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Resistenza a pubblico ufficiale: guida pericolosa

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha stabilito che la guida a velocità elevata, anche nel parcheggio di un centro commerciale, costituisce una condotta pericolosa che integra il reato, giustificando sia la condanna sia il diniego delle attenuanti generiche a causa dei precedenti e della mancanza di comportamenti positivi.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida Pericolosa e Resistenza a Pubblico Ufficiale: la Cassazione fa il Punto

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, n. 11289 del 2024, offre importanti chiarimenti sui confini del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il caso esaminato riguarda un automobilista la cui condotta di guida spericolata, anche in un’area apparentemente sicura come il parcheggio di un centro commerciale, è stata ritenuta sufficiente per confermare la condanna. Analizziamo la decisione per comprendere le ragioni giuridiche e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Una Guida ad Alta Velocità nel Parcheggio

Al centro della vicenda vi è la condotta di un individuo che, alla guida del proprio veicolo, si sottraeva a un controllo di polizia tenendo una velocità elevata. La particolarità del caso risiede nel fatto che tale comportamento pericoloso si è protratto persino all’interno del parcheggio di un centro commerciale, un’area ad alta frequentazione. Questa circostanza ha messo a repentaglio non solo l’incolumità degli agenti operanti, ma anche quella di terzi estranei presenti sul luogo. Sebbene l’imputato avesse ammesso, seppur riduttivamente, i fatti, egli contestava la qualificazione giuridica della sua condotta come resistenza a pubblico ufficiale.

Il Ricorso in Cassazione e i Motivi di Doglianza

L’imputato ha presentato ricorso alla Suprema Corte basandosi su tre motivi principali:
1. Erronea motivazione sulla responsabilità: Si contestava la correttezza della decisione dei giudici di merito nell’affermare la sua colpevolezza per il reato di cui all’art. 337 del codice penale.
2. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Si richiedeva l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., sostenendo che il fatto fosse di minima offensività.
3. Diniego delle attenuanti generiche: Si lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti che avrebbero potuto comportare una riduzione della pena.

La Decisione della Cassazione sulla resistenza a pubblico ufficiale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi proposti generici e manifestamente infondati. I giudici hanno sottolineato come le argomentazioni dell’imputato fossero meramente “reiterative”, ovvero una semplice riproposizione di censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello.

Pericolosità Concreta della Condotta

La Corte ha evidenziato come la motivazione della sentenza impugnata fosse completa e priva di vizi logici. In particolare, è stata data rilevanza alla pericolosità concreta della condotta di guida. Il fatto di mantenere una velocità elevata persino nel parcheggio di un centro commerciale è stato considerato un elemento decisivo per escludere la minima offensività del fatto. Tale comportamento, secondo i giudici, ha generato un rischio tangibile sia per gli agenti che per eventuali passanti, rendendo la condotta pienamente integrativa del reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Diniego delle Attenuanti Generiche Giustificato

Anche riguardo al diniego delle attenuanti generiche, la Cassazione ha ritenuto la decisione della Corte d’Appello pienamente giustificata. La scelta è stata motivata sulla base dei precedenti penali dell’imputato e della totale assenza di “comportamenti positivamente apprezzabili” da parte sua. In sostanza, il profilo complessivo dell’imputato non presentava alcun elemento che potesse giustificare un trattamento sanzionatorio più mite.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione di inammissibilità sulla genericità e manifesta infondatezza del ricorso. I motivi presentati dall’imputato sono stati qualificati come meramente reiterativi di argomentazioni già vagliate e respinte correttamente nei gradi di merito. La Corte ha ribadito che la pericolosità della condotta di guida, ammessa dallo stesso imputato, era sufficiente a confermare le dichiarazioni degli agenti e a integrare pienamente il delitto di resistenza a pubblico ufficiale. È stata esclusa l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) proprio in ragione delle modalità della condotta, caratterizzata da alta velocità in un’area, come il parcheggio di un centro commerciale, che impone una guida particolarmente prudente. Il diniego delle attenuanti generiche è stato, infine, ritenuto legittimo alla luce dei precedenti dell’imputato e dell’assenza di elementi positivi da valutare a suo favore.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione consolida un principio fondamentale: la valutazione della resistenza a pubblico ufficiale deve basarsi su un’analisi concreta del pericolo creato. Una guida ad alta velocità, anche in contesti non stradali ma aperti al pubblico, è sufficiente a configurare il reato, escludendo la possibilità di considerarlo un fatto di lieve entità. La decisione sottolinea inoltre l’importanza, per la difesa, di presentare in Cassazione motivi di ricorso che non si limitino a ripetere doglianze già respinte, ma che individuino specifici vizi di legittimità nella decisione impugnata, pena la declaratoria di inammissibilità.

Guidare a velocità elevata in un parcheggio può configurare il reato di resistenza a pubblico ufficiale?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che una condotta di guida a velocità elevata, anche all’interno del parcheggio di un centro commerciale, è sufficiente a integrare il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) a causa dei rischi concreti che crea per gli agenti e per terze persone.

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello?
Sì, il provvedimento stabilisce che un ricorso è inammissibile per genericità e manifesta infondatezza se i motivi sono “meramente reiterativi”, ovvero si limitano a riproporre censure già adeguatamente esaminate e respinte dai giudici di merito con argomentazioni giuridiche corrette.

Per quale motivo possono essere negate le attenuanti generiche in un caso di resistenza?
Secondo la decisione, le attenuanti generiche possono essere negate in ragione dei precedenti penali dell’imputato e della mancanza di “comportamenti positivamente apprezzabili”. La valutazione complessiva della condotta e della personalità dell’imputato giustifica il diniego.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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