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Revoca indulto: la pena va valutata singolarmente

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di revoca indulto, stabilendo un principio fondamentale: per la revoca, è necessario valutare la pena inflitta per ogni singolo reato commesso nel quinquennio, non la pena complessiva derivante dal cumulo giuridico o dalla continuazione tra reati. Il giudice dell’esecuzione aveva erroneamente disposto la revoca basandosi sulla pena totale, senza accertare se almeno uno dei nuovi delitti comportasse una condanna di almeno due anni di reclusione, condizione necessaria per la revoca stessa.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca Indulto: La Cassazione Sottolinea la Necessità di Valutare il Singolo Reato

La questione della revoca indulto è un tema delicato nel diritto dell’esecuzione penale, poiché incide direttamente sulla libertà personale del condannato. Con la sentenza n. 39261 del 2024, la Corte di Cassazione interviene per chiarire un aspetto cruciale: ai fini della revoca del beneficio, il giudice deve valutare la pena inflitta per ciascun singolo reato commesso nel periodo sospetto, e non la pena complessiva risultante da un cumulo giuridico. Questa pronuncia ribadisce un principio di garanzia, evitando che l’unificazione delle pene per reati in continuazione possa portare a una revoca altrimenti non giustificata.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso di un condannato contro l’ordinanza della Corte di Appello di Bari, la quale, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva revocato il beneficio dell’indulto precedentemente concesso. La revoca era stata disposta perché il soggetto, nel quinquennio successivo all’entrata in vigore della legge sull’indulto (L. 241/2006), aveva commesso nuovi delitti non colposi per i quali era stato condannato con sentenza della Corte di Appello di Lecce.

Successivamente, la Corte di Appello di Bari, riconoscendo la continuazione tra questi nuovi reati e altri, aveva rideterminato la pena complessiva in sette anni di reclusione. Tuttavia, in questa operazione di ricalcolo, non era stata specificata la pena imputabile a ciascuno dei singoli reati che avevano causato la revoca. Il ricorrente ha quindi lamentato che la revoca fosse illegittima, in quanto il giudice dell’esecuzione non aveva verificato se almeno uno dei nuovi reati, singolarmente considerato, fosse punito con una pena detentiva non inferiore a due anni, come richiesto dalla legge per procedere alla revoca.

La Questione sulla Revoca Indulto e il Cumulo Giuridico

Il nucleo della controversia riguarda l’interpretazione dell’art. 1, comma 3, della legge n. 241/2006. Questa norma prevede la revoca dell’indulto se il condannato commette, entro cinque anni, un delitto non colposo per cui riporti una condanna a pena detentiva non inferiore a due anni. Il quesito fondamentale è: tale limite di due anni si riferisce alla pena inflitta per un singolo reato o può essere raggiunto sommando le pene di più reati, magari uniti dal vincolo della continuazione?

Il ricorrente sosteneva che il giudice dell’esecuzione avesse errato nel basare la revoca sulla pena complessiva di sette anni, frutto del cumulo giuridico, senza aver prima isolato e quantificato la sanzione per ogni singolo delitto. In assenza di tale accertamento, mancava la prova che la condizione ostativa prevista dalla legge si fosse effettivamente verificata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Richiamando un proprio precedente consolidato (Sez. 1, n. 13400 del 19/02/2013), i giudici hanno ribadito che, ai fini della revoca dell’indulto, è necessario avere riguardo “alle singole pene inflitte per ciascun reato commesso nel quinquennio di riferimento e non al cumulo (materiale o giuridico) delle stesse”.

Nel caso di specie, il giudice dell’esecuzione ha disposto la revoca sulla base di una pena complessiva di sette anni, stabilita a seguito del riconoscimento della continuazione, senza però verificare se la sanzione per almeno uno dei quattro reati rilevanti raggiungesse o superasse la soglia dei due anni di reclusione. Questa omissione costituisce un vizio di legge, poiché non consente di accertare il presupposto normativo per la revoca del beneficio.

La Corte ha quindi stabilito che il provvedimento impugnato doveva essere annullato. La decisione di revocare un beneficio così importante come l’indulto non può fondarsi su un calcolo complessivo, ma richiede un’analisi puntuale e specifica della pena attribuita a ogni singolo illecito commesso nel periodo di osservazione.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione annulla l’ordinanza impugnata e rinvia gli atti alla Corte di Appello di Bari per un nuovo giudizio. Il giudice del rinvio dovrà attenersi al principio di diritto enunciato: per decidere sulla revoca indulto, dovrà prima accertare l’ammontare della pena inflitta per ciascuno dei reati contestati e solo dopo verificare se la condizione prevista dalla legge (pena non inferiore a due anni per un singolo delitto) sia soddisfatta.

La pronuncia ha un’importante implicazione pratica: rafforza le garanzie per il condannato, imponendo al giudice dell’esecuzione un onere di verifica rigoroso e analitico, e impedisce che gli effetti favorevoli del cumulo giuridico (che mitiga la pena) si trasformino paradossalmente in un elemento pregiudizievole ai fini della conservazione di un altro beneficio come l’indulto.

Quando può essere revocato un indulto secondo la legge n. 241/2006?
L’indulto viene revocato se il beneficiario, entro cinque anni dall’entrata in vigore della legge, commette un delitto non colposo per il quale riporta una condanna a una pena detentiva non inferiore a due anni.

Ai fini della revoca dell’indulto, si considera la pena totale di più reati uniti dalla continuazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che bisogna considerare le singole pene inflitte per ciascun reato commesso nel periodo di riferimento, non la pena complessiva calcolata tramite cumulo materiale o giuridico.

Cosa succede se il giudice dell’esecuzione revoca l’indulto basandosi sulla pena cumulata senza verificare quella per i singoli reati?
Il provvedimento di revoca è illegittimo e deve essere annullato. Il giudice del rinvio dovrà procedere a un nuovo esame, accertando la pena per ogni singolo reato per verificare se la soglia minima di due anni di reclusione sia stata superata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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