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Revoca patente guida in stato di ebbrezza: il parere

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 37041/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. È stata confermata la legittimità della revoca patente guida in stato di ebbrezza qualora il conducente, con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, provochi un sinistro stradale. La Corte ha inoltre precisato che la semplice richiesta di visionare i documenti dell’etilometro non è sufficiente a contestarne il funzionamento.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca patente guida in stato di ebbrezza: quando è obbligatoria?

La revoca patente guida in stato di ebbrezza è una delle conseguenze più severe per chi viola il Codice della Strada. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i paletti entro cui questa misura diventa un atto dovuto, specialmente quando la guida in stato alterato provoca un incidente. Analizziamo insieme la decisione per capire meglio la posizione della giurisprudenza e le implicazioni per gli automobilisti.

I fatti del caso: incidente e tasso alcolemico elevato

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un automobilista condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver causato un sinistro stradale. Il tasso alcolemico riscontrato era superiore al limite massimo di 1,5 grammi per litro (g/l), configurando così l’ipotesi più grave prevista dall’art. 186 del Codice della Strada.

L’imputato ha deciso di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la presunta irregolarità dell’accertamento effettuato con l’etilometro e l’incostituzionalità della sanzione accessoria della revoca della patente.

I motivi del ricorso e le contestazioni sull’etilometro

L’automobilista ha basato la sua difesa su tre argomentazioni principali:

1. Funzionamento dell’etilometro: La difesa ha contestato la validità della misurazione, lamentando la mancata allegazione al verbale del libretto di omologazione dell’apparecchio e l’assenza di una prova certa del suo corretto funzionamento.
2. Aggravante dell’incidente: È stata messa in discussione la sussistenza dell’aggravante legata all’aver provocato un sinistro stradale.
3. Legittimità della revoca: Il ricorrente ha sostenuto l’illegittimità costituzionale della revoca patente guida in stato di ebbrezza, ritenendola una sanzione sproporzionata.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile e manifestamente infondato. Le motivazioni della Corte offrono chiarimenti importanti su ciascuno dei punti sollevati.

Sul tema dell’etilometro, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: l’onere di provare il malfunzionamento dello strumento spetta alla difesa, ma solo a condizione che vengano forniti elementi concreti e specifici che ne mettano in dubbio l’affidabilità. Non è sufficiente, a tal fine, una generica richiesta di visionare i documenti di omologazione e revisione. Nel caso di specie, l’imputato non aveva fornito alcun elemento idoneo a contestare l’esito del test, rendendo la sua doglianza inammissibile.

Per quanto riguarda l’aggravante dell’incidente, la Corte ha ritenuto il motivo inammissibile in quanto tendente a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Il punto cruciale della decisione riguarda però la sanzione accessoria. La Cassazione ha dichiarato manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale della revoca patente guida in stato di ebbrezza. I giudici hanno spiegato che, nell’ipotesi specifica di sinistro stradale provocato da un conducente con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, la revoca della patente è una sanzione obbligatoria prevista dall’art. 186, comma 2-bis, del Codice della Strada. Questa norma, secondo la Corte, è pienamente autonoma rispetto ad altre disposizioni e non è stata intaccata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 88 del 2019, che riguardava un altro articolo (l’art. 222 cod. strada).

Conclusioni: le implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza consolida l’orientamento rigoroso della giurisprudenza in materia di guida in stato di ebbrezza. Le conclusioni pratiche sono chiare:

* Onere della prova: Chi intende contestare il risultato dell’etilometro deve presentare prove concrete e specifiche del suo malfunzionamento. Una contestazione generica non è sufficiente.
* Revoca Obbligatoria: In caso di incidente stradale causato da un guidatore con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, la revoca della patente non è una scelta discrezionale del giudice, ma una conseguenza obbligatoria e automatica prevista dalla legge.
* Coerenza del sistema: La Corte ha confermato la coerenza del sistema sanzionatorio, distinguendo nettamente le diverse fattispecie e confermando la legittimità costituzionale di una misura così afflittiva per una condotta di particolare gravità e pericolosità sociale.

A chi spetta l’onere di provare il corretto funzionamento dell’etilometro?
L’onere di provare l’omologazione e le verifiche periodiche dell’etilometro spetta al pubblico ministero solo se l’imputato fornisce elementi specifici e idonei a contestare l’effettuazione di tali controlli. La semplice richiesta di visionare i documenti non è sufficiente.

La revoca della patente è sempre automatica se si causa un incidente in stato di ebbrezza?
Sì, secondo la sentenza, la revoca della patente è una sanzione amministrativa accessoria obbligatoria e non discrezionale quando un conducente provoca un sinistro stradale e viene accertato un suo tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l).

La norma che prevede la revoca obbligatoria della patente è costituzionale?
Sì, la Corte di Cassazione ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, affermando che la previsione della revoca obbligatoria nell’ipotesi di incidente con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l è una scelta coerente e legittima del legislatore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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