Remissione di Querela in Cassazione: Quando Annulla la Condanna?
La remissione di querela rappresenta uno strumento fondamentale nel nostro ordinamento per porre fine a un procedimento penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 18963/2024, ha ribadito con forza un principio cruciale: la volontà delle parti di porre fine al conflitto, manifestata tramite la remissione e l’accettazione della querela, ha un effetto così potente da estinguere il reato anche nella fase finale del giudizio, ovvero dinanzi alla Corte di Cassazione.
Questo caso offre un’importante lezione sulla prevalenza delle cause di estinzione del reato rispetto a questioni puramente procedurali, come l’eventuale inammissibilità del ricorso.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Napoli con una sentenza del giugno 2023. L’imputato contestava la sua condanna, portando il caso all’attenzione del massimo organo della giustizia italiana, il cosiddetto ‘giudice di legittimità’.
L’Evento Decisivo: La Remissione di Querela
Mentre il ricorso era pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: la persona offesa ha deciso di rimettere la querela e l’imputato ha formalmente accettato tale remissione. Questo atto bilaterale, che manifesta la volontà delle parti di superare il conflitto, ha cambiato radicalmente le sorti del processo.
L’Analisi della Corte sulla Remissione di Querela
La Corte di Cassazione ha incentrato la sua decisione sul valore e sugli effetti della remissione di querela intervenuta in pendenza del ricorso. Richiamando un consolidato principio espresso dalle Sezioni Unite (sentenza n. 24246 del 2004), i giudici hanno affermato che l’estinzione del reato per remissione prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso.
L’unico requisito richiesto è che il ricorso sia stato presentato tempestivamente. In altre parole, se l’atto di riconciliazione tra le parti è valido ed efficace, il giudice deve prenderne atto e dichiarare estinto il reato, senza nemmeno entrare nel merito dei motivi di ricorso o valutarne l’ammissibilità.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte si fonda sulla natura sostanziale della causa di estinzione del reato rispetto al carattere procedurale delle questioni di ammissibilità. La volontà delle parti di definire la controversia è considerata un valore primario per i reati procedibili a querela. La Corte ha anche osservato che il reato contestato (danneggiamento, art. 635 c.p.), se commesso con violenza o minaccia, è oggi procedibile a querela, rendendo ancora più rilevante la volontà della persona offesa. Di conseguenza, una volta accertata la rituale remissione e la relativa accettazione, l’unica conclusione possibile era dichiarare l’estinzione del reato.
Le Conclusioni
In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna della Corte d’Appello, dichiarando il reato estinto per intervenuta remissione di querela. Come conseguenza di questa formula assolutoria, la Corte ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali, come previsto dalla legge in questi casi. Questa sentenza conferma che la giustizia riparativa e la volontà delle parti di riconciliarsi possono trovare piena attuazione e riconoscimento in ogni stato e grado del procedimento, persino di fronte alla Suprema Corte.
Cosa succede se la vittima ritira la querela mentre è in corso un ricorso in Cassazione?
Il reato viene dichiarato estinto. La Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna precedente senza bisogno di un nuovo processo, chiudendo definitivamente il caso.
La remissione di querela è valida anche se il ricorso presentato potesse essere considerato inammissibile?
Sì. Secondo la sentenza, l’estinzione del reato per remissione della querela prevale su eventuali cause di inammissibilità del ricorso, a condizione che quest’ultimo sia stato proposto nei termini di legge.
Chi paga le spese del processo in caso di estinzione del reato per remissione della querela?
La sentenza stabilisce che l’imputato viene condannato al pagamento delle spese processuali, salvo che le parti non abbiano raggiunto un accordo diverso in merito.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18963 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 18963 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/03/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SANTA MARIA CAPUA VETERE il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/06/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME, preso atto che nelle more è intervenuta remissione di querela con relativa accettazione;
ritenuto che la remissione di querela, intervenuta in pendenza del ricorso per cassazione e ritualmente accettata, determina l’estinzione del reato che prevale su eventuali cause di inammissibilità e va rilevata e dichiarata dal giudice di legittimità, purché il ricorso sia stato tempestivamente proposto (Sez. U, Sent. n. 24246 del 25/02/2004 Ud. (dep. 27/05/2004) Rv. 227681-01);
rilevato che nel caso di specie è intervenuta remissione di querela seguita da formale accettazione; segue la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali;
Ritenuto che anche il reato di cui all’art. 635 cod. pen. commesso con violenza o minaccia è divenuto procedibile a querela della persona offesa;
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione di querela. Condanna l’imputato al pagamento delle spese processuali.
Così deciso in Roma, il 19 marzo 2024
Il Presid nte