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Revoca affidamento in prova: quando è legittima?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto a cui era stata revocata la misura dell’affidamento in prova. La decisione si fonda sulle ripetute violazioni delle prescrizioni, tra cui l’allontanamento dall’abitazione e il possesso di stupefacenti, considerate incompatibili con il percorso di risocializzazione. La revoca affidamento in prova è stata confermata, sottolineando che il comportamento del condannato deve essere costantemente valutato.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca Affidamento in Prova: La Cassazione Conferma la Linea Dura

L’affidamento in prova al servizio sociale rappresenta un’importante opportunità di risocializzazione per chi ha commesso un reato, ma è un beneficio condizionato al rispetto di regole precise. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che la violazione di queste regole può portare all’inevitabile revoca affidamento in prova. Analizziamo insieme questo caso per capire quali comportamenti sono considerati incompatibili con la prosecuzione della misura.

Il Caso in Esame: Violazioni Continue e Misura Alternativa

Il caso riguarda un individuo ammesso alla misura alternativa dell’affidamento in prova. Tuttavia, il suo percorso è stato segnato da ripetute violazioni delle prescrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza.

In particolare, in una prima occasione, l’uomo è stato sorpreso fuori dalla sua abitazione al di fuori degli orari consentiti e del contesto lavorativo. Nonostante avesse ricevuto un formale atto di diffida a rispettare le regole, pochi giorni dopo è stato nuovamente trovato sulla pubblica via in violazione delle prescrizioni orarie e, inoltre, in possesso di sostanze stupefacenti (cocaina). A completare il quadro, era emerso che tutti i percorsi riabilitativi intrapresi presso i servizi competenti erano stati interrotti per cause a lui imputabili.

La Decisione del Tribunale di Sorveglianza

Di fronte a questo quadro, il Tribunale di Sorveglianza di Firenze ha disposto la revoca della misura alternativa, ritenendo il comportamento del soggetto del tutto incompatibile con la finalità della prova. La decorrenza della revoca è stata fissata alla data della prima violazione accertata, un dettaglio importante per il calcolo della pena residua da scontare in detenzione.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Revoca Affidamento in Prova

La Corte di Cassazione, investita del ricorso dell’interessato, lo ha dichiarato inammissibile, confermando in toto la decisione del giudice di merito. Secondo gli Ermellini, la normativa sull’affidamento in prova (art. 47, comma 11, Ord. Pen.) prevede esplicitamente la revoca quando il comportamento del soggetto, contrario alla legge o alle prescrizioni, appaia incompatibile con la prosecuzione della misura. L’istituto, infatti, si basa su una prognosi favorevole circa la rieducazione del condannato, prognosi che viene meno di fronte a condotte illecite o violatrici.

Nel caso specifico, le violazioni erano state gravi e reiterate: non solo il mancato rispetto degli orari, ma anche il possesso di droga, avvenuto subito dopo un formale richiamo all’ordine. Questo dimostrava una totale noncuranza per il patto fiduciario stretto con lo Stato e rendeva impossibile proseguire con un percorso esterno al carcere. La Corte ha quindi validato la valutazione del Tribunale, che ha correttamente revocato il beneficio a partire dalla prima infrazione, tenendo conto della gravità oggettiva e soggettiva dei fatti e della condotta complessiva del soggetto.

Le Conclusioni: Comportamento Incompatibile e Inevitabile Revoca

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale: l’affidamento in prova non è un diritto acquisito, ma una concessione basata sulla fiducia e sull’impegno del condannato. La revoca affidamento in prova diventa una conseguenza inevitabile quando il comportamento del soggetto dimostra di non aderire al percorso di risocializzazione. Le violazioni delle prescrizioni, specialmente se reiterate e gravi come nel caso di specie, minano alla base la prognosi favorevole che aveva giustificato la concessione della misura, legittimando pienamente il ritorno al regime detentivo per l’espiazione della pena residua.

Quando può essere revocato l’affidamento in prova?
L’affidamento in prova può essere revocato quando il comportamento del soggetto, contrario alla legge o alle prescrizioni dettate dal giudice, risulta incompatibile con la prosecuzione della misura e fa venire meno la prognosi favorevole di risocializzazione.

Quali comportamenti hanno giustificato la revoca nel caso specifico?
La revoca è stata giustificata da una serie di violazioni gravi e ripetute: l’essersi allontanato dalla propria abitazione al di fuori degli orari consentiti, il possesso di sostanza stupefacente (cocaina) e l’interruzione dei percorsi di riabilitazione presso i servizi competenti.

Da quale momento decorre la revoca della misura?
Il giudice, nel determinare il residuo di pena da scontare, stabilisce la data di decorrenza della revoca. In questo caso, è stata fissata al giorno della prima violazione delle prescrizioni, ovvero il 30 giugno 2024, tenendo conto della gravità del comportamento e della condotta complessiva tenuta durante il periodo di prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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