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Remissione querela: estinzione reato di truffa

La Corte di Cassazione annulla una condanna per truffa aggravata da recidiva qualificata. La decisione si fonda sulla remissione della querela, intervenuta dopo la sentenza d’appello. La Corte applica le nuove norme della Riforma Cartabia, che hanno reso la recidiva un’aggravante neutra ai fini della procedibilità, rendendo così il reato perseguibile solo a querela e la remissione efficace per estinguere il reato.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Remissione della querela e Riforma Cartabia: la Cassazione estingue il reato di truffa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22400/2024) offre un chiarimento fondamentale sugli effetti della Riforma Cartabia in materia di remissione della querela. Il caso specifico riguarda un reato di truffa aggravato da recidiva qualificata, che grazie all’intervento legislativo e alla successiva remissione, è stato dichiarato estinto. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I fatti del caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di truffa, aggravato dalla recidiva qualificata. La Corte d’Appello di Brescia, pur confermando la responsabilità penale, aveva ridotto la pena a un anno e otto mesi di reclusione e 450 euro di multa.

Contro questa decisione, la difesa proponeva ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi. Il primo, e decisivo, motivo era la richiesta di dichiarare l’estinzione del reato per intervenuta remissione della querela. Tale remissione era stata formalizzata e accettata dalle parti dopo la sentenza d’appello ma prima della scadenza del termine per presentare il ricorso in Cassazione.

L’impatto della Riforma Cartabia e la remissione della querela

Il punto centrale della questione giuridica risiede nelle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 150/2022 (c.d. Riforma Cartabia) all’articolo 649-bis del codice di procedura penale. Prima di tale riforma, la presenza dell’aggravante della recidiva qualificata rendeva il reato di truffa procedibile d’ufficio, il che significava che la querela della persona offesa non era necessaria per avviare o proseguire l’azione penale e, di conseguenza, la sua eventuale remissione era inefficace.

La riforma ha inserito le parole «diverse dalla recidiva», rendendo di fatto tale aggravante “neutra” ai fini della determinazione del regime di procedibilità. Di conseguenza, il reato di truffa, anche se aggravato dalla sola recidiva (persino qualificata), è oggi punibile esclusivamente a querela della persona offesa.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il primo motivo di ricorso, annullando la sentenza impugnata senza rinvio. La ragione è semplice: il reato si è estinto per l’intervenuta remissione della querela.

La Corte ha applicato il principio del favor rei, secondo cui la legge sopravvenuta più favorevole all’imputato deve trovare applicazione anche riguardo al regime di procedibilità. Poiché la nuova normativa rende la truffa aggravata da recidiva procedibile a querela, la remissione presentata dall’offeso e accettata dall’imputato è diventata pienamente efficace.

Le motivazioni

Nelle sue motivazioni, la Corte di Cassazione ha ribadito due principi fondamentali.

In primo luogo, ha confermato che l’orientamento precedente, che considerava la recidiva qualificata come un ostacolo alla procedibilità a querela, è stato normativamente superato dalla Riforma Cartabia. Il legislatore ha scelto di depotenziare l’effetto della recidiva su questo specifico aspetto procedurale.

In secondo luogo, ha riaffermato un consolidato principio giurisprudenziale: è pienamente ammissibile un ricorso per cassazione presentato al solo fine di introdurre nel processo una remissione della querela intervenuta dopo la sentenza di secondo grado e prima della scadenza dei termini di impugnazione. Questo garantisce che la volontà delle parti di porre fine alla controversia penale possa trovare attuazione in ogni stato e grado del procedimento.

Le conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un’importante applicazione pratica della Riforma Cartabia. Dimostra come le modifiche al regime di procedibilità possano avere un impatto decisivo sull’esito dei processi penali, anche quelli già in fase avanzata. Per gli operatori del diritto, emerge la necessità di valutare attentamente la possibilità di percorrere strade conciliative, come la remissione della querela, che oggi, per un catalogo più ampio di reati, possono portare all’estinzione del procedimento penale, con benefici per tutte le parti coinvolte e per l’efficienza del sistema giudiziario.

A seguito della Riforma Cartabia, la truffa aggravata dalla sola recidiva è procedibile d’ufficio?
No, la Corte chiarisce che a seguito della modifica all’art. 649-bis c.p.p., la recidiva è divenuta una circostanza “neutra” ai fini della procedibilità. Pertanto, il reato di truffa aggravato dalla sola recidiva, anche se qualificata, è ora punibile solo a querela della persona offesa.

È possibile presentare ricorso in Cassazione al solo fine di far valere una remissione della querela avvenuta dopo la sentenza d’appello?
Sì, la sentenza conferma il principio secondo cui è ammissibile il ricorso per cassazione proposto al solo scopo di introdurre nel processo la remissione della querela, purché questa sia ritualmente accettata e sia intervenuta dopo la sentenza impugnata e prima della scadenza del termine per ricorrere.

Cosa succede al processo se la remissione della querela viene accettata?
Se la remissione della querela viene ritualmente accettata per un reato procedibile a querela, il reato si estingue. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando la fine del procedimento penale. Le spese processuali vengono poste a carico del querelato, come previsto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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