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Resistenza a pubblico ufficiale: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e oltraggio. La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso fossero una mera riproposizione di argomentazioni già respinte in appello e che la negazione delle attenuanti generiche fosse giustificata dai precedenti penali specifici del ricorrente. La decisione conferma che la condotta violenta, anche se consistente in spintonamenti, è sufficiente per configurare il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Resistenza a Pubblico Ufficiale: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’ordinanza in esame offre importanti chiarimenti sulla configurabilità del reato di resistenza a pubblico ufficiale e sui limiti di ammissibilità del ricorso in Cassazione. Con una decisione netta, la Suprema Corte ha respinto le doglianze di un imputato, confermando la sua condanna e stabilendo principi chiari sia sulla natura della condotta violenta, sia sulla valutazione dei precedenti penali ai fini della concessione delle attenuanti.

I Fatti del Caso

Il ricorrente era stato condannato nei primi due gradi di giudizio per i reati di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) e oltraggio a un pubblico ufficiale (art. 341-bis c.p.). La condotta contestata consisteva nell’essersi opposto con violenza, attraverso spintonamenti, a un’attività di identificazione e controllo da parte delle forze dell’ordine. Insoddisfatto della sentenza della Corte d’Appello, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali: l’errata valutazione della sua condotta, a suo dire non violenta, e la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

L’Ordinanza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati non fossero idonei a rimettere in discussione la decisione dei giudici di merito. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, vedendo così confermata in via definitiva la sua colpevolezza.

Le Motivazioni: la resistenza a pubblico ufficiale e i precedenti penali

La decisione della Suprema Corte si fonda su due pilastri argomentativi distinti, uno per ciascun motivo di ricorso.

La Ripetitività del Primo Motivo di Ricorso

Per quanto riguarda la configurabilità del reato di resistenza a pubblico ufficiale, la Corte ha osservato che il motivo di ricorso era meramente riproduttivo di una censura già esaminata e respinta dalla Corte d’Appello. I giudici di merito avevano già fornito una motivazione completa e giuridicamente corretta, spiegando come gli ‘spintonamenti’ posti in essere dall’imputato integrassero pienamente la condotta violenta richiesta dall’art. 337 c.p. per opporsi a un atto d’ufficio. La Cassazione ha ribadito che non è suo compito riesaminare i fatti, ma solo verificare la correttezza giuridica della motivazione, che in questo caso era immune da vizi.

L’Infondatezza del Secondo Motivo

Sul secondo punto, relativo alla mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, la Corte ha definito il motivo ‘manifestamente infondato’. La Corte d’Appello aveva legittimamente negato il beneficio sulla base dei precedenti penali specifici a carico del ricorrente. Secondo la Cassazione, questa valutazione è incensurabile in sede di legittimità, poiché la presenza di precedenti penali è un elemento oggettivo che il giudice può, e in certi casi deve, considerare per negare una riduzione di pena.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza rafforza due principi fondamentali. In primo luogo, un ricorso in Cassazione non può limitarsi a ripetere le stesse argomentazioni già respinte nei gradi precedenti, ma deve individuare vizi di legittimità specifici nella sentenza impugnata. In secondo luogo, conferma che anche una violenza di lieve entità, come lo spingere, è sufficiente a integrare il delitto di resistenza a pubblico ufficiale se finalizzata a impedire un’attività legittima delle forze dell’ordine. Infine, la decisione ribadisce che i precedenti penali costituiscono un ostacolo legittimo alla concessione delle attenuanti generiche, rientrando pienamente nella discrezionalità del giudice di merito.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando ripropone motivi di censura già adeguatamente esaminati e respinti nei gradi di merito con argomenti giuridici corretti o quando i motivi addotti sono manifestamente infondati.

Quale tipo di condotta integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale?
La decisione chiarisce che una condotta violenta, anche se consistente in ‘spintonamenti’, è sufficiente a configurare il reato se posta in essere con il fine di opporsi a un’attività d’ufficio legittima, come l’identificazione e il controllo da parte delle forze dell’ordine.

Perché possono essere negate le circostanze attenuanti generiche?
La Corte ha stabilito che la concessione delle attenuanti generiche può essere legittimamente negata quando a carico dell’imputato risultano precedenti penali specifici, in quanto questi sono considerati elementi ostativi alla concessione di tale beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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