LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Resistenza a pubblico ufficiale: esclusa la tenuità

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di non luogo a procedere per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice di primo grado aveva erroneamente applicato la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), senza considerare che la legge esclude esplicitamente tale beneficio per questo specifico reato quando commesso contro agenti di Polizia nell’esercizio delle loro funzioni. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Resistenza a Pubblico Ufficiale: Quando la Particolare Tenuità del Fatto Non Si Applica

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15108 del 2025, ha riaffermato un principio cruciale in materia di resistenza a pubblico ufficiale. Ha chiarito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale, non può essere applicata a questo reato quando commesso ai danni di agenti di Pubblica Sicurezza o di Polizia Giudiziaria. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Un giovane veniva accusato di resistenza a pubblico ufficiale per aver avuto una reazione violenta nei confronti di un Commissario della Polizia Ferroviaria durante lo svolgimento di un atto d’ufficio. In primo grado, il Giudice per l’udienza preliminare aveva dichiarato il non doversi procedere, ritenendo il fatto di particolare tenuità ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale. Contro questa decisione, il Procuratore Generale presso la Corte di appello proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che tale norma non fosse applicabile al caso di specie.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Divieto Legale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la sentenza impugnata e rinviando il caso per un nuovo giudizio. Il punto centrale della decisione risiede nell’interpretazione e applicazione dell’articolo 131-bis, comma 2, del codice penale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha evidenziato un chiaro errore di diritto commesso dal giudice di primo grado. La legge 8 agosto 2019, n. 77, ha modificato l’articolo 131-bis, introducendo un’esplicita esclusione. Nello specifico, la norma stabilisce che l’offesa non può essere considerata di particolare tenuità quando si procede per reati come la violenza o minaccia a un pubblico ufficiale (art. 336 c.p.) e la resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), se commessi nei confronti di un ufficiale o agente di Pubblica Sicurezza (P.S.) o di Polizia Giudiziaria (P.G.) nell’esercizio delle proprie funzioni.

Nel caso in esame, il fatto era stato commesso nel 2021, quindi dopo l’entrata in vigore della modifica legislativa. La condotta contestata all’imputato consisteva proprio in una resistenza a pubblico ufficiale posta in essere ai danni di un Ufficiale di Pubblica Sicurezza. Di conseguenza, il fatto, per come contestato, era ex lege (cioè per espressa previsione di legge) escluso dall’ambito di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce con forza che il legislatore ha inteso fornire una tutela rafforzata agli agenti delle forze dell’ordine, sottraendo alcune specifiche fattispecie di reato alla possibilità di essere archiviate per la loro lieve entità. Per gli operatori del diritto, ciò significa che, di fronte a un’accusa di resistenza a pubblico ufficiale contro un agente di P.S. o P.G., non è possibile invocare l’articolo 131-bis c.p. La valutazione del giudice è vincolata dal divieto normativo, che prevale su ogni considerazione circa la concreta gravità del fatto. La decisione della Cassazione serve come un monito preciso: l’applicazione delle norme deve sempre tenere conto delle espresse esclusioni previste dal legislatore.

È possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di resistenza a pubblico ufficiale?
No, la sentenza chiarisce che l’art. 131-bis, comma 2, del codice penale esclude espressamente l’applicazione di tale beneficio per il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) se commesso nei confronti di un ufficiale o agente di P.S. o di P.G. nell’esercizio delle proprie funzioni.

Quale legge ha introdotto questa esclusione e da quando è in vigore?
L’esclusione è stata introdotta dalla legge 8 agosto 2019, n. 77. Pertanto, per i fatti commessi dopo la sua entrata in vigore, come nel caso di specie avvenuto nel 2021, la non punibilità per tenuità del fatto non è applicabile a questo reato.

Cosa succede se un giudice applica erroneamente la non punibilità per tenuità del fatto in un caso di resistenza a pubblico ufficiale?
La sentenza emessa è viziata da un errore di diritto. Come dimostra il caso esaminato, la Procura può impugnare la sentenza e la Corte di Cassazione può annullarla, rinviando il caso a un nuovo giudizio per una corretta applicazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati