LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Revoca confisca: la competenza è della Corte d’Appello

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione del Tribunale che negava la revoca di una confisca di prevenzione. La sentenza stabilisce un importante principio sulla competenza funzionale: la richiesta di revoca confisca, basata su un vizio originario come una successiva dichiarazione di incostituzionalità della norma, deve essere presentata alla Corte d’Appello e non al tribunale che ha emesso il provvedimento iniziale. La Cassazione ha quindi trasmesso gli atti al giudice competente senza entrare nel merito della questione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca Confisca: La Cassazione Chiarisce la Competenza della Corte d’Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 13210 del 2024, affronta un tema cruciale in materia di misure di prevenzione: la revoca confisca definitiva. Il caso offre lo spunto per chiarire quale sia l’autorità giudiziaria competente a decidere quando la richiesta di revoca si fonda su un vizio originario del provvedimento, come una successiva dichiarazione di incostituzionalità della norma applicata. La Suprema Corte, senza entrare nel merito della vicenda, ha annullato la decisione impugnata per un vizio di competenza, stabilendo un principio procedurale di fondamentale importanza.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da tre persone avverso un decreto del Tribunale di Pescara, sezione misure di prevenzione. Il Tribunale aveva rigettato la loro istanza di revoca della confisca di un immobile di loro proprietà. La richiesta si basava su un presupposto molto solido: la norma che aveva giustificato l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale era stata, nel frattempo, dichiarata parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 14 del 2019.

In particolare, la confisca era stata disposta in base alla pericolosità sociale di uno dei soggetti, qualificata ai sensi dell’art. 1, lett. a) del D.Lgs. 159/2011. La Consulta aveva però stabilito che le misure di prevenzione patrimoniali (sequestro e confisca) non potessero applicarsi ai soggetti rientranti in quella specifica categoria di pericolosità. Nonostante ciò, il Tribunale aveva respinto l’istanza, ritenendo erroneamente che la pericolosità fosse stata valutata anche sulla base di un’altra categoria, non toccata dalla pronuncia di incostituzionalità.

La Questione di Competenza Funzionale

Il punto centrale della decisione della Cassazione non riguarda il merito della richiesta di revoca, ma una questione preliminare e assorbente: la competenza a decidere. I ricorrenti avevano lamentato l’erronea applicazione della legge, ma la Suprema Corte ha rilevato d’ufficio un vizio ancora più radicale.

La giurisprudenza di legittimità è ormai consolidata nel ritenere che le istanze volte a far valere un “difetto originario” dei presupposti di una misura di prevenzione definitiva, come nel caso di una norma dichiarata incostituzionale, rientrano nella procedura di cui all’art. 28 del D.Lgs. 159/2011. Questa norma attribuisce la competenza a decidere sulla revoca alla Corte d’Appello.

Il Tribunale che aveva emesso la misura di prevenzione, quindi, non era l’organo competente a valutare la richiesta di revoca. Si è verificato un vizio di competenza funzionale, che preclude l’esame di qualsiasi altro aspetto della controversia.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione richiamando i propri precedenti, incluse le Sezioni Unite. Ha affermato che la richiesta di revoca della confisca, fondata sulla valutazione di un vizio genetico del provvedimento, trova la sua “sede naturale di verifica giurisdizionale” nel procedimento davanti alla Corte d’Appello.

Il Tribunale, affermando implicitamente la propria competenza, ha commesso un errore procedurale. La rilevazione di tale vizio da parte della Cassazione ha un effetto paralizzante: impedisce di esaminare i motivi del ricorso e impone di rimettere la trattazione della domanda originaria al giudice naturale, ovvero quello funzionalmente competente. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio il provvedimento impugnato, proprio perché emesso da un giudice incompetente.

Le Conclusioni

La sentenza si conclude con una decisione netta: l’annullamento del decreto del Tribunale e la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di L’Aquila, identificata come l’organo competente ai sensi dell’art. 28 del d.lvo n. 159/2011.

Questa pronuncia rafforza un principio procedurale fondamentale: chi intende chiedere la revoca confisca di prevenzione divenuta definitiva a causa di un vizio originario, come l’incostituzionalità sopravvenuta della norma applicata, deve rivolgersi direttamente alla Corte d’Appello. Qualsiasi decisione emessa da un giudice diverso, come il Tribunale che aveva originariamente disposto la misura, è viziata da incompetenza funzionale e destinata a essere annullata.

Chi è il giudice competente a decidere sulla richiesta di revoca di una confisca di prevenzione definitiva?
Quando la richiesta si basa su un “difetto originario” dei presupposti (come una dichiarazione di incostituzionalità della norma), la competenza spetta alla Corte d’Appello, ai sensi dell’art. 28 del d.lgs. n. 159/2011.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale senza esaminare il merito?
Perché ha rilevato un vizio di competenza funzionale. Il Tribunale non era l’organo legittimato a decidere sull’istanza. Questo vizio procedurale è preliminare e assorbente rispetto a ogni altra questione, inclusi i motivi specifici del ricorso.

Qual è l’effetto pratico di questa sentenza per chi si trova in una situazione simile?
La sentenza chiarisce che l’istanza di revoca di una confisca definitiva per vizi originari deve essere presentata direttamente alla Corte d’Appello competente per territorio, e non al Tribunale che ha emesso il provvedimento iniziale, per evitare che la decisione sia annullata per incompetenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati