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Responsabilità disastro ferroviario: condanne definitive

La Cassazione conferma le condanne per il rischio di disastro ferroviario causato da una collisione in galleria. L’analisi si concentra sulla responsabilità del datore di lavoro, del preposto e del direttore lavori per la mancata adozione di adeguate misure di sicurezza, evidenziando le lacune del POS e l’inefficacia della delega di funzioni.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Responsabilità disastro ferroviario: la Cassazione conferma le condanne

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla responsabilità disastro ferroviario in un complesso caso legato alla sicurezza nei cantieri. La vicenda, che ha visto l’assoluzione in primo grado e la successiva condanna in appello, riguarda una collisione sfiorata tra un treno passeggeri e un macchinario da cantiere all’interno di una galleria. La Suprema Corte, rigettando i ricorsi, ha delineato con precisione le colpe del datore di lavoro, del preposto e del direttore dei lavori, offrendo importanti chiarimenti sull’applicazione delle norme di sicurezza.

I Fatti: Collisione e Rischio Disastro in Galleria

I lavori di consolidamento all’interno di una galleria ferroviaria prevedevano l’uso di un cantiere mobile. Questo convoglio includeva, tra gli altri mezzi, un caricatore idraulico. L’incidente si è verificato quando il caricatore è sviato dalle rotaie proprio mentre stava per transitare, sul binario adiacente, un treno passeggeri a una velocità di 60 Km/h. La collisione tra la ruota del macchinario e la parte anteriore del treno ha creato una grave situazione di pericolo, integrando il reato di disastro ferroviario colposo.

Le indagini hanno fatto emergere una gestione della sicurezza problematica. Sebbene il Piano Operativo di Sicurezza (POS) prevedesse un sistema di allerta più sicuro, con la presenza di agenti di copertura (avvistatori), questo non era mai stato attuato. Si era preferito un sistema basato su un allarme sonoro automatico, implementato con cautele giudicate insufficienti a gestire il rischio specifico di sviamento del caricatore, la cui presenza e movimentazione all’interno del cantiere mobile erano una costante.

Il Percorso Giudiziario: dall’Assoluzione alla Condanna

In primo grado, il Tribunale aveva assolto tutti gli imputati. La motivazione si basava sulla presunta eccentricità dell’evento (lo sviamento) rispetto alle violazioni contestate, ritenendo che l’incidente non fosse causalmente collegato al mancato caricamento manuale dei detriti, come inizialmente ipotizzato.

La Corte d’Appello, tuttavia, ha ribaltato completamente la decisione. I giudici di secondo grado hanno riformato la sentenza, dichiarando i tre imputati – l’amministratore delegato dell’impresa appaltatrice, un suo preposto e il direttore dei lavori per conto della società committente – colpevoli del reato. La Corte d’Appello ha ritenuto che il rischio di sviamento del macchinario fosse del tutto prevedibile e direttamente collegato alla scelta di adottare un sistema di sicurezza inadeguato.

Le Motivazioni della Cassazione: Analisi delle Responsabilità

La Corte di Cassazione ha confermato l’impianto accusatorio della Corte d’Appello, rigettando tutti i ricorsi e analizzando nel dettaglio le posizioni dei singoli imputati.

La Responsabilità del Datore di Lavoro e la Delega di Funzioni

All’amministratore delegato dell’impresa appaltatrice è stata attribuita la colpa principale per aver condiviso e avallato la scelta di non applicare il sistema di sicurezza più prudente previsto dal POS. La Corte ha ritenuto irrilevante la delega di funzioni conferita al figlio, giudicandola inefficace per diverse ragioni:

1. Autonomia di spesa insufficiente: La delega non prevedeva un’autonomia economica adeguata a sostenere i costi per l’implementazione del sistema di sicurezza più oneroso (quello con gli agenti di copertura).
2. Scelta strategica aziendale: La decisione di “tradire” il POS era una scelta strategica che coinvolgeva direttamente il vertice aziendale.
3. POS generico: L’imputata era responsabile per aver presentato un POS generico, non adeguatamente calibrato sui rischi specifici del cantiere, come quello derivante dalla costante presenza del caricatore.

Il Ruolo del Preposto e la Vigilanza nel Cantiere

Il preposto è stato ritenuto responsabile per non aver vigilato sulla corretta applicazione delle disposizioni di sicurezza e, soprattutto, per non aver segnalato al datore di lavoro la pericolosità intrinseca del macchinario e l’inadeguatezza del sistema di prevenzione in uso. La sua presenza quotidiana in cantiere e la piena consapevolezza dei rischi lo obbligavano a un intervento attivo, che è mancato. La prassi lavorativa contra legem, seppur coerente con le direttive aziendali, si è consolidata anche grazie al suo mancato intervento.

Il Direttore Lavori e l’Ingerenza nella gestione della responsabilità disastro ferroviario

Una delle analisi più interessanti della sentenza riguarda la posizione del direttore dei lavori, dirigente della società committente. La Cassazione ha confermato la sua responsabilità non per una semplice omissione di vigilanza tecnica, ma per una vera e propria ingerenza nella gestione della sicurezza. Egli ha partecipato attivamente agli incontri e agli accordi che hanno portato alla scelta di mantenere il sistema di sicurezza meno efficace, ma economicamente più vantaggioso. Questa condotta lo ha reso, di fatto, un cogestore del rischio, estendendo la sua responsabilità oltre i confini formali del suo incarico e contribuendo alla catena causale che ha portato al quasi disastro.

Conclusioni

La sentenza ribadisce principi fondamentali in materia di sicurezza sul lavoro e responsabilità disastro ferroviario. In primo luogo, sottolinea che la redazione del POS non è un mero adempimento burocratico, ma un atto fondamentale che deve essere specifico e scrupolosamente attuato. In secondo luogo, chiarisce che una delega di funzioni, per essere efficace, deve essere sostanziale e dotata di reale autonomia organizzativa e di spesa. Infine, la pronuncia funge da monito per i direttori dei lavori per conto delle committenze: un coinvolgimento attivo nelle decisioni sulla sicurezza, che esula dalla mera sorveglianza tecnica, può comportare una piena condivisione della responsabilità penale in caso di incidenti.

Una delega di funzioni in materia di sicurezza è sempre sufficiente a escludere la responsabilità del datore di lavoro?
No, secondo la Corte la delega non è efficace se non è accompagnata da una reale e sufficiente autonomia di spesa per il delegato e se il datore di lavoro rimane direttamente coinvolto nelle decisioni strategiche che impattano la sicurezza, come la scelta di non attuare le previsioni del POS.

Qual è la responsabilità del direttore dei lavori del committente in un cantiere?
Normalmente la sua responsabilità è limitata alla sorveglianza tecnica sulla corretta esecuzione del progetto. Tuttavia, la sentenza chiarisce che se il direttore dei lavori si ‘ingerisce’ attivamente nella gestione della sicurezza, partecipando a decisioni operative e accordi con l’appaltatore, la sua responsabilità si estende fino a includere la colpa per gli eventi dannosi che ne derivano.

La mancata attuazione di un sistema di sicurezza previsto nel Piano Operativo di Sicurezza (POS) costituisce una colpa penalmente rilevante?
Sì, la Corte ha stabilito che la scelta consapevole di non applicare il sistema di sicurezza più efficace previsto nel POS, optando per una soluzione meno sicura, rappresenta una colpa evidente che fonda la responsabilità penale degli imputati per il pericolo di disastro ferroviario che si è concretizzato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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