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Resistenza a pubblico ufficiale: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per resistenza a pubblico ufficiale contro del personale sanitario. La difesa chiedeva la riqualificazione del reato in minaccia aggravata, ma la Corte ha ritenuto il motivo una mera riproposizione di argomenti già respinti in appello e un tentativo di rivalutare i fatti, non consentito in sede di legittimità. È stata confermata anche l’applicazione della recidiva, motivata dalla pericolosità sociale del soggetto.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Resistenza a Pubblico Ufficiale: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i confini del reato di resistenza a pubblico ufficiale e i limiti del sindacato di legittimità, dichiarando inammissibile il ricorso di un imputato. La decisione offre spunti importanti sulla distinzione tra resistenza e minaccia aggravata e sulla corretta motivazione dell’applicazione della recidiva.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla condanna di un uomo per aver opposto resistenza, con violenza e minacce, a personale sanitario impegnato a svolgere il proprio servizio. La Corte d’Appello di Bologna aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Contro tale sentenza, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, articolando tre motivi principali: l’errata qualificazione del fatto, la mancanza di motivazione e la contestazione sull’applicazione della recidiva.

L’Analisi del Ricorso e i Motivi di Inammissibilità

La difesa dell’imputato ha tentato di smontare l’impianto accusatorio sostenendo che la condotta dovesse essere riqualificata come minaccia aggravata ai sensi dell’art. 61 n. 11-octies del codice penale, piuttosto che come resistenza a pubblico ufficiale. Questa diversa qualificazione avrebbe portato all’improcedibilità dell’azione penale per mancanza di querela.

La Reiterazione dei Motivi come Causa di Inammissibilità

La Corte Suprema ha osservato che i primi due motivi di ricorso erano meramente reiterativi di questioni già esaminate e respinte con motivazione congrua dalla Corte d’Appello. I giudici hanno sottolineato come, dietro la formale denuncia di una violazione di legge, il ricorrente cercasse in realtà di ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove, attività preclusa in sede di legittimità. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

La Motivazione sulla Recidiva

Anche il terzo motivo, relativo alla contestazione della recidiva, è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte d’Appello aveva infatti adeguatamente giustificato l’aumento di pena, evidenziando l’accentuata pericolosità sociale dell’imputato. Tale pericolosità era desumibile non solo dalla gravità della condotta oggetto del processo, ma anche dalle numerose condanne precedenti per reati simili, come minacce e lesioni personali, riportate nel quinquennio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su principi consolidati. In primo luogo, ha riaffermato che il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando la violenza o la minaccia sono univocamente finalizzate a impedire a un pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio, come il personale sanitario) il compimento di un atto del proprio ufficio. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente motivato che le azioni dell’imputato erano dirette proprio a questo scopo.

In secondo luogo, la Corte ha ribadito che non è possibile, tramite il ricorso per cassazione, sollecitare una rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione di merito. Il tentativo di farlo rende il ricorso inammissibile. Infine, è stato confermato che la valutazione della pericolosità sociale ai fini della recidiva, se logicamente motivata sulla base di elementi concreti come la gravità del fatto e i precedenti penali specifici, non è censurabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro monito sui limiti del ricorso in Cassazione: non si può utilizzare questo strumento per tentare di ottenere una terza valutazione nel merito dei fatti. La decisione consolida l’interpretazione del reato di resistenza a pubblico ufficiale, specialmente in contesti delicati come le aggressioni al personale sanitario, e conferma che una storia criminale specifica e recente costituisce una base solida per motivare l’applicazione della recidiva. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché reiterava questioni già adeguatamente decise dalla Corte d’Appello e mirava a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Qual è la differenza tra resistenza a pubblico ufficiale e minaccia aggravata nel caso di specie?
La Corte ha stabilito che la violenza e le minacce erano finalizzate in modo univoco a impedire ai sanitari di compiere atti del loro ufficio, configurando così il reato di resistenza a pubblico ufficiale e non una semplice minaccia.

Come è stata giustificata l’applicazione della recidiva?
L’applicazione della recidiva è stata giustificata dalla Corte d’Appello sulla base dell’accentuata pericolosità sociale dell’imputato, dimostrata dalla gravità della condotta e dalle sue precedenti condanne per reati di minaccia e lesioni personali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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