Resistenza a Pubblico Ufficiale: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile
L’ordinanza n. 1053/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del giudizio di legittimità in materia di resistenza a pubblico ufficiale. Con questa pronuncia, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, ribadendo un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.
I Fatti alla Base della Decisione
Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano nei confronti di un uomo per il reato previsto dall’art. 337 del codice penale. L’imputato era stato ritenuto colpevole di aver opposto resistenza agli agenti di polizia brandendo contro di loro una bottiglia rotta che aveva con sé. Contro questa sentenza, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, cercando di ottenere una diversa valutazione delle prove raccolte nel corso del processo.
In particolare, la difesa sosteneva che altri elementi, come la documentazione fotografica e le dichiarazioni di una guardia giurata, fossero “neutri” e non confermassero la dinamica descritta nell’annotazione di polizia giudiziaria. Di fatto, si chiedeva alla Suprema Corte di effettuare una nuova e diversa lettura del materiale probatorio.
La Valutazione della Cassazione sulla resistenza a pubblico ufficiale
La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente le argomentazioni difensive, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato che i motivi presentati non erano consentiti dalla legge in sede di legittimità.
Il ricorso, infatti, si traduceva in una mera riproposizione di censure già adeguatamente valutate e risolte dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva correttamente basato la sua decisione sull’annotazione di polizia giudiziaria, un elemento di prova ritenuto pienamente attendibile e sufficiente a dimostrare la condotta criminosa dell’imputato.
Le motivazioni
La motivazione centrale dell’ordinanza risiede nella netta distinzione tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Al contrario, il compito della Cassazione è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di diritto e che la loro motivazione sia logica e non contraddittoria.
Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva compiuto una valutazione coerente delle prove. Aveva dato peso all’annotazione di polizia, che descriveva chiaramente l’atto di brandire la bottiglia rotta, e aveva considerato gli altri elementi (foto, testimonianza) come “neutri”, cioè non in grado di smentire la ricostruzione accusatoria. Chiedere alla Cassazione di interpretare diversamente tali elementi significa invadere la sfera della valutazione di merito, che è preclusa al giudice di legittimità. Il ricorso è stato quindi giudicato inammissibile perché tentava di ottenere un riesame dei fatti mascherato da critica sulla violazione di legge.
Le conclusioni
La decisione della Corte di Cassazione conferma un principio cardine del processo penale: non è possibile utilizzare il ricorso per Cassazione come un’ulteriore istanza per discutere nel merito l’attendibilità delle prove. La condotta di resistenza a pubblico ufficiale era stata provata, secondo i giudici di merito, da fonti chiare e dirette. L’inammissibilità del ricorso comporta, come conseguenza di legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, rendendo definitiva la condanna.
Posso chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo penale, come foto o testimonianze?
No, in base a questa ordinanza, la Corte di Cassazione non può effettuare una nuova valutazione delle prove. Il suo compito è limitato a verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non a riesaminare i fatti (giudizio di merito), che è di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado.
Quale valore probatorio ha un’annotazione di polizia giudiziaria in un caso di resistenza a pubblico ufficiale?
Nel caso esaminato, l’annotazione di polizia giudiziaria, in cui si dava atto che l’imputato brandiva una bottiglia rotta verso gli agenti, è stata considerata un elemento di prova sufficiente e decisivo per fondare la condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Cosa succede se il mio ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questa vicenda, la somma è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1053 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1053 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 22/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a MORBEGNO il 08/03/1975
avverso la sentenza del 31/05/2023 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi del ricorso; dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che i motivi dedotti nel ricorso, in relazione alla condanna per il reato di cui all’art. 337 cod. pen. non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità perché riproduttivi di censure adeguatamente valutate, e risolte facendo corretta applicazione di criteri della valutazione della prova costituita dall’annotazione di polizia giudiziaria, nella quale si dà espressamente atto che l’imputato brandiva verso gli agenti una bottiglia rotta che aveva con se: a fronte di tale ricostruzione dei fatti le censure difensive si risolvono nella richiesta di una valutazione di merito, preclusa al giudice di legittimità, vieppiù al confronto con elementi di prova (la documentazione fotografica; le dichiarazioni di una guardia giurata), ritenuti dai giudici di merito “neutri” rispetto alla descritta dinamica della condotta agita dall’imputato;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. MI.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 22 dicembre 2023
Il Consigliere iélatore
Il Pre ( s)dente