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Revoca ordine demolizione: non basta il permesso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33964/2025, ha annullato l’ordinanza di un tribunale che aveva disposto la revoca di un ordine di demolizione per un abuso edilizio. La Corte ha stabilito che l’ottenimento di un permesso di costruire in sanatoria non è sufficiente a fermare la demolizione. Il giudice dell’esecuzione ha il dovere di verificare la legittimità sostanziale del permesso, inclusi i limiti volumetrici, prima di procedere alla revoca ordine demolizione. La mera esistenza del titolo amministrativo non esaurisce il controllo giurisdizionale.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca Ordine Demolizione: Perché il Permesso in Sanatoria Non È un Salacondotto Automatico

La Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di abusi edilizi: la revoca ordine demolizione a seguito del rilascio di un permesso in sanatoria. Con la sentenza in esame, i giudici supremi ribadiscono un principio fondamentale: il giudice dell’esecuzione non può essere un mero spettatore, ma deve esercitare un controllo attivo e sostanziale sulla legittimità del titolo abilitativo concesso dal Comune. Vediamo nel dettaglio i contorni di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ordine di demolizione emesso a seguito di una condanna definitiva per la realizzazione di una sopraelevazione abusiva di circa 135 mq. L’erede della persona condannata aveva presentato un’istanza per ottenere la revoca del provvedimento demolitorio, forte di una domanda di condono edilizio.

In un primo momento, il Tribunale, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva accolto la richiesta, ritenendo che si fosse formato un silenzio-assenso da parte dell’amministrazione comunale. Questa decisione, tuttavia, era stata annullata dalla Corte di Cassazione, che aveva rispedito gli atti al Tribunale per una valutazione più approfondita, sottolineando la necessità di verificare tutti i presupposti per la condonabilità dell’opera.

Nel successivo giudizio di rinvio, il Tribunale ha nuovamente accolto l’istanza di revoca, questa volta basandosi su un permesso di costruire in sanatoria effettivamente rilasciato dal Comune. È contro questa seconda decisione che il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso, lamentando che il giudice si fosse limitato a prendere atto dell’esistenza del permesso, senza condurre quella verifica di legittimità richiesta dalla Cassazione.

La Revoca Ordine Demolizione e il Controllo del Giudice

Il Procuratore ha sostenuto che il Tribunale, pur avendo affermato in linea di principio la necessità di un controllo sulla legittimità dell’atto amministrativo, avesse poi contraddittoriamente omesso di effettuarlo. In particolare, non era stata verificata la sussistenza di requisiti fondamentali, come il rispetto dei limiti volumetrici (la condonabilità era legata al fatto che l’ampliamento non superasse il 30% della cubatura preesistente), un punto specifico sollevato dalla Cassazione nel primo annullamento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni del Procuratore, annullando per la seconda volta la decisione del Tribunale. I giudici hanno evidenziato la manifesta illogicità e contraddittorietà della motivazione del provvedimento impugnato. Il punto centrale della decisione risiede nel concetto di “potere-dovere” del giudice dell’esecuzione. Questo giudice non può limitarsi a una presa d’atto passiva del rilascio del permesso in sanatoria. Al contrario, ha l’obbligo di effettuare un controllo sulla legittimità sostanziale dell’atto amministrativo che si pone in contrasto con il giudicato penale (l’ordine di demolizione).

La Cassazione ha ribadito che il permesso in sanatoria non determina automaticamente la revoca. Il giudice deve accertare che la domanda di condono rispondesse a tutti i requisiti di legge e che il permesso sia stato legittimamente rilasciato. Nel caso di specie, il Tribunale ha fallito in questo compito, ignorando gli specifici punti indicati dalla Corte e limitandosi a valorizzare il mero dato formale del rilascio del titolo e del pagamento degli oneri, senza entrare nel merito della conformità dell’opera alle norme urbanistiche.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un orientamento giurisprudenziale consolidato e di estrema importanza pratica. La revoca ordine demolizione non è una conseguenza automatica del condono edilizio. Chi ha commesso un abuso non può considerare il permesso in sanatoria come una garanzia assoluta di salvezza dalla demolizione. La magistratura penale, attraverso il giudice dell’esecuzione, mantiene un ruolo di controllo finale per assicurare che la regolarizzazione amministrativa non sia frutto di errori o illegittimità, tutelando così l’interesse pubblico a un ordinato sviluppo del territorio. La vicenda processuale, dunque, dovrà ricominciare davanti al Tribunale, che questa volta sarà chiamato a svolgere, finalmente, tutti gli accertamenti richiesti.

L’ottenimento di un permesso di costruire in sanatoria comporta automaticamente la revoca dell’ordine di demolizione?
No, la sentenza chiarisce che il permesso in sanatoria non determina automaticamente la revoca. Il giudice dell’esecuzione ha il potere e il dovere di verificare la legittimità sostanziale del permesso prima di revocare l’ordine.

Quale tipo di controllo deve effettuare il giudice dell’esecuzione sul permesso in sanatoria?
Il giudice deve compiere un controllo approfondito che non si limiti a verificare l’esistenza del titolo e il pagamento degli oneri. Deve accertare la rispondenza del permesso a tutti i requisiti di legge, inclusi i limiti volumetrici (come il limite del 30% della cubatura preesistente menzionato nel caso), per assicurarsi che l’atto amministrativo sia legittimo.

Cosa succede se il giudice dell’esecuzione si limita a prendere atto del rilascio del permesso senza verificarne la legittimità?
La sua decisione è viziata da contraddittorietà e violazione di legge. Come avvenuto in questo caso, il provvedimento che revoca l’ordine di demolizione senza un’adeguata verifica viene annullato dalla Corte di Cassazione, con rinvio del caso a un nuovo giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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