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Remissione querela: estinzione reato in Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per un reato perseguibile a querela, poiché l’imputato ha presentato ricorso al solo fine di introdurre una remissione di querela, intervenuta dopo la sentenza d’appello ma prima della scadenza del termine per impugnare. La Corte ha ribadito che tale ricorso è ammissibile e ha dichiarato l’estinzione del reato, condannando l’imputato al solo pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione di Querela Post-Sentenza: La Cassazione Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: la remissione di querela può portare all’estinzione del reato anche se interviene dopo una sentenza di condanna. Questo caso dimostra come un atto di volontà della persona offesa possa chiudere definitivamente un procedimento penale, persino nell’ultimo grado di giudizio.

I Fatti del Caso

Un imputato era stato condannato dalla Corte di Appello di Bari per il delitto di cui all’art. 393 del codice penale (esercizio arbitrario delle proprie ragioni). Tramite il proprio difensore, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione non per contestare la sua colpevolezza, ma per un motivo puramente procedurale. Infatti, successivamente alla pronuncia della sentenza di appello, ma prima della scadenza del termine per impugnarla, era intervenuta la remissione della querela da parte della persona offesa, ritualmente accettata dall’imputato.

L’unico motivo del ricorso era, quindi, chiedere alla Suprema Corte di prendere atto di questo evento e di dichiarare l’estinzione del reato.

La Remissione di Querela e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, accogliendo le richieste sia della difesa che del Procuratore generale, ha ritenuto il ricorso ammissibile e fondato. La decisione si basa su un orientamento giurisprudenziale consolidato, secondo cui è pienamente legittimo proporre ricorso per cassazione al solo fine di introdurre nel processo una remissione di querela avvenuta dopo la sentenza di secondo grado.

Il momento cruciale è che la remissione e la sua accettazione siano avvenute in un periodo “processualmente utile”, ovvero prima della scadenza del termine per presentare l’impugnazione. Nel caso di specie, la sentenza d’appello era del 6 marzo, mentre la remissione è intervenuta il 4 maggio successivo, quindi in pendenza dei termini per il ricorso.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte è lineare e si fonda su principi chiari. In primo luogo, viene ribadita l’ammissibilità di un ricorso che veicola una causa estintiva del reato sopravvenuta alla decisione impugnata. La remissione di querela è una di queste cause.

In secondo luogo, poiché il reato contestato (art. 393 c.p.) è procedibile a querela di parte, la rinuncia della persona offesa a proseguire l’azione penale ha un effetto risolutivo. La volontà punitiva dello Stato, per questa tipologia di reati, è subordinata alla volontà della vittima. Venendo meno quest’ultima, viene meno il presupposto stesso per la prosecuzione del processo e per il mantenimento di una condanna.

Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato. L’unica conseguenza per l’ex imputato è stata la condanna al pagamento delle spese processuali, come previsto dall’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, in quanto le parti non avevano pattuito diversamente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza conferma un’importante opportunità per la difesa. Dimostra che la strada per una risoluzione conciliativa di una vicenda penale non è preclusa neanche dopo una condanna in appello. Per i reati procedibili a querela, la remissione rappresenta una causa estintiva potente, in grado di neutralizzare gli effetti di una sentenza di condanna. È cruciale, tuttavia, che l’atto avvenga e venga formalizzato entro i termini per l’impugnazione. La decisione sottolinea inoltre che, in assenza di un diverso accordo tra le parti, le spese processuali restano a carico del querelato, anche in caso di estinzione del reato.

È possibile presentare una remissione di querela dopo una sentenza di condanna?
Sì, la sentenza conferma che la remissione di querela, ritualmente accettata, è efficace anche se interviene dopo la sentenza di condanna, a condizione che avvenga prima della scadenza del termine per la presentazione dell’impugnazione.

Un ricorso in Cassazione può basarsi unicamente sulla remissione della querela?
Sì, la Corte ha ribadito che è ammissibile il ricorso per cassazione proposto al solo fine di introdurre nel processo la remissione della querela come causa di estinzione del reato.

Cosa succede alla condanna se il reato si estingue per remissione di querela in Cassazione?
La Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinvio, perché il reato è dichiarato estinto. Tuttavia, l’imputato viene condannato al pagamento delle spese processuali, salvo diverso accordo con la parte che ha rimesso la querela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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