Resistenza a Pubblico Ufficiale: la Cassazione Conferma la Condanna
Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è una fattispecie che tutela il corretto funzionamento della Pubblica Amministrazione, sanzionando chi si oppone con violenza o minaccia all’operato dei suoi funzionari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare i confini di questo delitto e i limiti del ricorso in sede di legittimità. Il caso riguarda un individuo che ha minacciato degli agenti con una lametta per evitare di essere riportato nella sua cella.
I Fatti del Caso: Minaccia con una Lametta in Cella
La vicenda processuale ha origine da un episodio avvenuto in un istituto di pena. Un detenuto, per opporsi agli agenti che stavano per ricondurlo nella propria cella, li ha minacciati di aggredirli brandendo una lametta. La sua condotta, dal chiaro tenore intimidatorio, ha integrato secondo i giudici di merito il delitto di resistenza a pubblico ufficiale. La Corte d’Appello di Cagliari, con sentenza del 7 marzo 2023, aveva confermato la sua colpevolezza, ritenendo la motivazione solida e immune da vizi. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione.
L’Analisi della Corte di Cassazione sulla resistenza a pubblico ufficiale
La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 10817 del 2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno basato la loro decisione su due pilastri argomentativi principali: l’inammissibilità delle censure volte a una nuova valutazione dei fatti e la manifesta infondatezza delle stesse nel merito.
La Rivalutazione dei Fatti non è Ammessa in Cassazione
Il ricorrente, secondo la Corte, non ha sollevato questioni relative a errori di diritto o a vizi logici della motivazione. Al contrario, le sue doglianze erano dirette a replicare profili di censura già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione di effettuare una nuova e diversa valutazione delle prove, come la testimonianza dell’agente, attività che è preclusa nel giudizio di legittimità. La Corte Suprema non è un terzo grado di giudizio dove si riesamina il fatto, ma un organo che verifica la corretta applicazione della legge.
La Condotta Intimidatoria come Elemento del Reato
Anche entrando nel merito, la Corte ha definito le censure manifestamente infondate. La Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata ed esaustiva, spiegando perché la condotta dell’imputato integrasse pienamente il delitto di resistenza a pubblico ufficiale. La minaccia di aggredire gli agenti con una lametta è stata considerata una condotta dal chiaro tenore intimidatorio, idonea a ostacolare il compimento di un atto d’ufficio. Questa circostanza, confermata da un testimone, era sufficiente per configurare il reato, rendendo irrilevanti le argomentazioni difensive che tentavano di sminuirne la portata.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in sede di legittimità non può trasformarsi in un appello mascherato. Le doglianze proposte erano inammissibili perché miravano a una rivalutazione delle risultanze probatorie, non consentita senza l’individuazione di specifici travisamenti, cioè di palesi errori nella lettura di un atto processuale. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata corretta, logica e completa, avendo adeguatamente vagliato e disatteso le argomentazioni difensive. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza conferma che per contestare una condanna in Cassazione non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione delle prove fatta dai giudici di merito. È necessario, invece, individuare specifici vizi di legittimità, come l’errata applicazione di una norma di legge o una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria. Per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, viene inoltre ribadito che la minaccia, anche senza contatto fisico, è di per sé sufficiente a integrare la condotta criminosa, purché sia idonea a intimidire il pubblico ufficiale e a ostacolarne l’attività.
Una minaccia verbale o gestuale è sufficiente per configurare il reato di resistenza a pubblico ufficiale?
Sì, secondo la decisione in esame, una condotta dal chiaro tenore intimidatorio, come minacciare di aggredire degli agenti con una lametta, è sufficiente per integrare pienamente il delitto di resistenza a pubblico ufficiale, anche in assenza di violenza fisica.
Per quale motivo un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando le doglianze non riguardano vizi di legittimità (come l’errata applicazione della legge o la motivazione illogica), ma si limitano a proporre una diversa valutazione delle prove e dei fatti già esaminati dal giudice di merito, attività non consentita in sede di legittimità.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10817 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10817 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 05/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da NOME, nato a Cagliari il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/03/2023 della Corte d’appello di Cagliari;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i motivi del ricorso;
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
OSSERVA
Ritenuto che le doglianze dedotte con il ricorso sono inammissibili, in quanto di replicare profili di censura – afferentialla configurabilità del delitto di cui all’art. già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice peraltro sulla base di una rivalutazione delle risultanze probatorie, non ammessa i legittimità in assenza dell’individuazione di specifici travisamenti;
Considerato che tali censure risultano, altresì, manifestamente infondate, dal momento la Corte d’appello – con adeguata ed esaustiva motivazione, immune da vizi censurabili di legittimità – ha ritenuto pienamente integrato il delitto di resistenza a pubbli essendo stato accertato come il ricorrente avesse posto in essere una condotta dal chiar intimidatorio, minacciando di aggredire gli agenti con una lametta, al fine di non consen stessi di ricondurlo nella propria cella ( circostanza confermata dal teste COGNOME e inadeguatamente dal ricorso ribadendo argomenti già superati in modo non manifestamen illogico dalla Corte del merito);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condan ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favor Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese proc della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5 febbraio 2024
Il Consigliere estensore
Il Presidente