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Restituzione nel termine: l’appello è tempestivo

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte di Appello che aveva dichiarato inammissibile per tardività l’impugnazione di un imputato condannato per organizzazione di scommesse illecite. Il motivo dell’annullamento risiede nel fatto che la Corte di Appello non aveva tenuto conto di una precedente ordinanza, emessa da un’altra sezione dello stesso ufficio giudiziario, che aveva concesso all’imputato la restituzione nel termine per proporre appello. Di conseguenza, l’appello, presentato dopo tale concessione, era da considerarsi tempestivo e quindi ammissibile.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Restituzione nel termine: quando l’appello non è più tardivo

Nel complesso mondo della procedura penale, il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale. Tuttavia, esistono strumenti, come la restituzione nel termine, pensati per sanare situazioni eccezionali in cui una parte è impossibilitata a rispettare una scadenza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come questo istituto operi, annullando una declaratoria di inammissibilità di un appello che, solo in apparenza, era tardivo.

I Fatti del Caso: Condanna e Appello a Rischio

La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale di Tivoli, che condannava un soggetto alla pena di un anno di reclusione per il reato di organizzazione e raccolta illecita di scommesse sportive, in violazione della legge n. 401 del 1989. L’imputato, attraverso il suo difensore, proponeva appello avverso tale decisione.

La Decisione della Corte d’Appello: L’Inammissibilità per Tardività

La Corte di appello di Roma, investita del caso, dichiarava l’appello inammissibile. La ragione era apparentemente semplice e lineare: l’atto di impugnazione era stato depositato oltre i termini previsti dalla legge, risultando quindi tardivo. Di conseguenza, la Corte disponeva l’esecuzione della sentenza di primo grado, rendendo definitiva la condanna.

Il Ricorso in Cassazione e l’Effetto Decisivo della Restituzione nel Termine

Contro questa ordinanza, la difesa proponeva ricorso per cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge processuale. Il punto cruciale del ricorso non era una contestazione sui calcoli dei termini, ma la segnalazione di un fatto determinante che la Corte d’Appello aveva completamente ignorato. In precedenza, un’altra sezione della medesima Corte distrettuale, con un’apposita ordinanza, aveva accolto un’istanza dell’imputato e gli aveva concesso la restituzione nel termine per impugnare la sentenza del Tribunale. L’appello, depositato successivamente alla notifica di tale provvedimento favorevole, era quindi da considerarsi a tutti gli effetti tempestivo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo in pieno la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno evidenziato come la Corte di appello, nel dichiarare l’inammissibilità, avesse commesso un errore palese: non aveva tenuto conto della precedente ordinanza che restituiva l’imputato nei termini. Quel provvedimento aveva di fatto riaperto la possibilità di impugnare, creando un nuovo e valido termine decorrente dalla sua notificazione. Poiché l’appello era stato proposto entro questa nuova finestra temporale, non poteva in alcun modo essere considerato tardivo.
La Suprema Corte ha quindi annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte di appello di Roma per il giudizio di merito.

Conclusioni: L’Importanza del Coordinamento Giudiziario e degli Istituti di Garanzia

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: un provvedimento di restituzione nel termine ha l’effetto di sanare la decadenza e di rendere pienamente ammissibile un’impugnazione che altrimenti non lo sarebbe. La decisione sottolinea anche l’importanza del coordinamento e della corretta circolazione delle informazioni all’interno dello stesso ufficio giudiziario per evitare decisioni contraddittorie che possono ledere il diritto di difesa. Per l’imputato, questo istituto si è rivelato uno strumento di garanzia essenziale per poter ottenere un riesame della sua condanna nel merito.

Cosa significa ‘restituzione nel termine’?
È un istituto giuridico che permette a una parte di un processo di compiere un atto (come presentare un appello) anche dopo la scadenza del termine previsto, a condizione che dimostri di non averlo potuto fare per cause di forza maggiore o caso fortuito.

Perché l’appello era stato inizialmente dichiarato inammissibile?
La Corte di appello lo aveva dichiarato inammissibile perché, basandosi sulla scadenza originaria, lo aveva ritenuto tardivo. Tuttavia, aveva omesso di considerare una precedente ordinanza che aveva concesso all’imputato una nuova scadenza attraverso la restituzione nel termine.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione e perché?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di inammissibilità. Ha stabilito che l’appello era tempestivo, in quanto era stato presentato entro il nuovo termine concesso con la precedente ordinanza di restituzione nel termine, provvedimento che la Corte d’Appello aveva erroneamente ignorato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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