Revoca Misura Alternativa: Quando il Comportamento del Condannato Giustifica la Decisione del Giudice
La concessione di una misura alternativa alla detenzione rappresenta un’importante opportunità di rieducazione per il condannato. Tuttavia, questa possibilità è subordinata al rispetto di precise regole. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i criteri che giustificano la revoca misura alternativa, sottolineando come la valutazione del giudice non si limiti al singolo episodio di violazione, ma abbracci l’intero comportamento del soggetto. L’analisi si concentra sulla compatibilità della condotta con il percorso di reinserimento sociale.
I Fatti del Caso
Il caso esaminato trae origine dal ricorso di un individuo contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, che aveva disposto la revoca della misura alternativa a cui era stato ammesso. Il ricorrente contestava la decisione, ma la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, confermando la validità del provvedimento impugnato.
La Valutazione del Comportamento e la Revoca Misura Alternativa
Il Tribunale di Sorveglianza non si era limitato a constatare le violazioni commesse. La sua decisione si basava su un’analisi molto più ampia e approfondita. In particolare, aveva evidenziato che:
* Il condannato era già stato formalmente diffidato in occasione di una precedente violazione.
* Il soggetto manifestava una tendenza a un atteggiamento insofferente verso le regole della civile convivenza.
* Tale tendenza era supportata da un curriculum criminale significativo, con ben 31 precedenti penali, oltre a recenti denunce a suo carico.
Questi elementi, considerati nel loro insieme, hanno portato il Tribunale a concludere che mancava una risposta positiva in termini di rieducazione. Di conseguenza, la prosecuzione della misura appariva inutile. La revoca è stata inoltre disposta con effetto retroattivo, una decisione giustificata dalla circostanza che la prima violazione era stata commessa solo poche ore dopo l’inizio dell’esecuzione della misura stessa.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha avallato pienamente il ragionamento del Tribunale di Sorveglianza. Ha ribadito che la valutazione sull’incompatibilità delle violazioni con la prosecuzione della misura è connotata da un’ampia discrezionalità del giudice. Nel caso specifico, tale potere è stato esercitato in modo logico e coerente.
La Corte ha sottolineato come il giudice di merito abbia correttamente effettuato un giudizio complessivo sul comportamento del condannato. Non si è trattato di una mera constatazione delle infrazioni, ma di una valutazione ponderata che ha dimostrato l’assenza di progressi nel percorso rieducativo. La decisione di revocare la misura alternativa, pertanto, non è stata arbitraria, ma fondata su prove concrete che indicavano l’inutilità di proseguire con un beneficio che il condannato aveva dimostrato di non meritare fin dall’inizio.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza conferma un principio fondamentale in materia di esecuzione penale: la revoca misura alternativa non è una sanzione automatica per ogni violazione, ma il risultato di un giudizio complessivo sulla persona. I giudici devono valutare se il comportamento del condannato, nel suo complesso, sia compatibile con la finalità rieducativa della misura. Un numero elevato di precedenti penali, la recidività nelle violazioni e un’attitudine generale di insofferenza alle regole sono indicatori chiave che possono portare a una decisione di revoca. Inoltre, la prontezza con cui viene commessa la prima violazione può giustificare un effetto retroattivo, annullando di fatto il beneficio fin dalla sua origine e dimostrando l’immediata inidoneità del soggetto al percorso alternativo.
Quando un giudice può disporre la revoca di una misura alternativa?
Un giudice può revocare una misura alternativa quando, attraverso una valutazione discrezionale, ritiene che le violazioni commesse dal condannato siano incompatibili con la prosecuzione della misura, dimostrando il fallimento del percorso di rieducazione.
La revoca di una misura alternativa ha sempre effetto retroattivo?
No, non sempre. Nel caso specifico analizzato, l’effetto retroattivo è stato giustificato dalla circostanza che la prima violazione è stata commessa poche ore dopo l’inizio della misura, indicando un’immediata e totale mancanza di adesione al programma trattamentale.
Quali elementi considera il giudice per decidere sulla revoca?
Il giudice compie una valutazione complessiva che va oltre la singola violazione. Considera la storia personale del condannato, inclusi eventuali precedenti penali (nel caso di specie, 31), precedenti diffide, denunce recenti e ogni altro comportamento che indichi un’attitudine incompatibile con il rispetto delle regole e con il percorso di reinserimento sociale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5651 Anno 2025
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE Data Udienza: 30/01/2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5651 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Composta da
– Presidente –
COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME
– Relatore –
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME NOME nato a RAGUSA il 20/03/1978 avverso l’ordinanza del 18/09/2024 del TRIB. SORVEGLIANZA di Catania dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione; Ritenuto che il ricorso deduca argomenti manifestamente infondati in quanto, in ordine alla revoca della misura alternativa, la valutazione sul se le violazioni commesse dal condannato siano incompatibili o meno con la prosecuzione della misura Ł connotata da profili di discrezionalità (cfr., Sez. 1, Sentenzan. 13376 del 18/02/2019, COGNOME, Rv. 275239), discrezionalità esercitata in modo non illogico nel caso in esame, in cui il Tribunale non si Ł limitato a constatare la esistenza delle violazioni, ma – evidenziando che il condannato era già stato diffidato dal magistrato di sorveglianza in occasione di una precedente violazione e che lo stesso ha una tendenza ad un atteggiamento insofferente al rispetto delle regole di convivenza civile che emerge dai 31 precedenti penali da cui Ł gravato e dalle denunce anche recenti – ha effettuato proprio quel giudizio complessivo sul comportamento del condannato in costanza di misura alternativa che dimostra la mancanza di una risposta positiva in termini di rieducazione e la consequenziale inutilità della prosecuzione della misura, mentre la revoca con effetto retroattivo Ł giustificata dalla circostanza che la prima violazione Ł stata commessa, come riconosciuto dallo stesso ricorso, poche ore dopo la esecuzione della misura;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonchØ al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così Ł deciso, 30/01/2025
Il Consigliere estensore COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME