LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Resistenza a pubblico ufficiale: il ruolo del passeggero

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per resistenza a pubblico ufficiale. L’imputato, passeggero di un ciclomotore, aveva contribuito attivamente alla fuga fornendo al conducente indicazioni sulla posizione degli agenti. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso generici, confermando la condanna e la responsabilità del passeggero per il suo contributo fattivo al reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Resistenza a Pubblico Ufficiale: Quando il Passeggero Diventa Complice

Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è una fattispecie che si configura quando si usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale mentre compie un atto del suo ufficio. Ma cosa succede se l’azione è commessa da più persone, di cui una alla guida di un veicolo e l’altra come semplice passeggero? Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sul contributo attivo del passeggero, delineando i confini tra la mera presenza e la complicità nel reato.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un giovane condannato in Corte d’Appello per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’imputato si trovava a bordo di un ciclomotore come passeggero, mentre il conducente, suo complice, si dava a una fuga pericolosa per eludere un controllo delle forze dell’ordine. Durante l’inseguimento, il passeggero non è rimasto inerte; al contrario, ha fornito un contributo attivo e decisivo alla fuga, girandosi ripetutamente per comunicare al conducente la posizione degli agenti. Questa condotta ha permesso al guidatore di compiere manovre elusive, prolungando l’inseguimento e creando una situazione di grave pericolo per gli stessi agenti e per gli altri utenti della strada.

Il Ruolo del Passeggero nella Resistenza a Pubblico Ufficiale

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un vizio di motivazione nella sentenza di condanna. Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto tale tesi, dichiarando il ricorso inammissibile. Secondo i giudici, i motivi presentati erano generici e assertivi, limitandosi a contestare la valutazione dei fatti già operata correttamente dalla Corte di merito. La decisione della Cassazione si è basata sulla chiara identificazione del contributo materiale e consapevole del passeggero alla commissione del reato.

Le Motivazioni

La Corte ha sottolineato che la condotta del ricorrente non poteva essere considerata una semplice presenza passiva. L’atto di ‘girarsi’ per fornire ‘indicazioni al conducente sulla posizione degli agenti’ è stato qualificato come un contributo fattivo essenziale per la realizzazione della fuga e, di conseguenza, del reato di resistenza. Questa azione ha dimostrato la volontà del passeggero di cooperare attivamente con il conducente per opporsi all’atto d’ufficio degli agenti, integrando così gli estremi del concorso di persone nel reato. La pericolosità della fuga, attuata con modalità rischiose per l’incolumità pubblica, ha ulteriormente aggravato il quadro probatorio a carico dell’imputato.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per essere considerati concorrenti nel reato di resistenza a pubblico ufficiale, non è necessario compiere personalmente l’atto di violenza o minaccia. È sufficiente fornire un contributo consapevole e rilevante all’azione illecita altrui. Il passeggero che aiuta il conducente a fuggire, fornendo informazioni strategiche per eludere le forze dell’ordine, non è un mero spettatore ma un complice a tutti gli effetti. Questa pronuncia chiarisce che la responsabilità penale si estende a chiunque, con il proprio comportamento, faciliti o renda possibile la commissione del reato, anche senza essere l’autore materiale della condotta principale.

Un passeggero su un veicolo può essere condannato per resistenza a pubblico ufficiale insieme al conducente?
Sì, può essere condannato se fornisce un contributo attivo e consapevole alla commissione del reato. Nel caso di specie, l’azione di dare indicazioni al conducente sulla posizione degli agenti durante una fuga è stata ritenuta un contributo fattivo sufficiente per configurare il concorso nel reato.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi addotti sono stati giudicati generici e meramente assertivi. Il ricorrente non ha sollevato questioni di legittimità sulla corretta applicazione della legge, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di Cassazione.

Quale condotta specifica ha reso il passeggero responsabile del reato?
La condotta che ha fondato la responsabilità del passeggero è stata quella di ‘girandosi dava indicazioni al conducente del ciclomotore sulla posizione degli agenti’, contribuendo così attivamente e con modalità pericolose alla fuga e all’opposizione all’operato dei pubblici ufficiali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati