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Resistenza a pubblico ufficiale: quando è inammissibile

Un manifestante lancia una bottiglia contro un poliziotto e viene condannato per resistenza a pubblico ufficiale. La Cassazione dichiara il suo ricorso inammissibile, chiarendo che non è possibile chiedere ai giudici di legittimità una nuova valutazione delle prove. La sentenza evidenzia come le contestazioni sul merito dei fatti siano precluse in sede di Cassazione, confermando la condanna.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Resistenza a Pubblico Ufficiale: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 9438 del 2024, offre un’importante lezione sui limiti del ricorso in ultimo grado di giudizio, specialmente in casi di resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Cassazione non è un terzo grado di merito e non può essere utilizzata per rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti già accertata nei precedenti gradi di giudizio. Analizziamo insieme questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine durante una manifestazione, in un momento di tensione tra un gruppo di persone e le forze dell’ordine. A seguito dell’impedimento opposto dalla polizia a un manifestante che intendeva accedere a una via centrale, un altro individuo ha lanciato una bottiglia di vetro contro un agente, colpendolo all’avambraccio. L’autore del gesto è stato immediatamente inseguito, raggiunto e bloccato.

Sia il Tribunale che la Corte di Appello hanno ritenuto l’uomo colpevole del reato di resistenza a pubblico ufficiale, oltre che di porto di oggetti atti ad offendere, condannandolo a una pena di giustizia. La difesa, non accettando la decisione, ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso: una difesa basata sulla rivalutazione dei fatti

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre motivi principali:

1. Errata applicazione della legge penale: Secondo la difesa, mancava il dolo specifico del reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’imputato sosteneva che il lancio della bottiglia non fosse finalizzato a opporsi all’attività dei poliziotti, ma fosse un semplice gesto dimostrativo e di protesta, volto ad attirare l’attenzione su di sé.
2. Vizio di motivazione e travisamento della prova: Il ricorrente lamentava che i giudici di merito avessero interpretato in modo illogico le dichiarazioni di un testimone, il quale, a suo dire, avrebbe identificato un’altra persona come autore materiale del lancio.
3. Applicazione di una nuova norma: In via subordinata, si chiedeva di valutare l’applicazione di una normativa più favorevole per la sostituzione delle pene detentive brevi.

La Decisione della Cassazione: il confine tra legittimità e merito

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. La decisione si fonda su un pilastro del processo penale: la distinzione tra il giudizio di merito, svolto dal Tribunale e dalla Corte d’Appello, e il giudizio di legittimità, proprio della Cassazione.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che i motivi presentati dal ricorrente non denunciavano reali violazioni di legge o vizi logici macroscopici nella motivazione della sentenza d’appello. Al contrario, essi costituivano un tentativo, neanche troppo velato, di ottenere una nuova valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti.

I giudici di legittimità hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva fornito una giustificazione logica e coerente della responsabilità dell’imputato. Aveva considerato il contesto concitato dello scontro, il gesto violento del lancio della bottiglia verso l’agente e la successiva fuga, elementi sufficienti a configurare il reato contestato. Le argomentazioni difensive sul presunto ‘intento dimostrativo’ o sul travisamento delle prove sono state qualificate come pretesti per riaprire una discussione sul merito, attività preclusa in sede di Cassazione.

In sostanza, la Corte ha affermato che non è suo compito riesaminare le testimonianze o dare un peso diverso agli elementi di prova. Il suo ruolo è verificare che la decisione dei giudici di merito sia giuridicamente corretta e motivata in modo non manifestamente illogico. Poiché nel caso di specie la sentenza impugnata rispettava tali requisiti, il ricorso non poteva che essere respinto.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale: il ricorso per cassazione non è una terza possibilità per essere assolti nel merito. È uno strumento di controllo sulla corretta applicazione del diritto. Quando un ricorso si limita a riproporre le stesse questioni di fatto già valutate e respinte dai giudici di merito, senza evidenziare autentici vizi di legittimità, la sua sorte è segnata: l’inammissibilità. Per l’imputato, ciò comporta la condanna definitiva e l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

È possibile contestare la ricostruzione dei fatti davanti alla Corte di Cassazione?
No, la sentenza chiarisce che la Corte di Cassazione non può procedere a una ‘rivalutazione probatoria’. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non riesaminare i fatti del processo come un giudice di merito.

Lanciare una bottiglia verso un poliziotto durante una manifestazione integra sempre il reato di resistenza a pubblico ufficiale?
Secondo questa decisione, un’azione del genere, avvenuta in una fase concitata di scontro con le forze dell’ordine e valutata come volta a influire sulla loro attività, integra pienamente il reato di resistenza a pubblico ufficiale. La tesi difensiva di un mero gesto ‘dimostrativo’ è stata ritenuta irrilevante.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Inoltre, come stabilito in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma aggiuntiva in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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