione condizionale, il giudice, pur non essendo tenuto a svolgere un preventivo accertamento delle condizioni economiche dell’imputato, deve tuttavia effettuare un motivato apprezzamento di esse se dagli atti emergano elementi che consentano di dubitare della capacità di soddisfare la condizione imposta ovvero quando tali elementi vengano forniti dalla parte interessata in vista della decisione (v. per tutte Sez. H n. 38431 del 13.9.2023, rv 285041).
3.2 Tale dovere non è stato osservato nel caso in esame. Vi è assenza grafica di motivazione, sul punto, e di apprezzamento delle circostanze introdotte dalla difesa in chiave di possibile giustificazione del ritardo nella osservanza dell’obbligo.
Va pertanto disposto l’annullamento della decisione con rinvio per nuovo giudizio al Tribunale di Ascoli Piceno.
P.Q.M.
Annulla l’ordinanza impugnata con rinvio per nuovo giudizio al Tribunale di Ascoli Piceno.
Così deciso il 24 aprile 2024
Il Consigliere estensore
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