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Responsabilità datore di lavoro: non basta il preposto

La Cassazione conferma la condanna di una datrice di lavoro per violazioni della sicurezza in cantiere. La nomina di un preposto non esonera dalla responsabilità datore di lavoro per carenze organizzative. Un’archiviazione per tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p.p. può essere considerata un precedente ostativo alla sospensione condizionale della pena.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sicurezza sul Lavoro: La Nomina del Preposto Esonera il Datore di Lavoro?

La sicurezza sui luoghi di lavoro è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento, ma le dinamiche di cantiere spesso sollevano complesse questioni giuridiche. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato principi cruciali sulla responsabilità datore di lavoro, anche in presenza di un preposto alla sicurezza. La decisione chiarisce che la delega di funzioni non è un salvacondotto, specialmente quando le violazioni derivano da scelte organizzative a monte. Analizziamo questo caso per capire i limiti della delega e le conseguenze di precedenti penali, anche se archiviati per tenuità del fatto.

I Fatti del Caso: Carenze di Sicurezza in Cantiere

Il caso riguarda la titolare di un’impresa edile, condannata per non aver garantito adeguate misure di sicurezza durante lavori di rimozione di amianto dalla copertura di un capannone. Nello specifico, le violazioni contestate erano due:
1. La mancanza di uno ‘stocchetto’ o di un’altra protezione per colmare un pericoloso spazio vuoto tra l’ultimo piano di un trabattello e il tetto, rendendo rischioso il passaggio per gli operai.
2. L’assenza di attraversamenti (passerelle) idonei a permettere il transito sicuro sulle porzioni di copertura in amianto non ancora rimosse, necessarie per evitare scivolamenti e il calpestamento del materiale fragile.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa della datrice di lavoro ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali, cercando di ribaltare la decisione di condanna.

La Nomina del Preposto come Delega di Responsabilità

Il secondo motivo di ricorso, di particolare interesse, sosteneva che le contestazioni erano state erroneamente indirizzate alla datrice di lavoro. La difesa ha evidenziato che in cantiere era presente un preposto, formalmente nominato nel Piano Operativo di Sicurezza (P.O.S.), che di fatto svolgeva le funzioni di responsabile della sicurezza. Secondo la ricorrente, la responsabilità per le mancanze operative avrebbe dovuto ricadere su di lui.

L’Archiviazione per Tenuità del Fatto come Precedente

Con il terzo motivo, la difesa contestava il diniego della sospensione condizionale della pena. I giudici di merito avevano motivato tale diniego sulla base di un precedente a carico dell’imputata: un’archiviazione per ‘particolare tenuità del fatto’ (ex art. 131-bis c.p.) per un reato della stessa natura. La difesa argomentava che tale archiviazione non costituisce un accertamento di responsabilità penale e, pertanto, non può essere usata per formulare una prognosi negativa sulla futura condotta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sulla Responsabilità Datore di Lavoro

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo i motivi infondati e fornendo chiarimenti importanti sulla responsabilità datore di lavoro.

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: la designazione di un preposto non esonera il datore di lavoro dalla propria responsabilità penale, specialmente quando l’infortunio o la situazione di pericolo derivano da scelte gestionali e organizzative che sono di sua esclusiva competenza. Nel caso specifico, l’assenza di un trabattello a norma e di adeguate passerelle non era una mera negligenza esecutiva, ma una carenza strutturale legata all’organizzazione del cantiere, una scelta ascrivibile direttamente al datore di lavoro. La redazione del documento di valutazione dei rischi e la nomina di un preposto non sono sufficienti se, a monte, non vengono adottate misure di prevenzione adeguate.

Riguardo al diniego della sospensione condizionale, la Corte ha confermato la correttezza della decisione. I giudici hanno spiegato che un provvedimento di archiviazione per particolare tenuità del fatto, sebbene non sia una condanna, presuppone un accertamento della sussistenza del fatto, della sua rilevanza penale e della responsabilità dell’indagato. Di conseguenza, tale provvedimento costituisce a tutti gli effetti un ‘precedente’ giudiziario. Questo precedente può essere legittimamente considerato dal giudice per formulare un giudizio prognostico negativo sulla probabilità che l’imputato si astenga dal commettere futuri reati, giustificando così il diniego di benefici come la sospensione condizionale della pena.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame offre due lezioni fondamentali per ogni datore di lavoro. In primo luogo, la delega di funzioni in materia di sicurezza, pur essendo uno strumento importante, non svuota di contenuto la posizione di garanzia del vertice aziendale. Le scelte organizzative, la fornitura di attrezzature idonee e la definizione di procedure sicure rimangono un caposaldo della responsabilità datore di lavoro. In secondo luogo, la pronuncia evidenzia come anche episodi criminali di lieve entità, conclusi con un’archiviazione per tenuità del fatto, lascino una traccia giuridica. Tali precedenti possono avere conseguenze significative in futuri procedimenti penali, precludendo l’accesso a benefici di legge. Una gestione attenta e scrupolosa della sicurezza non è solo un obbligo morale e legale, ma anche una tutela contro conseguenze future inaspettate.

La nomina di un preposto alla sicurezza esonera completamente il datore di lavoro dalle sue responsabilità?
No, la designazione di un preposto non esonera il datore di lavoro da responsabilità, specialmente se l’evento lesivo o la situazione di pericolo derivano da scelte gestionali e organizzative inadeguate, come la mancata fornitura di attrezzature a norma, che sono ascrivibili direttamente al datore di lavoro.

Un provvedimento di archiviazione per ‘particolare tenuità del fatto’ può essere considerato un precedente penale?
Sì, ai fini della concessione di benefici come la sospensione condizionale della pena. La Corte afferma che tale provvedimento, presupponendo un accertamento del fatto e della responsabilità, è idoneo a costituire un ‘precedente’ che il giudice può valutare per formulare un giudizio prognostico negativo sulla futura condotta dell’imputato.

Quali sono le responsabilità specifiche del datore di lavoro che non possono essere delegate al preposto in questo caso?
La responsabilità di effettuare scelte organizzative adeguate per la sicurezza del cantiere, come l’allestimento di trabattelli a regola d’arte e la predisposizione di idonee passerelle per il camminamento. Queste non sono mere modalità esecutive, ma decisioni strutturali che rientrano nella sfera di competenza diretta del datore di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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