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Revoca affidamento in prova: guida sotto stupefacenti

La Corte di Cassazione ha confermato la revoca dell’affidamento in prova per un soggetto sorpreso a guidare sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Secondo la Corte, anche una singola condotta di notevole gravità è sufficiente per dimostrare l’incompatibilità con il percorso di risocializzazione, giustificando così la revoca della misura alternativa. La decisione sottolinea che la prosecuzione della prova si basa su una prognosi favorevole che può essere smentita da comportamenti che mettono a repentaglio la sicurezza propria e altrui.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Revoca affidamento in prova: basta un solo grave errore?

La concessione di una misura alternativa come l’affidamento in prova ai servizi sociali si fonda su un patto di fiducia tra lo Stato e il condannato. Ma cosa succede se questa fiducia viene tradita? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 6986/2024) affronta proprio il tema della revoca affidamento in prova, chiarendo che anche una singola condotta, se grave, può essere sufficiente a interrompere il percorso di risocializzazione.

I Fatti del Caso: una guida pericolosa

Il caso riguarda un individuo ammesso alla misura alternativa dell’affidamento in prova. Durante questo periodo, è stato sorpreso a guidare un veicolo sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il Tribunale di Sorveglianza, valutata la gravità del comportamento, ha disposto la revoca della misura.
L’interessato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale non avesse valutato adeguatamente l’episodio e il suo comportamento complessivamente positivo durante il periodo di prova, definendo la motivazione della revoca come meramente apparente.

La Decisione della Cassazione e la revoca affidamento in prova

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo infondato. I giudici hanno confermato la legittimità della decisione del Tribunale di Sorveglianza, ribadendo un principio fondamentale: la misura dell’affidamento in prova si basa su una costante verifica del percorso di risocializzazione del soggetto. Le condotte illecite o in violazione delle prescrizioni devono essere valutate per determinare se siano compatibili con la prosecuzione della misura.

Le Motivazioni della Corte

La sentenza chiarisce che la revoca affidamento in prova non è una sanzione automatica, ma il risultato di una valutazione discrezionale del giudice. L’articolo 47 dell’ordinamento penitenziario stabilisce che la misura è revocata se il comportamento del soggetto ‘appaia incompatibile con la prosecuzione della prova’.
Nel caso specifico, la guida sotto l’effetto di stupefacenti è stata considerata una condotta di ‘consistente gravità’. Tale comportamento non solo costituisce un reato, ma dimostra un’incuria per la sicurezza propria e altrui, minando alla base la prognosi favorevole che aveva originariamente giustificato la concessione della misura.
La Corte ha sottolineato che anche un singolo episodio può essere sufficiente a far emergere la ‘sopravvenuta carenza dei presupposti’ per continuare il percorso di prova. Il fatto che il Tribunale abbia limitato gli effetti della revoca ex nunc (cioè dal momento della violazione) dimostra, secondo la Cassazione, che ha tenuto conto delle condotte pregresse, senza però poter ignorare la gravità del nuovo comportamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce che il percorso di affidamento in prova è un’opportunità che richiede responsabilità e coerenza. Le persone ammesse a questa misura devono essere consapevoli che qualsiasi violazione, soprattutto se grave, può essere interpretata come un segnale di inaffidabilità e di fallimento del progetto rieducativo.
La decisione non lascia spazio a dubbi: la valutazione del giudice non si limita a un calcolo matematico delle infrazioni, ma si concentra sulla compatibilità del comportamento tenuto con le finalità della misura. Una sola azione che riveli un pericolo sociale concreto può bastare per tornare a scontare la pena in regime detentivo.

Una singola violazione è sufficiente per la revoca dell’affidamento in prova?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, anche una sola condotta, se di consistente gravità e ritenuta incompatibile con il percorso di risocializzazione, può essere sufficiente a giustificare la revoca della misura.

Qual è il criterio principale per decidere la revoca?
Il criterio fondamentale è l’incompatibilità del comportamento del soggetto (contrario alla legge o alle prescrizioni) con la prosecuzione della prova. Si valuta se la condotta ha incrinato la prognosi favorevole che era alla base della concessione della misura.

Il buon comportamento tenuto prima della violazione viene considerato?
Sì, il comportamento pregresso può essere considerato. Nel caso esaminato, il Tribunale ne ha tenuto conto disponendo che la revoca avesse effetto solo dal momento della violazione (ex nunc), salvando il periodo di prova già espletato positivamente. Tuttavia, ciò non impedisce la revoca se la nuova violazione è ritenuta troppo grave.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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