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Responsabilità concessionario demaniale: il caso del crollo

La Corte di Cassazione conferma la responsabilità civile del titolare di una concessione demaniale per i danni derivanti dal crollo di una struttura fatiscente, costruita e gestita da terzi. La sentenza stabilisce che la responsabilità del concessionario demaniale è assimilabile a quella del proprietario di un immobile ai sensi dell’art. 2053 c.c., specialmente quando i difetti strutturali sono palesi e immediatamente percepibili.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Responsabilità concessionario demaniale: chi paga per il crollo?

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 4923/2024 affronta un tema cruciale per chiunque operi su aree pubbliche: la responsabilità concessionario demaniale per i danni causati da strutture costruite da terzi. Il caso analizzato riguarda il crollo di una piattaforma in legno presso uno stabilimento balneare, che ha provocato lesioni a diverse persone. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: il titolare della concessione non può esimersi dalle proprie responsabilità, che sono assimilabili a quelle di un proprietario.

I Fatti del Caso

Un’associazione ricreativa, titolare di una concessione demaniale marittima, aveva affidato la gestione di un lido a una società esterna. Quest’ultima aveva costruito una struttura balneare temporanea in legno, sollevata dalla sabbia. A causa di una grave fatiscenza strutturale, una parte della piattaforma (il solaio) è crollata, ferendo le persone che vi si trovavano sopra.

Nei gradi di merito, mentre i reati contestati agli amministratori si sono prescritti, la responsabilità civile dell’associazione concessionaria è stata confermata. L’associazione ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo di non essere proprietaria della costruzione e di non avere alcun potere di controllo sulla stessa, essendo stata realizzata e gestita interamente dalla società affittuaria.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la condanna al risarcimento dei danni. La decisione si fonda sull’applicazione dell’articolo 2053 del codice civile, che disciplina la responsabilità del proprietario per la “rovina di edificio”. Secondo i giudici, la posizione del titolare di una concessione che autorizza la costruzione di una struttura sulla propria area è “del tutto assimilabile a quella del proprietario”.

Le Motivazioni sulla responsabilità concessionario demaniale

Il cuore della motivazione risiede nel dovere di vigilanza che grava sul concessionario. La Corte ha chiarito che, sebbene la struttura non esistesse al momento della stipula del contratto di gestione, il concessionario non poteva “disinteressarsi dello stato e delle condizioni della struttura che è stata poi costruita”.

Il punto chiave è la palese situazione di degrado e pericolo della piattaforma, che era percepibile ictu oculi, ovvero a colpo d’occhio. La sentenza sottolinea come la struttura fosse visibilmente fatiscente e pericolante, con componenti eterogenee, travi deteriorate, e sistemi di fissaggio approssimativi o mancanti. Di fronte a un pericolo così evidente, il concessionario aveva un dovere di intervento per evitare danni a terzi, a prescindere da chi avesse materialmente costruito o gestito l’opera.

Questa responsabilità è analoga a quella del committente di un’opera che presenta vizi strutturali palesi. Pertanto, la responsabilità concessionario demaniale sorge non tanto dalla proprietà formale, ma dalla titolarità della concessione stessa, che impone un obbligo di garanzia verso la sicurezza degli utenti dell’area.

Le Conclusioni

Questa sentenza invia un messaggio chiaro ai titolari di concessioni demaniali: delegare la gestione o la costruzione di opere a terzi non significa abdicare alle proprie responsabilità. Il concessionario mantiene un dovere di supervisione e di intervento, soprattutto quando emergono situazioni di pericolo evidenti. La titolarità di una concessione su un bene pubblico comporta oneri significativi, tra cui quello di garantire che le attività svolte sull’area non mettano a rischio l’incolumità pubblica. Ignorare uno stato di degrado manifesto espone il concessionario a pesanti conseguenze civili, equiparandolo di fatto a un proprietario negligente.

Il titolare di una concessione demaniale è responsabile per i danni causati da una struttura costruita e gestita da un terzo sulla sua area?
Sì, secondo la sentenza, la sua posizione è del tutto assimilabile a quella del proprietario di un edificio ai sensi dell’art. 2053 c.c. Di conseguenza, è responsabile per i danni causati dalla rovina della costruzione, specialmente se lo stato di pericolo era evidente.

La responsabilità del concessionario esiste anche se la struttura non era presente al momento del contratto di gestione?
Sì, la Corte ha specificato che il concessionario non può disinteressarsi delle condizioni della struttura che viene successivamente costruita sull’area in concessione. Il momento genetico della costruzione è irrilevante di fronte a vizi strutturali palesi e a un dovere di intervento.

Cosa significa che un difetto è percepibile ‘ictu oculi’?
Significa che il difetto o lo stato di pericolo è talmente evidente da poter essere notato a colpo d’occhio, senza la necessità di una perizia tecnica. Nel caso di specie, lo stato di fatiscenza e instabilità della piattaforma di legno era considerato palese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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